Anch'io riscrivo la storia. La ricopio, la ripeto, la duplico. Che non venga disattesa, persa, scordata.
Matteo Brunetti, Franco Bonatta e Lee Palser, aviatore americano di New York salvato dai partigiani. (fonte: rivista ufficiale dell'ANPI "PATRIA INDIPENDENTE")
LA PACE, UN IMPEGNO PERMANENTE
di Lionello Bertoldi, presidente Comitato Provinciale A.N.P.I. Bolzano, comparso sulla rivista ufficiale dell'ANPI "PATRIA INDIPENDENTE", del 21 settembre 2003
"Abbarbicati come ostriche alle rocce del Brenta, i partigiani della missione Vital trasmettevano dal 5 agosto 1944 con una piccola radio, al comando inglese di Bari,tutte le notizie militari, che le staffette portavano lassù assieme alle pesantissime batterie per la radio:un treno munizioni a Mezzolombardo, l’oro della Banca d’Italia a Fortezza, Himmler in gran segreto a Bolzano.
Ma chi erano quelli della missione Vital? Il radiotelegrafista Matteo Brunetti, nome di battaglia Bruno, dopo l’8 settembre 1943 è a Bari e, tramite Francesco Ferrazzi, entra in contatto con gli inglesi assieme al suo compagno di S.Giustina di Belluno Angelo Tres. Da Arco nel Trentino, Francesco ha passato infatti le linee per raggiungere a Bari gli alleati. Per i tre un rapido corso di paracadutismo con i francesi. Dopo diversi inutili tentativi, un aereo inglese farà scendere Bruno, Angelo e Francesco sulla riva sinistra del Piave vicino a Moriago. È la notte del 5 marzo 1944.
Sono previste due missioni radio. Sistemata la missione Fanny nel Bellunese, a Bruno tocca trasferire la Vital nel Trentino o a Bolzano. Il contatto è una donna Da Pont Lenae, tramite il Comitato di Liberazione di Padova, Bezzi, ossia Senio Visentin, a Trento. L’appuntamento con Bezzi è a Trento, in una strada periferica, per il 23 luglio alle ore14,30. Il viaggio a bordo di un camioncino. Ivo, l’autista, nasconderà la pericolosa valigia con la radio nel sacco della carbonella. Tra Feltre e Trento 5 posti di blocco. L’arrivo a Trento è solo dopo le 15. Non c’è giustamente nessuno e tutto è da rifare. Affidata la pericolosa valigia ad una ignara signora in quella strada, Bruno ritorna a Belluno ed è costretto a una nuova trafila. Contatta la signorina Lena che contatta il CLN di Padova che contatta Bezzi. Sette giorni dopo in bicicletta a Trento. Qualcuno lo sistema in un appartamento vuoto. Recuperata la valigia presso l’ignara sorridente signora, a Bruno viene fissato appuntamento il 4 agosto con una staffetta. Una graziosa signorina, dirà Bruno. È Nella Lilly Mascagni. Lo accompagnerà in trenino sino a Zambana, dove li raggiungerà in bicicletta Corsi, Andrea Mascagni. Assieme in funivia a Fai e poi a piedi a Molveno.
L’appuntamento è con Marco, Enrico Pedrotti il fotografo, che a Molveno ha casa e famiglia. È l’incontro dei partigiani bolzanini. Il giorno dopo, guidati da Marco, in marcia per il massiccio del Brenta, per sistemare in un piccolo anfratto la radio e il radiotelegrafista.
Il cielo è solcato dai bombardieri americani e spara l’antiaerea, la Flack. Un quadrimotore si schianta sulla Paganella. Un candido ombrello scende poco lontano da loro. Marco decide per tutti: Hallò friendes e raccoglie un aviatore americano in preda allo schock, ma incolume. È Lee Palser di NewYork, ha 23 anni. Il massiccio del Brenta incombe sul lago di Molveno. L’anfratto è un piccolo buco che deve accogliere anche Lee e, distesa l’antenna di rame lunga 25 metri, la radiotrasmette la notizia. «Vital deve trasmettere notizie militari, non raccogliere aviatori è la risposta».
