mercoledì 3 marzo 2010

I numeri non sono isterici

Malga Cagnon di sopra

Malga Cagnon di sopra – Lagorai

Aineva (associazione interregionale neve e valanghe) raccoglie da 24 anni i dati sugli eventi valanghivi nelle Alpi italiane, sulla località dell’evento, sul numero travolti, di vittime, sul tipo di attività che stavano compiendo.

Ogni anno una tabellina, aggiornata in tempo reale. Mi sono presa la briga di scorrerle tutte, le tabelline, e di ragionarci un po’ sopra senza un giornalista isterico attaccato alle balle.

Intanto ecco i totali, anno per anno:

Inverno

Nr. incidenti

Travolti

Illesi

Feriti

Morti

1985-86

37

97

47

26

27

86-87

24

42

22

4

16

87-88

51

127

69

22

36

88-89

12

36

20

5

11

89-90

22

44

26

5

13

90-91

50

118

61

19

38

91-92

17

61

36

15

10

92-93

23

85

27

33

25

93-94

34

94

62

9

23

94-95

33

70

43

15

12

95-96

26

44

26

8

10

96-97

27

69

52

4

13

97-98

31

49

30

13

13

98-99

35

73

36

25

12

99-2000

24

43

19

8

16

00-01

72

134

70

35

29

01-02

18

27

8

12

7

02-03

59

116

68

26

22

03-04

58

93

66

13

22

04-05

35

60

36

14

10

05-06

86

118

86

31

21

06-07

35

81

63

16

6

07-08

33

65

30

19

16

08-09

67

145

78

46

21

09-10

51

103

52

21

30

 

Secondo Hans Kammerlander, che propone il patentino, gli scialpinisti ed escursionisti fuori pista negli ultimi 10 anni sarebbero aumentati di 10 volte. Forse non di dieci, ma fra sci, snowboard e ciaspole sono davvero tanti più di un tempo. Ma a leggere i numeri dei morti, non sembrerebbe.

Insomma, gente sconsiderata che si infila nei casini da pollo, da ignorante o da temeraria indubbiamente ce n’è troppa. Nella statistica non vengono evidenziati gli escursionisti con le ciaspole che, a vederli in giro, mi paiono i meno preparati e temo siano inseriti nel numero degli scialpinisti. Aineva non ha ancora inserito i due faentini del rifugio Comici, con ciaspole, quindi non so dove li mettono.

E’ un tema che mi interessa assai, ci ho già scritto sopra, con altri numeri e altre statistiche, qui e qui.

Ogni morto di valanga è un morto di troppo, ma mi pare di poter notare che attorno alla questione ci sia un’isteria mediatica che tende a trasformare gli scialpinisti in pazzi criminali. Ma i numeri non dicono così. Ogni stagione c’è un argomento attorno al quale si coagula l’interesse sovreccitato della stampa. In estate si spera nel delitto di ferragosto, in inverno sono le valanghe, rassegnamoci.

Qui le tabelle annuali di AINEVA.

Qui una ricerca di AINEVA sugli incidenti in valanga, ma con numeri fermi a 10 anni fa

20 commenti:

  1. sia un’isteria mediatica
    eh, la carta si lascia scrivere ;-P

    ciao

    RispondiElimina
  2. Purtroppo l'inverno non è finito e il numero di morti è già una volta e mezzo quello dell'anno scorso. Domenica ho visto un ciaspolatore camminare tranquillamente lungo una gigantesca "meringa". Gli ho fatto cenno con la mano di tornare indietro e lui si è avvicinato al precipizio, per sentire meglio, gravando ancora di più sull'instabile massa nevosa. Gli ho gridato di allontanarsi che era pericoloso e lui mi ha fatto un cenno di assenso con la testa e ha proseguito la sua escursione "suicida" (C'erano una ventina di metri di salto, "ma bastano", come diceva Amleto). Che fare ? Sono anche io contrario ai divieti e il patentino per le ciaspole mi sembra davvero irrealizabile !! Al mare la massa corre molti meno pericoli: rimane sul bagnasciuga non si avventura in mare aperto; occorrebbe spiegare che il limitare del paese è il bagnasciuga e dopo bisogna stare attenti ma soprattutto a cosa. Infatti sarebbe necessario fare tanta informazione/formazione sul come andare in montagna. Si potrebbe cominciare, ad es., negli alberghi dove si fanno le settimane bianche.

