lunedì 10 marzo 2008

Superati i limiti?

Matthias Lanzinger - (fonte Wikimedia, foto Christian Jansky, licenza Creative Commons)

Sono anni che, per precisa scelta, non scio in pista e altrettanti anni che non guardo gare di coppa, non sono la persona più indicata per ragionare sull'argomento. Ma mi hanno colpita le parole di Marco Marangoni, giornalista dell'Alto Adige che si occupa di sport, nell'articolo pubblicato sull'edizione del quotidiano dello scorso 6 marzo, a seguito del gravissimo incidente di Matthias Lanzinger. Riporto qualche stralcio del suo argomentare:

"Materiali esasperati e ricerca di linee esagerate: ecco perché aumentano gli incidenti.

Far viaggiare un uomo su due pezzi di legno magari combinati con nuovi materiali, a volte anche oltre i 140 chilometri orari è una vera follia. Lo sci alpino, forse di questi tempi è il caso di ribadirlo, è uno sport altamente pericoloso. Crociati che saltano, fratture varie agli arti, commozioni cerebrali fino ad arrivare addirittura all'amputazione della gamba del povero Matthias Lanzinger, devono far riflettere se è ancora il caso di far rischiare così tanto gli atleti solo per business.

Pur di vincere, pur di compiere l'impresa, pur di esasperare lo show, vengono studiati e modificati i materiali ai limiti del regolamento alla faccia della sicurezza."

E la sciatrice Alexandra Meissnitzer: "Corriamo sempre più veloci, ma non abbiamo protezione né carrozzerie. La Formula 1 è più sicura". (fonte: Sport.it)

2 commenti:

  1. E si Francesca, hanno perfettamente ragione tutti, agonisti in primi fila, da un certo punto di vista i meno colpevoli, anche se verrebbe da dire chi ve lo fa fare....Io non scio più in pista per scelta e per protesta contro chi pensa che questo sia l'unico modo di vivere la montagna. Quello che è successo l'altro giorno a quel ragazzo austriaco non è poi così incredibile, è vero la libera a 140 Km all'ora i giganti a 90 km all'ora, su di un paio di "stecchini di legno o giù di li" senza barriere di protezione, ha ragione la Meissnitzer. Ma finchè in Italia esistono persone come Cotelli, ex ct della nazionale azzurra ai tempi di Thoeni... questo sport sarà sempre più esasperato in funzione del bussiness. Se hai voglia, se hai tempo, segui le finali a Bormio della coppa del mondo, allora capirai perchè non potrà cambiare. Viva il festival della ipocrisia di noi italiani, pronti a tagliare alberi a deturpare la natura, per tre giorni di passate televisive ma quella non è montagna è solo un barnum di gente incivile che non ha nulla a che vedere con chi pensa che la montagna sia un'altra cosa.
    Intanto il povero Matthias è senza un piede... chissa chi dovrà ringraziare.
    Ciao e scusa lo sfogo
    Guido

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  2. Ciao!
    Vista da Fili di paglia mi son deciso a passare di persona!
    Una brutta storia, con un finale che si preannuncia ancor più lugubre. La madre sembra intenzionata a far causa a tutto il mondo: dall'intervento in loco - consideranto poco tempestivo - ai tempi decisionali - dovevano spedirlo immediatamente via con l'elicottero - e chi più ne ha più ne metta ...
    il tragico non è nello sport agonistico, che ormai è solo denaro ...il tragico è nel quotidiano: fai un salto a Plan de Corones e guarda gli sci fuori dai bar. Poi guarda chi ci sale su quegli sci e come ci sa andare ... è un miracolo che non ci sia un morto al giorno, ma in compenso ortopedia a Brunico è sempre affollatissima!
    Il matto

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