mercoledì 21 maggio 2008

Trekking senz'auto

Il trekking si fa a piedi per definizione. O no? No. Da casa si parte in auto, e se non è un giro ad anello ci sta che si parta addirittura con due auto.
Il numero di questo bimestre della RdM, la storica pubbblicazione di CDA-Vivalda, è dedicato alla montagna senza auto. Sette proposte di località raggiungibili solo a piedi o con mezzi pubblici, o per lo meno dove è possibile muoversi e camminare senza dover usare per forza l'auto. Le proposte di RdM spaziano dall'Oberland alle colline senesi a Chamois. Due di queste località le conosco molto bene: Bolzano e la Val Venosta.


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Sas de Putja e Odle dall'altopiano del Renon
Aggiungo la mia: lo Spatuzzatrekk(*), anno 2006, con quella svitata di mia sorella adottiva Valeria. Una versione riveduta e corretta del "ferro di cavallo" di Sarentino, che fatto come viene proposto dall'APT non ha senso e non è nemmeno questo granché, soprattutto la prima tappa. Siamo partite da casa a Bolzano a piedi (Valeria da Milano in treno) e tornate a casa in bus.
Giro molto gratificante, sempre in vista delle Dolomiti, non troppo faticoso, divertente. Tappe "umane" con dislivelli accettabili e durata fra le 5 e le 7 ore.(**)
In estrema sintesi, ecco le nostre tappe. Lo so dovrei scrivere la relazione da un anno e 3/4...
1 tappa: casa bolzano -stazione a valle della funivia del Renon (piedi) - Collalbo-Klobenstein (funvia/trenino) - rifugio Corno del Renon/Rittner Horn Haus (m.2261, CAI Bolzano, tel. 0471/356207). A piedi, m.1.200 dislivello circa.
2. tappa: rifugio Corno del Renon/Rittner Horn Haus-Rifugio Croce di Latzfons/Latzfonser Kreuz Hütte (m.2311, privato, tel. 0472/545017) - Dislivello in salita: m.510 circa; Dislivello in discesa: m. 451 circa. A piedi
3. tappa: Rifugio Croce di Latzfons/Latzfonser Kreuz Hütte-Rifugio Forcella Vallaga/Flaggerscharte (m.2481, CAI di Fortezza, Telefono:0471/625251), per il Tellerjoch. Dislivello in salita: m. 550 circa. Dislivello in discesa: 350 circa.
(In teoria. Che nel 2006 il rifugio era chiuso! per forfait del gestore, e noi ci siamo zuppate la discesa supplementare di 1.100 metri fino a Durnholz/Valdurna per dormire al coperto, e il giorno appresso la salita di altri 1.100 metri. L'anno seguente il rifugio era apertissimo)
4. tappa: Rifugio Forcella Vallaga/Flaggerscharte-Passo Pennes/Penserjoch, pensione Alpenrose. (m.2215. tel. 0472647170.) Dislivello in salita 375 m. (sorvoliamo sui 1.000 e rotti da Durnholz al Vallaga...) m. 625 in discesa.

Hoher Zahn/dente Alto - Pflerscher Tribulaun/Tribulaun di Fleres - Gschnitzer Tribulaun/Tribulaun (di dentro) - Schwarzwand/Croda nera da sopra Passo Pennes


5 tappa: Passo Pennes-Riobianco/Weißenbach per il Giogo delle frane/Gröllerjoch, ai piedi del Corno Bianco di Sarentino/Sarner Wießhorn. Dislivello: 350 m. insalita, 1225 in discesa.
e quindi, da Riobianco, in bus di nuovo a casa. Ecologiche e contente :)
(*) spatuzze=scarmigliate
(**) son due giorni che cerco gli appunti precisi presi a caldo, che ho da poco riposto "qui così sono sicura di trovarli". Umpf! Quando li trovo finisco la relazione e la posto sul sito.

12 commenti:

  1. Ah che foto!!! Il Renon e l'altopiano di Villandro sono postri strabelli (come tutti i Sarentini). Il corno l'ho fatto con le ciaspole, compreso ritorno al tramonto.. Dolomiti in fiamme.. che magon al sol pensarghe!!!


