martedì 5 febbraio 2008

Distruzione ideale

marmolada3-vi

La Marmolada dal Nuvolau

 

«Per gli alti ideali di Mountain Wilderness quello delle Funivie Tofana - Marmolada è un modo sfrontato di fare turismo, ma anche i nostro è un ideale: quello di utilizzare per lo sport la montagna. Ideale che hanno lo stesso identico peso del loro». (fonte: giornale l'Adige di oggi)

Ha lo stesso peso l'ideale di chi usa un bene comune per interessi privati che l'ideale di chi questo bene comune difende.

Queste le considerazioni dell'avvocato De Vecchi, rappresentante della difesa di Carlo Vascellari, Luciano Soraru e Mario De Cesaro, fatte a margine del processo contro Funivie Tofana - Marmolada S.p.A. per la violazione dell'articolo il 181 del decreto sulle autorizzazioni in materia ambientale. Processo concluso con la condanna degli imputati ad 8 mesi di reclusione (con le attenuanti meno del minimo previsto per il reato) cancellati dall'indulto, e la non menzione.

Era il secondo atto del processo di cui riferivo qui, la parte relativa all'inizio dei lavori in assenza di autorizzazione da parte della Provincia.

De Vecchi ha infine aggiunto che la "selvaticità" difesa da Mountain Wilderness «non può essere un elemento per chiedere risarcimenti. Anzi, qualcuno dovrebbe rendere conto delle spese di questo processo» (fonte citata).

Tutti contenti, in definitiva: M.W. perché si è sancito il fatto che la montagna non è proprietà degli impiantisti, la Società Funivie perché una pena ridicola sottolinea la modestia del reato commesso.

Per Mountain W. resta il fatto che a difendere la Marmolada come parte civile doveva presentarsi la Provincia e non un gruppo di iscritti ad un'associazione di volontari.

3 commenti:

  1. Chissà perchè, ma non mi stupisce il fatto che non si siano presentati rappresentati della pronvincia.

    Tempo fa qualcuno ha detto che la provincia è una specie di "mafia"... come darle torto?

    Misty

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  2. Francesca,
    leggo e commento con un po' di ritardo i tuoi post, che hanno il valore delle cose che rimangono. Infatti quando ho un po' di tempo leggo tuoi vecchi post. Per questo caso non conosco i dettagli del problema, conosco M.W. le sue battaglie che condivido pienamente e forse conosco anche l'approcio di chi crede che comunque l'ambiente sia un bene economicamente sfruttabile ad ogni costo. Forse è anche venuto il momento di cominciare a smettere di pensare che l'unico pensiero imperante sia l'economia, i bilanci, il PIL... quando io ero piccolo non si sapeva neanche che cosa era la borsa eppure la società civile viveva lo stesso e forse meglio di adesso. Forse dalle popolazioni di montagna quelle che hanno anche avuto ed hanno la fortuna di vivere a contatto con un ambiente migliore, dovrebbe ripartire una voglia di riscatto rispetto ai valori veri della vita, quelli che in passato hanno contrassegnato la vita di tante generazioni.
    Guido

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  3. guido, qui un paio di riferimenti sulla questione marmolada:
    http://terrealte.blogspot.com/2007/11/distruzione-e-deturpamento-di-bellezze.html

    Ci ho fatto una discussione accesissima con una cugina che abita in paese e vive di turismo. Quello che per me e' cultura da salvaguardare, per lei e' vita dura e poverta' da dimenticare e rifiutare. E la via di mezzo non la vede. Lo sviluppo sostenibile non entra nel suo orizzonte, il fatto che ormai tutti vivano di turismo o del suo indotto e che nessuno in valle abbia problemi economici, e che quindi quel che c'e' basta e avanza non lo vuole vedere.

    Che gran parte del personale venga da fuori, che ogni nuova struttura faccia arricchire i soliti noti e non porti un cent in pui' ai residenti non vuole entrarle nella zucca.

    E che quando sara' tutto distrutto e tocchera' di nuovo seminare patate, non e' un problema di domani. Ci pensera' qualcun'altro.

    Sgrunt!

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