lunedì 11 febbraio 2008

Nelle Terre estreme

JON KRAKAUER
NELLE TERRE ESTREME
Editore: CORBACCIO
ISBN: 9788879729253

Be', mi è piaciuto abbastanza e non me lo aspettavo. Di Krakauer ho letto, anni fa, "Aria sottile" e, pur restando incollata alle pagine fino alla fine, mi sono portata a casa una viscerale antipatia verso l'autore. L'ho trovato supponente, legato a una visione della montagna che non mi appartiene, poco obiettivo nel racconto e con poca pìetas nei confronti di chi ci ha rimesso le piume.

Non avrei quindi letto "Nelle terre estreme" se non me l'avesse consigliato, in tempi non sospetti, ovvero ben prima dell'uscita del film, un amico che non sbaglia mai un consiglio librario: "E' una bella storia, molto malinconica".

Intanto non c'e né supponenza né arroganza, Krakauer invece simpatizza evidentemente con le inquietudini giovanili del protagonista, si immedesima nella ribellione e nell'esperienza on the road, cerca di ricostruire e di capire. Non condivido la posizione di chi accusa l'autore di sciacallaggio,  o di aver fatto "cronaca su una vicenda piuttosto squallida" senza nessuna riflessione.

Ha ripercorso per mesi, con il consenso e il sostegno della famiglia, il girovagare (molto americano peraltro) di Chris, ha parlato con le persone che l'hanno incontrato, letto i suoi scritti, ricostruito con attenzione quasi due anni di vita del ragazzo accompagnandolo nella sua avventura fino in Alaska, alla radura dell'autobus 142. Krakauer riconosce tantissimi ragazzi e anche sé stesso nell'assolutismo e nel desiderio di purezza e di avventura di Chris e nel suo modo di non scendere a patti con la realtà che gli sta stretta, ma soprattutto non lo giudica.

Pur sapendo dall'inizio come andava a finire mi è stato difficile mollare le pagine fin quando non l'ho terminato, e anche dopo sono tornata più volte con il pensiero al libro e alla sorte di Chris e dei suoi genitori.

Non sarà il libro del secolo, d'accordo, Krakauer non è un grande scrittore, ma ha saputo raccontare una storia intensa e l'ha raccontata bene.

3 commenti:

  1. I casi della vita.... domani sera andremo a vedere "Into the wild" (il film di Sean Penn, trasposizione cinematografica del libro di Krakauer). Lo so che sono due modi diversi di raccontare una storia e quasi sempre il libro è molto meglio del film (come sempre o quasi, la parola scritta genera sensazioni a volte superiori all'immagine....). Però mi riprometto di leggere quanto prima il libro (intanto ho già scaricato la colonna sonora da Itunes, visto che mi piaceva). Devo dirti che per tanti motivi (compreso il DNA della mia famiglia paterna), noi siamo stati e saremo sempre dei "discreti" viaggiatori, sopratutto in "certo modo", quello che piace a mia moglie ed a me. A questo aggiungici la mia età e quindi il pre e post '68, girando l'Europa con " un dito fuori", capirai perchè mi sono sempre appassionato a certe cose. Quanto prima vorrei scrivere un post su Ella Maillart, grande giornalista, scrittice e viaggiatrice Svizzera degli anni trenta/quaranta (chissà come mai non abbiamo mai pensato di fare un film sulla sua vita ... almeno a me non risulta). Ciao Guido

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  2. Non e' proprio un caso ;) l'hanno ristampato con l'uscita del film, prima era quasi impossibile da trovare.

    Scrivilo il post su Ella Maillart, mi interessa molto.

    Ho letto l'anno scorso "La via per kabul" della Schwarzenbach e non mi ha entusiasmata, nonostante lei sia un tipo interessante. Mi e' parso frammentario, poco omogeneo, un po' irritante. Lei pare piu' presa nei suoi casini e nelle sue dipendenze che in quello che vede attorno a se'.

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  3. Francesca,
    Ho letto l'anno scorso "La via per kabul" della Schwarzenbach e non mi ha entusiasmata, nonostante lei sia un tipo interessante.

    Se ti capita leggi la della Maillart "La via crudele" (edizioni EDT ma credo anche altre). E' il racconto fatto dalla Maillart con la Schwarzenbach, dall'Europa a Kabul. Può darsi che la mia sia una valutazione di parte (come si è capito stravedo per i libri ed i racconti della Maillart), però penso che ne valga la pena.
    Caio Guido
    P.S. Nel 2000, girando in camper d'inverno nel Vallese sono passato a Chandolin nella valle di Anniviers, per visitare la casa dove la Maillart a vissuto gli ultimi anni della sua vita, oggi piccolo museo.Posto splendido con splendida vista sul Cervino.

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