Lontra europea (foto by Bernard-boehne, fonte wikimedia commons, licensed under GNU Free Documentation License, Version 1.2 or any later version)
Pare ormai certo: la lontra è tornata in Alto Adige. Dove abbia preso casa, giustamente, non si può dire ma la sua presenza è stata ufficializzata con entusiasmo dal direttore dell’Associazione Cacciatori Altoatesini Aukenthaler: «Le verifiche - spiega Aukenthaler - sono state fatte dal nostro biologo Lothar Gerstgrasser, che era stato informato della possibile presenza della specie in Alto Adige dal ricercatore austriaco Andreas Kranz. Supposizioni che si sono rivelate esatte».
Nel 1985, data dell'ultima ricerca sistematica a cura del wwf, era stata data per biologicamente estinta: le ultime prove certe della sua presenza due esemplari uccisi e imbalsamati (!) fra il 1956 e il '58. (*)
Ora pare tornata, anche se la presenza sporadica delle sue tracce non vogliono dire un ripopolamento certo e duraturo.
Questa notizia mi fa tornare in mente un libro ormai purtroppo fuori catalogo: "L'anello di acque lucenti" scritto nel 1959 da Gavin Maxwell (1914-1968), pubblicato in Italia nel 1977 da Rizzoli nella collana "l'Ornitorinco" curata, a suo tempo, da Ippolito Pizzetti.
E' una storia bellissima: la burrascosa, poetica, divertente, triste convivenza dell'autore con la lontra Mij, prima di una serie di altre lontre domestiche, in uno scenario meraviglioso: "la baia degli ontani", Camusfeàrna (Sandaig), nelle Western Highland scozzesi.
Incipit:
"Siedo in un soggiorno-cucina rivestito di pitch-pine, e una lontra dorme a pancia all’aria tra i cuscini del divano, le zampe anteriori protese in alto, con quell’espressione di intensa concentrazione che hanno i neonati quando dormono. Sulla lastra di pietra sotto la mensola del camino sono incise le parole Non fatuum huc persecutus ignem - “Non inseguii fin qui un fuoco fatuo”. Oltre la porta c’è il mare, le cui onde si rompono sulla spiaggia, distanti non più di un tiro di sasso, e tutt’intorno montagne sospese nella nebbia. Un gruppetto di anatre selvatiche passa volando oltre la finestra e si posa sul piccolo tappeto di prato verde; e non fosse per il tenue, soddisfatto mormorio delle loro voci e il rimbombo del mare e della cascata, il silenzio sarebbe assoluto. Ormai, da più di dieci anni, questo luogo è la mia casa, e ovunque le vicissitudini della vita mi porteranno in futuro, rimarrà la mia casa spirituale fino a che non morrò, una casa a cui si ritorna non con la certezza di incontrare compagni umani, e neppure con l’aspettativa di agi e riposo, ma come a un qualcosa da lungo tempo familiare, dove ogni scoglio ricoperto di licheni, ogni sorbo selvatico mostra un volto conosciuto e rassicurante."
Due anni più tardi uscì in Italia la continuazione della storia: "La baia degli ontani", che mi piacque meno se ben ricordo, ma non posso andare a controllare perché DOVE DIAVOLO E' ANDATO A FINIRE? A chi l'ho prestato, accidenti a me, che è fuori catalogo anche questo? Quando imparerò che i libri non si prestano, mai! In caso si regalano, ma una copia nuova comprata per la bisogna. Sgrunt.
(*) fonte: quotidiano Alto Adige, 18 ottobre 2007, pag. 44
tu non sai cosa mi ha provocato questo post...
RispondiEliminaquel libro (l'anello di acque lucenti) me lo aveva letto la mamma quando ero bambina. il mio peluche preferito era così diventato una lonta, mij, appunto.
ho quasi la lacrimuccia che mi scende...
marzia... :)
RispondiEliminaMa dove sono state viste esattamente?
RispondiEliminaMisty
Forse ero un po' grande per una lacrima, in quel periodo finivo l'università e mi occupavo anche di comportamento animale. Erano i primi anni dell'etologia e Lorenz era un "perfetto" sconosciuto ai più. Lessi quel libro più che altro attirato dal suo back ground di ornitologo, naturalista e poi gli ambienti dove viveva, isola di Sky compresa. Infatti la famosa Mjj, in realtà divenne poi " Lutrogale perspicillata maxwelli", che non è poco. In fin dei conti non sono molti quelli che possono vantarsi di aver dato il proprio nome ad una razza animale. Comunque dire che quel libro mi ha lasciato un segno è dir poco. Fortunatamente li conservo ancora tutti, anche per un ricordo di un periodo quello universitario per me molto ricco e molto intenso. Niente internet, niente fax, i telefoni erano ancora attaccati ai muri e le ricerche si facevano sul campo, andando a vedere e controllare di persona cosa stava accadendo. Mah, ci sono i pro ed i contro in tutte le cose, forse un po' di sano equlibrio...
RispondiEliminaGuido
Misty, non lo vogliono dire dove. Giustamente secondo me: anche un viavai di curiosi benintenzionati potrebbe essere molto dannoso.
RispondiEliminaDovessi scoprirlo cmq, te lo dico in un orecchio, e non lo pubblico qui.
quante persone unite sotto il segno di Mij :)
RispondiEliminaGuido, ben tornato!
oh! qualcun altro ha letto quel libro? io lo adoravo!!!
RispondiEliminabuongiorno, mi presento, sono marina di milano :O) è un po' che leggo il tuo blog, ma non avevo mai avuto occasione di presentarmi...
Marina, questo blog non e' letto da moltissime persone, le cosidette blogstar mi guarderebbero con sufficienza, se mi vedessero :D, eppure siamo gia' in quattro a conoscere Maxwell e ad amare Mij. Forse siamo piu' del previsto?
RispondiEliminaStrano personaggio peraltro Maxwell, matto come un corlo direbbero da queste parti.
(benvenuta Marina, ora vado a curiosare a casa tua)
o forse hai un pubblico scelto ;O)
RispondiEliminasi, matto, o sognatore :O)... ma lo hai letto il seguito? un po' mi ha rattristato, anche se alla fine era prevedibile: non si può idealizzare una creatura vivente, e neanche pretendere che sia un bel pupazzo...sig!
ops! scusa... ho letto ora che lo hai letto ;O) accidenti a me che salto sempre le righe quando leggo...
RispondiEliminaA sto punto sto libro devo leggerlo pure io :D
RispondiEliminaMisty
ps: immaginavo che non volessero dire dove si trovano 'ste lontre, meglio così per loro.. ;)
bellissimo il libro! anch'io l'ho prestato e mai più rivisto, ed ora lo incrocio solo più su e-bay, a volte...
RispondiEliminaE' bello sapere che da qualche parte, ostinatamente, ritornano le lontre.
vero, giampaolo. fra tante sparizioni ed estinzioni un ritorno e' una grande gioia. Fra l'altro le lontre sono un importante indicatore eclogico: sono signorine esigenti e dove ci sono loro l'ecosistema dev'essere perfetto :)
RispondiEliminaImmagino che i pescatori non vedano le lontre assolutamente di buon occhio... [come i cacciatori con la lince sul Brenta, sempre se c'è ancora][spero proprio di si!]
RispondiEliminaps. magari è una domanda scema: ma come hanno fatto le lontre a tornare? sono animali stanziali? o sanno spostarsi per trovare habitat più convenienti, come linci lupi ed orsi?
l'ho letto, l'ho letto!
RispondiElimina(sì, matto come un cavallo).
ehi, ma quanti, anche Artemisia! :)
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