martedì 9 marzo 2010

Rami secchi

Fare e disfare è tutto lavorare diceva mia nonna. E per fare e per disfare occorron soldi da buttare.

“In metrò da Bolzano a Caldaro: sì al progetto Leitner da 200 milioni” titola oggi l’Alto Adige. Una magnifica idea per avvicinare tutti i paesi della destra Adige al capoluogo, sollevare dal traffico e dall’inquinamento la città e dalle code infinite della mattina e della sera gli abitanti di Appiano, Caldaro, San Paolo molti dei quali lavorano a Bolzano. Un progetto di mobilità alternativa che cova da tempo nei corridoi di palazzo Widmann (sede della Giunta Provinciale), variamente pensato e modificato e ora pare, finalmente, in dirittura d’arrivo.

E che diavolo ho da lamentarmi? Che il metrò di superficie da Bolzano a Caldaro c’era ed ha funzionato dal 16 dicembre 1898 al 28 giugno 1971. Che ora sul tracciato della vecchia ferrovia c’è, per mia grande soddisfazione visto che ne faccio sovente uso, la ciclabile che parte da casa mia e arriva dritta sparata fino quasi a Trento.

vecchia ferrovia

Galleria del trenino Bolzano-Caldaro sul tracciato della ciclabile

Ok, altri tempi, altra idea di mobilità, delle PM10 non si parlava, della chiusura del centro al traffico d’inverno nemmeno, ma porca miseria che spreco!

Che spreco allora a dismetterla e che spesa oggi a rifarla. Peraltro, mica è la sola: i cosiddetti rami secchi “potati” in Alto Adige sono parecchi: la Ferrovia Elettrica Brunico-Campo Tures, la Ferrovia Lana-Postal, la Ferrovia della Val Gardena e la mitica Ferrovia delle Dolomiti che collegava Dobbiaco a Cortina e proseguiva poi per Calalzo sul percorso della quale oggi si disputano una gara di granfondo di mountain bike e una gara di sci da fondo.

stazione[1]
Ex ferrovia delle Dolomiti: un pezzo del tracciato nel quale ancora si vedono (e sentono) le traversine una delle vecchie stazioni


E vogliamo parlare delle ferrovie dismesse in Trentino? La Ferrovia Rovereto-Arco-Riva, la Tramvia Dermulo-Fondo-Mendola, ovvero dell’Alta Anaunia e la Ferrovia della Val di Fiemme. Anche sul tracciato di quest’ultima è stata fatta una splendida ciclabile sulla quale si disputa ogni anno una granfondo.

Fa un po’ impressione soprattutto in questi giorni nei quali si sente riparlare in Trentino di Metroland: una montagna di soldi, quasi 5 miliardi di euro teorici ma quanti in realtà non si sa, per perforare mezzo Trentino e costruire ferrovie in galleria per collegare le valli fra loro con un metrò provinciale. Spero che vi ricordiate che nel frattempo staranno scavando il BBT, il tunnel di base del Brennero,

viadottoViadotto della ex ferrovia della val di Fiemme

che perforerà per anni la regione da sud a nord per il raddoppio della ferrovia con l’idea di spostare il traffico pesante dall’A22 ai treni.

Moltissime le perplessità attorno a Metroland sia per i costi esorbitanti che per l’enormità dei lavori previsti e per l’impatto ambientale: due nuove tratte: una verso Tione attraverso la  Vallagarina e il Bassa Sarca e una verso la val di Fassa e il Primiero passando sotto la catena del Lagorai. La tratta della Valsugana che già c’è  dovrebbe essere potenziata ed elettrificata e la Trento Malé, che già arriva fino a Marilleva, prolungata fino a Fucine e forse a Cogolo di Pejo.

Una seria analisi dei bisogni e dei costi, però, in Trentino manca. Manca un progetto serio, e pure la sicurezza del dove far uscire i soldi. I tempi di realizzazione molto lunghi mentre la mobilità nelle valli è incasinata adesso. galleriapiccola

Vecchia ferrovia della Val di Fiemme

La mobilità pubblica su ferro sta poi così a cuore che la sera non c’è verso di muoversi in treno fra Trento e Bolzano, il collegamento diretto fra Bolzano e Roma è stato soppresso dalle FFSS e si sta ancora brigando e discutendo su chi aprirà il portafoglio per ripristinarlo: per ora ci han pensato le Ferrovie Germaniche.

QUI un interessante approfondimento critico sul progetto e, per par condicio, QUI alcune voci a favore. (Occorre dire da che parte tendo? E, parola di giovane marmotta, non sono affatto affetta da misoneismo. :P)

TrenoGard04aSantaCristina[1]

La ferrovia della val Gardena vicino a Santa Cristina. (foto Wikipedia Italia, grazie a Mauro Bottegal che l’ha ceduta)

10 commenti:

  1. Mi pare un esempio classico di "scava la buca, riempi la buca". Di' la verità: era mica keynesiana, la tu' nonna? ;)

    (e ci ho pure una domanda offtopic, posso?)

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  2. insomma in Piemonte siamo stati fortunati che era sopravvissuta la Ciriè-Lanzo, che hanno persino rimesso a posto dopo l'alluvione del 1994?
    (E peccato non fosse passata centoventi anni fa la proposta di fare un ramo anche fino a Viù)

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  3. sempre in piemonte, diventerà una ciclabile una vecchia ferrovia dismessa nelle campagne pinerolesi

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  4. prima dovevamo correre (...corre corre la locomotiva...),poi dovevamo correre di più
    (nuvolari..),poi ci siamo intruppati nelle code e non si corre più abbastanza. Vai di nuovo con la locomotiva... ma fermarci un attimo a guardarci attorno no?

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  5. ehi, odor di primavera ed escono gli orsi dal letargo? ma bensentita signora equipaje!

    Dica dica, sono tutta orecchi

    la mi nonna era una vecchia cornacchia col cuore tenero di un legionario. Ma se non c'era lei non ci sarebbe nemmeno più questa casa.

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  6. Anche qui non hanno potato proprio tutto .mau.: questa invece è una bella storia di lungimiranza:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_della_Val_Venosta

    http://tinyurl.com/ydhghyz

    (ma ti avevo gia' visto col cappello giallo? :D )

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  7. ...per costruirne una nuova fra qualche anno, marzia?

    (mica ce l'ho con le ciclabili, anzi!)

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  8. Una delle critiche al megaprogetto Metroland, bobbi, è che non bisogna incentivare il via vai fra le valli e il capoluogo, bisognerebbe far si che i valligiani non sentano l'esigenza andare su e giu' dal paese a trento.

    Insomma, deve na calmada e sentave gio.

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  9. Ma cosa ci avrete da muovervi tanto, dico io :D

    No, mi domandavo: la pianta nell'angolo in basso a sinistra nella foto del viadotto [8] di pietra parrebbe, e sottolineo parrebbe, un ailanto. Credevo non crescessero oltre i mille metri, ecco. Ma forse lì siamo sotto i mille metri, e/o quello non è un ailanto?

    (E abbia pazienza, neh, che quando noi orsi usciamo dalle caverne ci mettiamo sempre quelle due-tre settimane a spolverare i neuroni ;)

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  10. neurone in letargo ma occhio di falco, signora orsa: pare un alianto puramme e siamo ben sotto i 1000 metri, in quella foto. Ipotizzo sui 600 ma domattina sono piu' precisa.

    Oddio, mattina forse no... cmq saro' piu' precisa.

    (e come la capisco, signora mia, lei e il suo neurone! io il mio lo sto ancora cercando ;) )

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