martedì 15 gennaio 2008

Valanghe

(foto Wikimedia Commons, licenza public domain)

Estratto da "Nivologia e valanghe" di Luigi Telmon
breve trattato di nivologia ad uso dei partecipanti del news group it.sport.montagna, del quale consiglierei la lettura integrale.

"Valanghe di neve a debole coesione

La mancanza di coesione, caratteristica della neve fresca all'inizio del metamorfismo di isotermia o della neve molto bagnata, determina un tipo di distacco pressoche' puntiforme. Basta il movimento di pochi cristalli mossi dal vento o di un piccolo grumo di neve caduta da un albero, da un sasso, da una cornice, per determinare, per urti successivi, il moto spontaneo della valanga che, su un terreno uniforme, tende ad assumere la forma di una pera.

Anche forti vibrazioni sonore quali esplosioni, bang supersonico, battimenti del rotore di un elicottero relativamente vicini, possono provocare un distacco, se la neve si trova gia' in equilibrio instabile.

Se la causa del distacco e' uno sciatore, a differenza della valanga di lastroni in cui la frattura avviene normalmente a monte dello sciatore stesso, il moto della valanga di neve a debole coesione inizia, normalmente, a valle degli attacchi degli sci. Lo sciatore che provoca questo tipo di valanga, generalmente, nel momento in cui la provoca non viene coinvolto (ad esempio se e' in salita o in discesa diagonale); puo' esserlo, invece, se sta scendendo con una serpentina, in quanto la sua velocita' e la sequenza stretta di curve puo' portarlo a valle del punto di distacco prima che la neve abbia vinto l'inerzia dell'inizio del movimento, per cui lo sciatore puo' non fare in tempo ad accorgersi di aver messo in moto la valanga. Va da se' che chi si trovasse gia' a valle e sulla potenziale traiettoria della valanga puo' essere travolto.

Se la neve e' molto bagnata, la sua velocita' non supera, in genere, i 30 - 50 Km/h. e il moto resta radente. Se, invece, la neve e' asciutta, tanto piu' se e' molto fredda, le particelle in movimento, superata la velocita' critica, valutata in 70-80 Km/h, o incontrando ostacoli ed asperita' del terreno, cominciano a sollevarsi nell'aria ed il moto, da radente, diventa nubiforme. In questo caso la velocita' puo' raggiungere e, talvolta, superare, i 300 Km/h, esercitando pressioni, sugli ostacoli ortogonali al moto, dell'ordine di 50 t/mc, mentre l'aria che viene spostata sulla fronte e sui lati (soffio) puo' arrecare danni anche al di fuori della traiettoria della valanga.

Queste sono le valanghe piu' devastanti e pericolose per gli abitati ed i manufatti e si verificano, in genere, durante o poco dopo una abbondante nevicata, di giorno come di notte, specialmente con temperature basse. Il distacco, in genere, e' piu' precoce sui pendii soleggiati, (metamorfismo di isotermia piu' rapido e quindi perdita della coesione feltrosa in anticipo) per cui, sui pendii esposti ai quadranti settentrionali, piu' freddi, il pericolo dura piu' a lungo."

fonte: Gen.Luigi Telmon

- Istruttore Militare scelto di sci;
- Istruttore Militare scelto di alpinismo;
- Alpinista Accademico Militare;
- Esperto Militare di neve e valanghe;
- Paracadutista militare;
- Pilota civile di aeroplano da turismo;
- Esperto valanghe del Servizio Valanghe Italiano -C.A.I.;
- Maestro di sci della Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) iscritto al Collegio di Trento
- Istruttore nazionale della Federazione Italiana Sicurezza Piste da Sci (F.I.S.P.S.);
-
Istruttore nazionale di nivologia e valanghe del Servizio Valanghe Italiano del C.A.I. (S.V.I.C.A.I.)
- Dott. in Scienze Strategiche.
E' insignito dell'onoreficienza di Cavaliere al merito della Repubblica.

5 commenti:

  1. io vorrei bruciare giornali e giornalisti che parlano di "strage", "montagna assassina" e ca...volate varie. la montagna per fortuna è ancora lei, nonostante l'uomo cerchi di violentarla ripetutamente. e quindi si fa rispettare, non tutti gli uomini e non sempre possono fare a modo loro. lei esige rispetto delle SUE regole

    RispondiElimina
  2. Ma cosa volete che vi dica, sparare sui giornali, sui media è oggi sopratutto come sparare sulla croce rossa, nel senso che tanto ormai sappiamo il livello di pressapochismo, sopratutto quando poi devono affrontare argomenti abbastanza particolari. Quello che però colpisce e che in qualche modo si lega ai post precedenti, è l'approccio a questo mondo da parte di molti, sopratutto in questi ultimi anni. In fin dei conti fruire della montagna, della natura in generale, ha le sue regole che significano tante cose. Rispetto di quello che si trova, sacrificio per ottenerlo (un po' di sana fatica non guasta mai), saper rinunciare quando è il caso, non è detto che si debba ottenere sempre tutto ad ogni costo, saper gioire anche di cose più semplici, l'adrenalina in corpo la si può ottenere, se è proprio quella che si va cercando, anche guardando la neve che ammanta un bosco e non necessariamente sempre sfidando ad ogni costo il pericolo. Non voglio sembrare "barboso", avendo comunque fatto il '68, non rinuncio nulla delle contestazioni fatte, compreso quando assieme a tanti altri più famosi di me si cominciò a parlare di sassismo a contestare un certo modo di vedere l'arrampicata ecc. Però credo che ci sia un limite a tutto e sopratutto mentre un tempo si contestava, però si facevano sulla propria pelle le esperienze, oggi c'è molto della "cultura" della rapina, prendo quello che mi spetta e scappo.Non rispetto i luoghi e gli ambienti per quello che sono e che sopratutto dovrei contribuire a mantenere. C'è una grande tristezza e miseria in questi attegiamenti, quasi a trasmettere un senso di noia anche quando si dovrebbe gioire per certi spettacoli che la natura sa offrire. Che dire se non per chi vuole e chi può, continuare a testimoniare certe idee, forse qualcuno udrà e capirà.
    Guido

    RispondiElimina
  3. e' sempre colpa nostra. A volte poi ci si mette anche la sfiga. Quello sciatore che e' morto a marilleva, per esempio, se ho capito bene dove e' successo, ha avuto una sfiga galattica: l'ho fatto 100 volte quel pendio, pensare di restare sotto a una valanga li'... e infatti non sono nemmeno convinta che sia andata come l'hanno raccontata.

    Comunque una cosa e' certa: la montagna non e' assassina, sta li', se c'e' neve instabile scarica, se ci sei sotto ti investe. Punto.

    Guido, e' tutto spostato e strano: una volta si faceva scialpinismo in primavera, ora si inizia subito. Il clima era diverso, le motoslitte non c'erano, gli impianti nemmeno.

    Ora e' tutto banalizzato, sembra tutto facile, in un attimo si e' in cima, che vuoi che sia.

    RispondiElimina
  4. grazie cara fra! mi hai ricordato che il generalissimo aveva scritto tutte quelle info importantissime... che avevo pure stampato! e visto che siamo in tempo "corsi cai", le rispolvero e le passo a quello sciamannato del moroso...vedi mai che qualcosa prim o poi gli entri in zucca....;)
    elena

    RispondiElimina