Lee Palser rimarrà con Bruno lassù e arriveranno novembre e dicembre 1944, senza poter accendere un fuoco, senza qualcosa di caldo,sempre trasmettendo. In basso a Molveno, Marco e Corsi hanno predisposto per farli sopravvivere. Celestino Donini, Silvio Meneguzzi e Giovanni Menegazzi (cognato di Marco) saranno i loro angeli custodi di Molveno. Ore di salita in montagna con il cibo e le pesantissime batterie per la radio. Orientare le staffette con le notizie militari. Saranno questi i loro compiti principali.
In Val di Non opera la formazione partigiana Fabio Filzi. Il suo comandante Avio, Luigi Emer, dispone che Delfo raggiunga la Vital e vi rimanga. Così il giovanissimo partigiano Franco Bonatta, futuro ingegnere bolzanino, passerà molti giorni sulle rocce del Brenta con Bruno e l’americano Lee Palser. La Vital continuerà a trasmettere sino al 21dicembre 1944, quando un guasto irreparabile la renderà muta. Solo la speranza della pace e della libertà sosterrà quegli uomini. «La libertà Lee, quella indicata dalla tua statua a New York, spazzeremo via i fascisti e i nazisti e sarà la pace Lee, quella che riusciremo a costruire anche in Europa, dove tutte le nazioni ripudieranno la guerra».
Abbandonato il Brenta, Bruno riprenderà la sua azione partigiana, scendendo a Belluno in bicicletta. È il Natale del 1944. Marco e i suoi amici nasconderanno l’americano Lee Palser a Molveno fino alla Liberazione, che arriverà quel 25 aprile 1945".
DA DOCUMENTI ANPI, i protagonisti: Nella Lilly Mascagni: arrestata, torturata e richiusa nel Lager di Bolzano; Delfo, Franco Bonatta: partigiano sino alla Liberazione; Marco, Enrico Pedrotti: arrestato e portato nel Lager di Bolzano; Avio, Luigi Emer:catturato ferito portato nel Lager di Bolzano; Bezzi, Senio Visentin: arrestato e portato nel Lager di Bolzano; Corsi, Andrea Mascagni: partigiano sino alla Liberazione.
> Anch'io riscrivo la storia
RispondiEliminaOgnuno riscrive come sa e come può :)
Pensavo (pensiero frivolo, ma anche no): che facce straordinariamente diverse hanno questi ventenni, dai ventenni di ora.
Grazie per riscrivere :)
Hai per caso idea se abbiano indicato il posto dove stavano?
RispondiEliminaMia nonna è di Sclemo (Stenico) e ogni tanto si va ancora su ... una volta o l'altra mi piacerebbe portare il nanetto a vederlo 'sto anfratto e raccontargli questa storia.
Il matto
equipaje, sai che l'ho pensato anch'io? e non e' la prima volta che lo noto. Son visi da adulti non da ragazzini. Probabilmente lo erano, adulti, diventati grandi per forza.
RispondiEliminaMegamatto: non lo so. La persona che sicuramente me l'avrebbe saputo dire non c'e' piu'. Posso pero' chiedere a chi ha steso l'articolo, probabilmente lo vedo il 25 aprile davanti alla lapide a Manlio Longon in piazza 4 novembre. C'e' sempre, ci sara' anche quest'anno.
RispondiEliminaOppure ho un'altra pista da seguire... ti diro'.
Grazie.
RispondiEliminaQuanto alle facce, vi suggerisco i libri sulla Grande Guerra nella zona delle Tre Cime (Paterno) ... o quelli sugli Hütteri ... volti segnati dal sole e scavati dal vento.
Il matto
Ricevuto qualche dritta in merito al posto?
RispondiEliminaIl matto
megamatto, tramite l'interessamento di Lionello bertoldi sono riuscita, oggi, a sapere che uno dei 3 della foto è ancora vivo e a risalire al suo indirizzo.
RispondiEliminaOra cerchero' di contattarlo per posta, vediamo cosa ne esce :)
Ma sei troppo .... troppo GRANDE!
RispondiEliminaIl matto
Enrico Pedrotti parlava di "Jaroslaw il boemo". Cosa intendeva per "boemo" ? Potete aiutarmi ? liciax@gmail.com
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