    Misty

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  2. Francesca,
    bella l'idea della RDM, ogni tanto riescono a colpire con numeri molto particolari. Bello anche il tuo giro. Poi il Renon, la valle Sarentino, ci "girava" mia moglie da quando aveva 4 anni, nel 1961 in poi. Forse altri tempi, così come pochi anni anni dopo, nel 1968 è passati da Bolzano a Catania (dove ha vissuto con i suoi genitori, trentina e romagnolo) per un anno intero. Riporta sempre ricordi di "altri mondi". Quest'anno per riprendere con i ritmi lenti, torneremo alle ferie in bicicletta. Le prime furono nel 1974, poi alla fine degli '80 e primi anni '90. Adesso avendo superato entrambi i 50 anni si riprende, con un "aggregato" molto entusiasta, nostra figlia. I mezzi sono un po' cambiati ma per il resto, tenda, sacco a pelo, fornello, tutto come una volta.... anche e sopratutto lo spirito è quello di sempre.
    Ciao Guido

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  3. Francesca,
    bella l'idea della RDM, ogni tanto riescono a colpire con numeri molto particolari. Bello anche il tuo giro. Poi il Renon, la valle Sarentino, ci "girava" mia moglie da quando aveva 4 anni, nel 1961 in poi. Forse altri tempi, così come pochi anni anni dopo, nel 1968 è passati da Bolzano a Catania (dove ha vissuto con i suoi genitori, trentina e romagnolo) per un anno intero. Riporta sempre ricordi di "altri mondi". Quest'anno per riprendere con i ritmi lenti, torneremo alle ferie in bicicletta. Le prime furono nel 1974, poi alla fine degli '80 e primi anni '90. Adesso avendo superato entrambi i 50 anni si riprende, con un "aggregato" molto entusiasta, nostra figlia. I mezzi sono un po' cambiati ma per il resto, tenda, sacco a pelo, fornello, tutto come una volta.... anche e sopratutto lo spirito è quello di sempre.
    Ciao Guido

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  4. misty, se ti capita, te lo consiglio quel giro :)

    fatto a fine agosto, incontrato quasi nessuno. ciapa' de tut, neve, acqua, sole... bello

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  5. guido, se la smette di piovere, cidenti! sto "pestolando" come si dice da queste parti, sono impaziente, ho voglia di monti, e piove! anzi, diluvia.

    (L'avete tirata su bene, Irene :) )

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  6. guarda che se continui così... mi auto-invito e quest'estate vengo a farmi accompagnare sul percorso di uno di questi trekking ;-))

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  7. Marzia, sul Renon ci sono anche le pecore ;)

    (mica tante come da te eh, ma ci sono)

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  8. Va' quanti bei post nuovi :)

    Ho appena finito di guardare le immagini dello spatuzza-trek, dedica sul libro del rifugio incluso, eheheh :DD
    Attendiamo relazione scritta (commenti su Hansjorg inclusi, eh! :)))

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  9. equipaje, abbi fede, intanto ho ritrovato gli appunti. Non so che cosa mi abbia indotta a pensare che il cassetto inferiore del comodino, insieme alla bigiotteria delle uova di pasqua, al tubo di crema per mani vuoto da mesi, ai segnalibri che regalano in libreria e a una sveglia rotta fosse un posto da "qui sono sicura di trovarli". Mah.

    intanto ti anticipo: Hansjorg.. slurrrp :P:P

    ogni tanto con Valeria lo nominiamo ancora :P

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  10. ciao,
    quest'anno non so se riesco a fare il trekking del "ferro di cavallo" ma può essere che l'anno prossimo...volevo sapere per cortesia perchè non hai fatto le tappe proposte dall'APT, come da programma.
    grazie
    mandi, mandi
    Fabio

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  11. Fabio, non ho fatto le tappe dell'APT perche' conosco i posti piuttosto bene e:
    la prima tappa, da sarentio alcorno, come la propongono loro e' demenziale: faticosa, ripida, chisa in una valle senza interesse e senza soddisfazione paesaggistica. Se non vuoi morire gia' il primo giorno dovresti farti portare con l'auto fino all'ultimo maso prima dell'attacco del sentiero, quindi ciao trekking senz'auto.

    Da Klobenstein/Collalbo invece è varia, non troppo faticosa, con scorci bellissimi sulle dolomiti nell'ultimo tratto, non occorre l'auto.

    La tappa n.6 da Riobianco al rifugio Valcanova o al rifugio Merano a Merano 2000 comporta uno spostamento sgradevole su asfalto da fare a piedi, una perdita di dislivello notevole da recuperare ancora su asfalto, e il reso della tappa non e' nulla di speciale. Paesaggisticamente insulsa, in una valle chiusa, per arrivare a merano 2000 fra impianti di risalita, laghi per l'innevamento artificiale, cannoni sparaneve, strade...

    l'ultima tappa, con merano 2000 alle spalle, e' molto bella per la prima parte, poi, arrivati alla Sarnerskihutte, e' una lunga discesa su asfalto o un ripido sentiero che incrocia cmq l'asfalto molto spesso. Vista sul paese di sarentino, bello ma non so quanto valga la candela.

    Se ti servono altre info scrivimi pure all'indirizzo che trovi qui:
    http://draft.blogger.com/profile/00384611385121876037

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