    ciao e a presto sui ns Blog

    RispondiElimina
  3. Riflessioni sparse:
    1) non sono numeri da strage. In ogni fine settimnae sulle strade si contano i morti di un'intera stagione sciatoria.
    2) attenzione a non caricarci di norme, regolamenti e prescrizioni. Da scialpinista attento mi porto dietro arva, pala e testa... ma se, da buon pater familias ciaspolatore, iniziassi a dibattere con la mia metà di patentini, sonde, corsi di formazione per fare una passeggiata di mezza giornata con mia figlia, otterrei come scopo la (mia) incazzatura e il definitivo disamoramento del 66% della famiglia ai monti invernali.
    3) lo so che ci sono ciaspolatori e ciaspolatori: ci sono anche scialp e scialp...
    4) vi ricordate delle grida del manzoni? tanto più erano roboanti e tanto maggiore era il numero dei bravi ai crocicchi...

    RispondiElimina
  4. ...e anche leggere, giovannni. E basterebbe appunto leggere prima di scrivere ;)

    RispondiElimina
  5. Andrea di Silenzi d'Alpe, IMO la statistica non si fa ragionando sull'ultimo anno. Il trend di crescita dei morti in valanga non mi pare così eclatante, rispetto all'aumento delle persone che frequenta la montagna d'inverno. Ogni morto e' un morto di troppo, d'accordo, ma non e' questo il ragioanmento.

    La maggior parte delle persone che legge la cronaca non va in montagna d'inverno. E si sente molto piu' saggia e sensata rispetto a chi ci va, considera questi ultimi dei pazzi incoscienti assassini, e i giornali vanno a nozze. Scrivono quello che la maggior parte dei lettori vuole sentirsi dire e montano il caso. E il governo fa demagogia: infastidisce pochi elettori e ne accontenta molti, senza leggere i numeri effettivi. Hai presente l'aria di diviati, di carcere, di multe che sta girando?

    Per il resto, sottoscrivo tutto quello che dici. Ma temo che la formazione/informazione serva a poco, se nonostante la grancassa mediatica due faentini vengono a morire, in ciaspole, in val Fiscalina. Il bollettino valanghe, peraltro, è esposto quasi ovunque, basterebbe volerlo leggere.

    (ci saresti andato, tu, con le ciaspole, pericolo 3 in crescita, a fare il giro Locatelli, pian di cengia, rifugio Comici? passando allegramente a fianco del Paterno e su e giu' per canaloni, sotto croda dei Toni ecc? Io no, cazzarola)

    RispondiElimina
  6. Ventefioca, standing ovation.

    (anche se il paragone con gli incidenti stradali forse e' un po' tirato pe ri capelli: ci sono infinitamente piu' automobilisti che montanari in un fine settimana ;)

    Comunque, vedi, i discotecari del sabato sera possono ringraziare gli scialpinisti: per un po' i media hanno spostato il loro interesse e dei loro strali

    RispondiElimina
  7. penso che aineva non faccia differenza tra escursionisti in ciaspole, scialpinisti o snowboarder.
    infatti guardando il bollettino, lo scorso 26 dicembre sono segnati due incidenti diversi, sia quello che ha coinvolto i soccorritori, sia quello che ha coinvolto, in val lasties, i due escursionisti in ciaspole. i numeri sembrano dunque comprendere tutti i travolti.
    al di là delle statistiche e delle balzane idee di divieti e multe, mi sembra che l'argomento sia piuttosto spinoso, sotto diversi punti di vista. c'è da una parte un tentativo di dire come tanti incidenti avvengano per l'avventatezza e inesperienza dell'escursionista/sciatore, ma poi guardando bene parecchi incidenti coinvolgono gente cosiddetta esperta. si può dire infatti che l'escursionismo invernale sia piuttosto di moda nelle ultime stagioni e non vorrei che a provocare certi incidenti anzichè l'amore per la montagna sia la volontà di ergersi sopra la massa di improvvisati compagni d'escursione. l'esperto è quello che sa rinunciare, non quello che arriva in cima.

