martedì 19 gennaio 2010

Maiali a chi?

Il finimondo scatenatosi attorno al gruppo di ricerca internazionale e all’esperimento sulla sopravvivenza in caso di valanga, ne ha consigliato l’interruzione immediata con grande rammarico del neonato Istituto per la Medicina d’Emergenza in Montagna dell’EURAC (il vagamente autoreferenziale “innovativo centro di ricerca e di formazione” altoatesino), componente italiano del team di ricercatori in collaborazione con la clinica universitaria di Innsbruck: “L’equipe di ricerca composta da ricercatori provenienti da Austria, Germania, Norvegia, Alto Adige, e con collaborazioni negli USA esprime il proprio rammarico per la scarsa attenzione riservata alla rilevanza medica e scientifica dell’esperimento [..] Le domande scientifiche alla base dell’esperimento riguardano la velocità con cui avviene il congelamento e l’individuazione dei fattori che proteggono l’organismo dalla mancanza di ossigeno e che permettono di sopravvivere per qualche ora. Ciò potrebbe evitare di dichiarare morte persone che hanno ancora una chance di riprendersi.

Negli ultimi 20 anni abbiamo condotto indagini sulle valanghe sia attraverso i verbali degli incidenti, che tramite esperimenti con volontari […] Queste ricerche hanno permesso di perfezionare il trattamento clinico e le attrezzature come l’ARVA. Grazie ai risultati delle ricerche scientifiche, negli ultimi 25 anni il tasso di mortalità si è ridotto del 75%(*)

Cos’aveva di speciale l’esperimento che si stava svolgendo in questi giorni in Tirolo, già autorizzato dalla Commissione ministeriale etica austriaca, da sollevare dubbi e perplessità trasversali, da scandalizzare dalla Lega Nord ai Verdi, LAV e comuni cittadini? Semplicemente che i soggetti utilizzati nelle prove di valanga non erano propriamente volontari o modelli matematici, ma 29 maiali vivi. Una parte degli animali, collegata ad apparecchiature mediche varie, destinata a morire soffocata sotto qualche metro di neve, un’altra parte, con la testa fuori per permettere la respirazione, di ipotermia, mentre i ricercatori ne documentano l’agonia e la morte. Brutto, molto brutto.

L’esperimento è stato fermato dopo il sacrificio dei primi nove maiali, perché “Non vi erano più le garanzie per lavorare con la necessaria tranquillità(*)” dichiara infatti il dottor Brugger, responsabile Istituto per la Medicina d’Emergenza in Montagna, al Corriere. Un gruppo di una decina di manifestanti minacciava di tornare in forze per fermare l’esperimento.

Non è possibile fare altrimenti, dicono all’EURAC, non è possibile simulare in laboratorio le alterazioni fisiopatologiche. Michela Kuan, responsabile settore Vivisezione Lav, invece, contesta nettamente l’approccio metodologico della ricerca: “L'anatomia e la fisiologia del maiale, infatti, sono differenti dalla nostra specie: parametri come il diverso spessore cutaneo, rapporto tra masse grassa e magra, frequenza del battito cardiaco e distanza degli arti dal cuore, rendono i risultati inapplicabili all'uomo(**)

E’ vero che il corpo di un suino è molto diverso da un essere umano – ribatte Brugger – ma a noi interessava studiare le reazioni termiche, che sono quelle più vicine a noi in tutto il regno animale […] i risultati sono molto utili e ciò è dimostrato dalla partecipazione internazionale all’esperimento e dai risultati che l’università ottiene da più di 20 anni con questo tipo di studi(*)”

Gli animali, peraltro, rassicura Brugger, erano trattati in modo che non avessero da soffrire durante l’esperimento: allevati in una stalla modello, sedati prima del trasporto, trasportati con ogni attenzione, quindi anestetizzati all’arrivo. E la loro morte, garantisce ancora Brugger, è stata totalmente indolore.

pancetta

Si può dire lo stesso dei maiali trasportati in giro per l’Europa nei TIR, ammassati gli uni sugli altri, spesso maltrattati, affamati e assetati sotto il sole cocente?  Li trattano con attenzione perché non subiscano traumi che invaliderebbero l’esperimento? Li anestetizzano prima di macellarli e farli diventare speck o salsicce?

Mi sono scandalizzata anch’io a leggere dell’esperimento. Poi sono andata in cantina a guardare quella pezza di speck. E mi sono sentita un po’ cretina.

Inutile fare le anime belle e poi andare a spararsi un panino al prosciutto per premiarsi della propria sensibilità. Quei 20 maiali che si sono salvati le setole nella Ötztal finiranno Bauchspeck dal primo macellaio di Innsbruck, difficile che muoiano di vecchiaia.

E allora? Che si può fare per non fare i talebani? Per potersi indignare per gli esperimenti senza essere ipocriti? Diventare vegetariani. E chi non se la sente? Mangiare meno carne, questo è possibile. Quella poca, “buona”, di provenienza certa, possibilmente di animali allevati in regione, di bestie non stressate. E pretendere almeno il rispetto degli animali anche nella filiera alimentare. E’ impossibile? 

