venerdì 27 marzo 2009

Südtiroler kitsch

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Eggental/Val d'Ega

"I sudtirolesi, dopo aver salvato valli bellissime, sembrano oggi animati da un'immaginazione suicida". Queste parole sferzanti di Pietro Citati, pubblicate in un editoriale del quotidiano "la Repubblica" nell'agosto 2005, hanno stimolato una riflessione generale sulle nuove tendenze architettoniche in Alto Adige. Uno dei cardini della discussione lo "Jodlerstil", come lo chiama il consigliere provinciale dei Verdi Hans Heiss, ovvero il Südtiroler Kitsch di molti alberghi e pensioni. Torri e torrette, proliferazione di archi, erker, affreschi, colori pastello. "Molte .. costruzioni sono espressione tragicamente ironica di un delirio progettuale perpetrato dai progettisti pronti a soddisfare, chiavi in mano, le richieste di un mercato che promuove una falsa identità locale"(*). Tra l'altro di questi esempi se ne trovano ormai molti anche nel Trentino, che con l'architettura altoatesina non ha, storicamente, molto da spartire.

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Falsa identità locale, il paese di Heidi, o come un turista si immagina il paese di Heidi. Paesi sempre più finti, fondali di cartapesta per la recita della montagna pittoresca ad usum turisti. Ancora Disney, equipaje, sarò fissata?

Un esempio di quello che intendo è nelle foto di questo post. Ma dovreste vedere Ortisei! Anzi, uno di questi giorni vado a fare un giretto con la fotocoamera. E inauguro un nuovo tag: caccialkitsch (anche l'orribile va bene): materiale ne ho già abbastanza da farci un blog.

Che ti credi, Terre basse, di avere l'esclusiva? ;)

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Eggental-Val d'Ega

(*) Luigi Scolari, architetto, direttore del periodico "Turrisbabel" - Quotidiano Alto Adige 24.08.2005 pag. 17)

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5 commenti:

  1. mah... non so se sia peggio il kitsch che proponi tu o l'horror moderno di certe località di montagna qui. per fortuna che poi ci sono certi gioiellini conservati nel tempo e magistralmente restaurati negli ultimi anni (vedi val maira)

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  2. "Il vero problema sono gli operatori turistici, i quali suppongono che il turista ami questi elementi."
    Luigi Scolari,Quotidiano Alto Adige 24.08.2005 pag. 17
    Gli operatori turistici hanno ragione, non suppongono a caso.
    Cercate di vedere quello che oggi è la cultura in Italia e capirete che chi evade dal suo quotidiano non cerca il "quotidiano" altrui, ma quello che lui vorrebbe che fosse. Topolino come fumetto non interessa più a nessuno, tutti vogliono Topolino come si vede a Disneyland.
    Se certe schifezze poi vengono realizzate la "colpa" non può essere imputata a chi ci lucra sopra: lui fa il suo mestiere. CHI gli da il permesso di farlo? A Bologna, in centro storico, i colori delle facciate sono da scegliere dentro una gamma imposta dal comune(comunisti!). E una casa blu e fucsia te la scordi!
    "Fra il resto, gli stessi elementi tradizionali, quelli veri e propri, tecnicamente non sono più realizzabili. La tecnologia attuale non lo permette.Gli stessi artigiani non sono più in grado di eseguire i lavori come facevano i loro nonni»." Scolari, op. cit.
    Che si stia perdendo la conoscenza del "mestiere" è indubbio, troppa gente si spaccia per quello che non è, ma una professionalità vera è un investimento che costa anni di gavetta. Tutto si può fare, anche come lo si faceva una volta, ma quello che conta alla fine è chi fa l'offerta economicamente più vantaggiosa.
    Una considerazione finale, anche in riferimento a tutto l'articolo dell'Alto Adige: BENVENUTI IN ITALIA!!!!!!

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  3. Vedi, vedi. Ero ferma all'idea di "Mcdonaldizzazione" del mondo e già mi devo mettere al passo:

    The Disneyization of society

    (interessasse, c'è pure qualcosina in italiano ;)

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  4. ci sarà anche qualcosina in italiano ma io sono tonta e non lo trovo HELP

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  5. Vera, prova a cercare in rete "Vanni Codeluppi" + disneyzzazione e qualcosa trovi. Sul tema ha poi sicuramente detto qualcosa anche U. Eco, se e quando mi torna in mente te/ve lo fo' saper
    (ma esiste un argomento su cui Eco non abbia detto la sua?)

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