    RispondiElimina
  8. Alcuni anni fa ho partecipato a un corso di nivologia e valanghe tenuto dal mitico generale Telmon, uno dei maggiori esperti europei in materia, indirizzato proprio agli escursionisti invernali. Sai cosa ho imparato, Francesco? Che per essere esperti in materia bisogna avere anni non solo di montagna, ma di studio approfondito. Che bisogna stare su con le orecchie e fare l'espertone di turno sia molto pericoloso.

    Poi, capitolo Guide. Lo scorso we sul Sassolungo 4 scialpinisti con guida hanno staccato una valanga.

    C'è una discussione accesa sul forum FuoriVia in proposito. C'è chi dice: le guide anche d'inverno hanno da magnà, e la concorrenza è tanta. I clienti vogliono sempre di più e pensano che la guida sia il talismano contro gli incidenti, e loro li accontentano. Poi succedono i casini.

    La montagna non è mai banale, d'inverno ancora meno. Ma fare isterisimi urla e strepiti, a chi e a cosa serve? Solo a far sentire saggio chi in montagna comunque non ci va.

    Per i numeri di Aineva: il 26/12/09 conta 4 morti scialpinisti nel valon del Fos (i soccorritori) e 2 alpinisti in val Lasties: i due ciaspolatori che andavano a controllare lo stato delle cascate da arrampicare il giorno seguente. Finche' non vedo come conteggiano i due faentini ciaspoaltori del Comici non so come destreggiarmi.

    (quanto chiacchiero, oggi! :D)

    RispondiElimina
  9. ovviamente la francesca di prima sono sempre io :D

    RispondiElimina
  10. E' un argomento dove le opinioni si sprecano e il terrorismo mediatico fa il suo. Su tutti i siti di montagna sono anni che si parla di questo e deve e dovrà essere sempre così. Sarebbe bruttissimo non parlarne. Interessanti invece sono le tabelle però manca un dato : il grado di pericolo al momento dell'incidente. Sarebbe interessante sapere quanti incidenti ci sono stati con grado inferiore a 3.......... Tu puoi essere anche un esperto ma la valanga non lo sa. Il fatto di indossare l'Arva non vuol dire che si possa andare ovunque. Personalmente sono uscito con grado 4 ma non ho avuto nessuna difficoltà di recente a rinunciare ad un escursione facile con grado 2 per brutti accumuli di neve su pendii ripidi ( cosa che sui bollettini non c'è e va valutata sul posto). Discussione, prevenzione, cultura e meno presunzione ..... le multe e i patentini non sono la strada giusta secondo me.

    è sempre interessante questo blog.
    Ciao

    RispondiElimina
  11. Hai ragione, Luca, sarebbe interessante il rapporto grado di pericolo/incidenti ma non credo ci siano rilevazioni in propostio.

    Grazie :)

    RispondiElimina
  12. I dati di Aineva purtroppo sono scarsi e presentati malissimo, è veramente difficile tirarci fuori qualcosa. Ci avevo provato ad analizzarli quando hanno messo l'obbligo di APS in Piemonte, ma ho lasciato perdere tanto non ci si cava nulla. Peccato, perché i dati li hanno.

    Per quanto riguarda il Piemonte l'ARPA pubblica dei resoconti molto ben fatti sul suo sito.
    http://www.arpa.piemonte.it/index.php?module=ContentExpress&func=display&ceid=801
    E' possibile che facciano lo stesso altre regioni, ma non so. Di sicuro i dati li raccolgono.

    Gli incidenti piemontesi degli ultimi anni li ho analizzati qui:
    http://forum.lalpinistavirtuale.it/viewtopic.php?f=15&p=533
    ma l'analisi era finalizzata a vedere in quanti casi l'APS avrebbe fatto la differenza (0 su 13 per chi non ha voglia di leggere), al resto ho badato meno.

    Per cui non so dire con esattezza, ma a memoria la quasi totalità degli incidenti si è verificata con rischio 3 o superiore. Ne ricordo solo uno con rischio 1 (ma condizioni locali critiche) credo con lieto fine.

    RispondiElimina
  13. Grazie Maki, ho scorso i documenti che hai linkato. Mi sembrano interessanti, di ogni incidente ne fanno una disamina a posteriori molto utile.

    Ho notato anch'io, la maggior parte degli incidenti con pericolo 3. Diro' scemenze ma ma mi pare ovvio: pericolo 3 IMO e' sottostimato e c'e' parecchia gente in giro. con pericolo superiore la gente di buon senso sta a casa, con pericolo 2 il rischio e' minore.