(Rileggendo il testo mi sorge un dubbio: “risultati che l’università ottiene da più di 20 anni con questo tipo di studi” dice Brugger. Sono 20 anni che si soffocano maiali sotto la neve e ce ne accorgiamo adesso? E c’è bisogno di soffocarne altri? O gli esperimenti erano di tutt’altro genere, e quindi c’entrano, con il nostro discorso, come i cavoli a merenda e Brugger è stato un tantino pretestuoso?)

 

(*) fonte: Matteo Pozzi, Corriere dell’Alto Adige di sabato 16 gennaio 2010 pag.5;

(**) fonte: Corriere della Sera on line

 

11 commenti:

  1. Condivido la necessità di trovare una certa coerenza nelle nostre scelte di consumo - per quanto sia possibile!
    Ho trovato spunti interessanti sulle questioni etiche dell'alimentazione e dell'essere carnivori, anzi onnivori, nel bel volume di Pollan "Il dilemma dell'onnivoro". Ne consiglio una lettura, tra l'altro molto piacevole ;-)

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  2. grazie dell'info, Stef. Vedo su IBS che e' piaciuto molto a tutti coloro che l'hanno letto. Peccato che al momento non sia a catalogo.

    (abito a 300 metri dalla biblioteca, guardo li')

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  3. invece c'e' a catalogo, che diavolo ho guardato? :O

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  4. Tanti anni fa (1985), al Festival del teatro di Santarcangelo, la compagnia Magazzini Criminali fece coincidere il brano sull’eccidio dei palestinesi di Sabra e Chatila con l’abbattimento (del resto, già programmato) di un cavallo. Sì, una macellazione con uccisione, scorrimento di sangue, scuoiamento, sezionamento e via così. Consci della responsabilità del ruolo, gli attori principali (veterinari e macellatori) ce la misero tutta: mai cavallo fu così coccolato e la sua potè essere definita una morte "dolce". Il giorno dopo apriti cielo!!! Tutta l'Italia scoprì che la sua bistecca era prima una cosa viva. Processi, anche giudiziari, finiti nel nulla: la legge era stata più che rispettata.
    Tutti con gli occhi luccicanti di lacrime davanti alla morte di un animale, tutti con gli occhi altrettanto luccicanti davanti ad una fiorentina, tagliata, costina , prosciutto, speck, formaggio... Già, formaggio. Quanti sanno che il formaggio viene fatto con il latte destinato al cucciolo, cucciolo che è un surplus, un sottoprodotto da vendere al miglior offerente, come i piccoli agnellini sardi?
    Tutti commossi dai beagle, ma la mattina davanti allo specchio, spalmandosi la cremina, quanti pensano a chi l'ha provata prima di loro? O quando lavano i piatti? O quando si sciacquano le.....?
    Per favore, basta ipocrisia! E basta anche criminalizzare chi, nel suo lavoro,cerca di avere un rapporto il più rispettoso possibile della sua "vittima".

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  5. Son contenta che anche questo blog sia in vena di pipponi etici, iniziavo a sentirmi un po' sola ;)

    Pollan è illuminante e senz'altro da leggere (ma il tema portante del libro non è l'essere carnivori/vegetariani, occhio!)

    Baci, va' :)***

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  6. >Gli animali [...] Brugger, è stata >totalmente indolore
    O_o

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  7. Tranqui, equipaje, ne conosco almeno altre 3/4 vechie suocere rompiglioni fuori dal tempo e fuori dal mondo, non sei sola su questa terra ;)

    (ho letto tempo fa "buono da mangiare" di Marvin Harris, anche quello con un interessante punto di vista sulla cultura del cibo: http://tinyurl.com/yena8qc )

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  8. bobbi, grazie. Non e' che mi senta meglio eh, ma va bene cosi'

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  9. giovanni... eh!

    possibile che non si possa vivere senza far soffrire qualche essere vivente? No, non si puo'. Cerchiamo almeno di farlo soffrire il meno possibile, e di renderci conto che viviamo perche' qualcuno muore.

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  10. No, non si può vivere senza far soffrire altri esseri viventi. Non è necessario mangiare troppa carne, si può tranquillamente dimezzarne il consumo e anche di più, senza avere conseguenze per la salute o per la corretta ed equilibrata alimentazione. Ecco, il problema è sapersi fermare, capire dove è il confine tra il necessario o l'utile e il superfluo. Il problema è tutto qui. Se è..."etico"...uccidere il maiale (come si faceva un tempo per avere cibo per passare l'inverno..)non lo è per levarci "lo sfizio" della fettina di speck o per i succosi pranzi di Natale (che poi si butta via quasi tutto...). Occhio, tra un pò sarà Pasqua, avanti con i capretti, ma davvero è quello che vogliamo?

    Per gli esperimenti sulla sopravvivenza alle valanghe dico che siamo all'orrore. Se ci fossero meno scemi che fanno fuori-pista e meno cretini che non seguono i bollettini o i consigli degli esperti, ci sarebbero meno morti (tra gli umani). Di conseguenza meno... "bisogno".. di inventarsi simili orribili esperimenti.

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