Oggi "Repubblica" on line pubblica alcune foto estratte dal libro "Fragile Earth" pubblicato in Italia da De Agostini con il titolo "Il Pianeta fragile. Immagini di un mondo in pericolo". Le immagini fanno impressione: il lago Aral com'era nel 1973 e come è riuscita a ridurlo in 30 anni la dissennata politica economica dell'URSS, distruggendo una terra fertile e insieme ad essa un'intera popolazione (Ryszard Kapuscinski, Imperium, Universale Economica Feltrinelli per approfondire). Il lago Ciad, sparito o quasi, il fiume Colorado dopo alcune stagioni di precipitazioni scarse.
E per restare in tema montagnino, ecco le foto del Muir Glacier (Alaska) il cui fronte in 60 anni è arretrato di 20 chilometri e il cui spessore si è assottigliato di centinaia di metri.
Muir Glacier settembre 1976:
Muir Glacier settembre 2003:
E qui di seguito 2 foto della zona del ghiacciaio Upsala, Patagonia Argentina:
Upsala Glacier 1928:
Upsala Glacier 2004:
Entrambi i siti sono dichiarati dall'UNESCO Patrimonio ambientale dell'umanità.
Sulle condizioni del lago Aral, collegata alla dissennata gestione dell'economia da parte dell'Unione Sovietica e della repubbliche attuali (Uzbekistan e Kazakistan, non c'è alcun dubbio. Tra l'altro il fatto che il sottosuolo sia ricco di gas naturale, impedirà qualsiasi tentativo di rivitalizzazione del lago. Sugli altri fenomeni, ritiro dei ghiacciai ecc., c'è molta discussione in atto, se siano legati a cambiamenti climatici "naturali" o alla mano antropica dell'uomo, inquinamento ecc.. Sta di fatto che il fenomeno esiste e che non facciamo nulla per arginarlo o quantomeno contenerlo. Quello che tutti o molti sembrano dimenticare è che noi viviamo all'interno di una "scatola" chiusa, la quantità di energia immessa più o meno volontariamente, in qualche modo si deve sempre trasformare. Allora un piccolo "sacrificio" da parte di noi umani nel ridurre la quantità di energia in circolo, non sarebbe poi così male.
RispondiEliminaGuido
Guido, consiglio anche a te il libro di kapuscinski se non l'hai letto: era un grande.
RispondiEliminaRiguardo al resto, quest'estate un fisico mi diceva: i climatologi non ne sanno un accidente, e lo ammettono loro stessi. Troppo brevi i tempi sui quali si puo' fare ricerca rispetto alle ere geologiche ed ai mutamenti climatici.
Quello che è evidente a tutti pero' e' come usiamo di questo pianeta come se le sue risorse fossero inesauribili, ma non e' cosi'.
Nell'economia del universo la natura in qualche modo ci mettera' pezza, ma da capire se con noi o senza di noi.
Che tristezza guardare queste foto.
RispondiEliminaPovera Terra