giovedì 29 gennaio 2009

1500 vittime in 20 anni. Su per giù.

Luc

Laugenspitze - Monte Luco: il famoso canalone valanghivo

Il Corpo forestale dello Stato in un comunicato stampa dà i numeri:

- 117 gli interventi in montagna nel 2008 riconducibili alla neve, fra soccorso in valanga, sulle piste, in parete.

- 100 e oltre (che vuol dire oltre 100? 199 o 101? mah!) le persone recuperate in valanga, 37 delle quali lievemente ferite e 7 ferite gravemente, 10 morte. (E gli altri? che potrebbero essere più di 100? Andati a casa tranquilli e beati, parrebbe)

- 1500 circa i travolti da valanga negli ultimi 20 anni, su per giù 80 all'anno, con una media di 20 morti all'anno. Circa.

- il 95% delle valanghe che hanno travolto qualcuno sono state causate dal passaggio di persone e solo il 5% da distacchi spontanei

- Il maggior numero di incidenti si verifica nei fine settimana nelle ore centrali della giornata fra i 1800 e i 2600 metri. Le pendenze dove si sono avuti più incidenti sono fra i 28 e i 35 gradi. E questo mi pare ovvio: nei fine settimana e nelle ore centrali della giornata c'è in giro più gente, sotto i 28° è difficile che si stacchino valanghe, sopra i 35° non è pieno di sciatori.

Questa poi me la devono spiegare:

"- Solo nelle Regioni a Statuto ordinario si contano 125 valanghe ogni anno.  A livello nazionale si sale ad una media di 190 ogni anno"

Embè? Che diavolo vuol dimostrare questa suddivisione? E poi: 190 valanghe in totale? Quindi il corpo forestale interverrebbe a prestare soccorso in più della metà delle valanghe che avvengono su tutti i monti d'Italia in un inverno (117 interventi nel 2008). Figuriamoci. Oppure contano anche le valanghe nelle quali è intervenuto qualche altro organismo diverso dal corpo forestale. Questo dato è poco chiaro.

"- Il Corpo forestale dello Stato ricorda come lo sci fuori pista sia una delle cause principali di incidenti sulla neve." Mica vero. Di incidenti da valanga, casomai. Incidenti tout court ce ne sono un bel po' di più in pista.

Insomma, secondo me questo comunicato non dice un cavolo. Un po' di tempo fa avevo trovato i dati AINEVA, aggiornati all'inverno 2002-2003, molto più precisi e interessanti.

3 commenti:

  1. se non mi sbaglio questa foto del luco è stata fatta da est. Da dove esattamente? ciao

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  2. Francesca,
    non conosco i numeri e francamente ho smesso da tempo di guardarli. Quello che so e che vedo settimanalmente da tantissimi anni a questa parte, nelle mie frequentazioni in montagna, è che è fortemente aumentata la "presenza" umana, in pista e fuoripista. In pista non ne parliamo, se solo penso alla differenza tra i primi anni '60 e oggi. Fuoripista è uguale, ho cominciato quando avevo 16 anni ad usare degli sci da telemark, 1970, ti assicuro sugli itinerari quando incontravo due persone era tanto. Non sto criticando anzi sono ben contento che tanta gente si muova in mezza alla natura, specialmente se sono giovani e poi egoisticamente mi pmermette di andare qualche volta da solo, se ti fai male qualcuno lo trovi sempre (poi oggi cell. sms, chi più ne ha ne metta). Con tutto ciò voglio dire che quando si danno i numeri questi dovrebbero essere sempre correlati con la frequenza. I pochi morti di tanti anni fa incidevano di più rispetto agli attuali. Quando poi la frequenza aumenta, aumenta anche la variabilità dei comportamenti individuali e questo comunque incide negli incidenti in montagna. Ti lascio con un episodio accaduto al sottoscritto lunedì scorso scendendo dal GaisHorndl, nell'atterrare dopo un salto ho perso uno sci. Ho impiegato 15 minuti buoni per ritrovarlo sepolto nella neve fresca!!!. Da quì d'ora in poi tornerò ai vecchi e simpatici laccetti (fuori moda ma almeno lo sci non se va per conto suo!!). C'è sempre da imparare qualcosa o da tornare sui vecchi passi.
    Ciao Guido
    P.S. Francamente mi sarebbe scocciato lasciare in terra d'Austria uno sci ci sono ormai affezionato.

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