    Ho cercato nei siti di arpa lomardia e arpa veneto: non c'e' niente di tutto cio' o per lo meno non l'ho trovato. E sarebbero dati da esporre in bella vista non da nascondere tipo caccia al tesoro.

    RispondiElimina
  14. Oi Franz,

    posso copiare - con l'indicazione della fonte s'intende - questo tuo interessantissimo articolo sul mio forum?

    Misty

    RispondiElimina
  15. Certo che puoi, Misty, anzi mi fa piacere :)

    RispondiElimina
  16. circa rapporto pgrado pericolo / morti:Fonte: Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio
    Servizio Centro Valanghe di Arabba 2007, Guida per l'utente, disponibile sul sito Arpav:
    Grado 1, In Italia circa il 2% degli incidenti mortali avviene con questo grado.
    Grado 2, In Italia circa il 32% degli incidenti mortali avviene con questo grado.
    Grado3, In Italia circa il 54% degli incidenti mortali avviene con questo grado.
    Grado 4, In Italia circa il 12%degli incidenti mortali avviene con questo grado.
    Grado 5, In Italia non sono noti incidenti mortali con questo grado.

    RispondiElimina
  17. Grazie zullix, avevo cercato i dati sul sito di Arabba ma non li avevo trovati. Domani pubblico il tuo post.

    Mi resta l'impressione che il grado di pericolo 3 sia sottovalutato, che "marcato" non sia considerato sufficientemente pericoloso e che non si legga la definizione di pericolo 3.

    RispondiElimina
  18. ma di che', grazie a voi, cmq concordo, Francesca: quest'anno c'e' un problema con i bollettini, senza nulla togliere ai meritori previsori: ma fino anno scorso queto era la grossomodo la scala comunicata e percepita: 2: distacco con forte sovraccarico; 3: con debole sovraccarico; 4: valanghe spontanee; 5 pericolo per zone antropizzate piste passi; questanno, si e' "scalato" di uno, scrivono 3 ma parlano di numerosi distacchi spontanei, 4 e di pericolo per passi e piste ... guardate i bollettini in corso, ... e del resto un problema c'e' nella stesura e nella lettura dei bollettini, se con pericolo 2 quest'anno abbiamo avuto morti su morti; e comunque concordo che e' un'annata particolare per l'innevamento, tanti straterelli lisci; freddo vento grossi accumuli; valanghe anche ben sotto i 30 gradi; quest'anno non e' questione di esperienza: e' da stare a casa e aspettare che trasformi ad aprile, o fare prove arva, o sciare nel bosco, la neve e' appiccicata su' come un gatto sullo specchio, come si suol dire, e son rimasti sotto fior fiore di esperti (lasties, visdende). meglio un giro nel bosco in piu' che una vita di meno, soprattutto se e' la mia (citazione da saputello, chi la trova?). saluti

    RispondiElimina
  19. Mah, non sono sicuro che il grado 3 sia così sottovalutato. Io per scelta di prudenza vado praticamente solo su percorsi sicuri (inteso come <25-30°). Quello che noto sui miei percorsi è che in periodi di rischio basso son quasi solo, con rischio 3-4 trovo molta gente. E spesso nei discorsi vien fuori che avevano ripiegato su quella gita lì proprio per il bollettino. Poi chiaro che c'è quello che va lo stesso nonostante il rischio o che sbaglia i suoi calcoli, o semplicemente non legge il bollettino, però ricordiamoci sempre che in assoluto si parla di poche persone che hanno incidenti.

    Mi sembra cmq naturale che la maggior parte degli incidenti avvenga con grado 3. Primo peché effettivamente... è rischioso! Con grado 1 è difficile che succeda qualcosa. Il 3 non è "stai a casa punto e basta", ma neppure "fa cosa vuoi". Posto che all'origine di un incidente da valanga c'è per definizione un errore di valutazione è ovvio che è la condizione ideale per esaltare gli errori.

    Poi anche solo statisticamente a occhio il grado 3 mi pare che sia molto più frequente degli altri, 5 è praticamente teorico, 4 non dura mai molto a lungo. Perlomeno sul bollettino del Piemonte, gli altri non li leggo.

    RispondiElimina