mercoledì 7 gennaio 2009

Un fantasma si aggira per le Alpi

Alpe Bianca (Piemonte) (dall'istruttiva Gallery di Repubblica Le funivie fantasma)

"Centottanta impianti falliti al Nord: colpa della speculazione. Colate di cemento, terreni sbancati, piloni arrugginiti: la mappa dello scempio" scriveva il 2 gennaio Paolo Rumiz su Repubblica.

In molti casi non è solo colpa del cambiamento climatico, il fallimento dell'impianto era previsto da bel principio. La faccenda, spesso, racconta a Rumiz Luigi Casanova di Mountain Wilderness funziona in questo modo: “Meccanismo semplice, si compra il terreno a basso costo, si cambia il piano regolatore, poi si fa la seggiovia e si costruiscono case al quintuplo del valore”. Se il gioco è spinto aggiunge Rumiz, la seggiovia chiude appena esaurita la sua funzione moltiplicatrice del valore immobiliare.

Cambiano i luoghi, ma il trucco è lo stesso. C’è un pool che compra terreni, fonda una società e lancia un progetto sciistico, con un bel nome inventato da una società d’immagine. L’idea è nobile: “rilanciare zone depresse”, così chi fa obiezioni è bollato come nemico del progresso. A quel punto la mano pubblica entra nella gestione-impianti e finisce per controllare se stessa. Così il gioco è fatto. Il sindaco promette occupazione e viene rieletto: intanto parte l’assalto alla montagna. Per indovinare il seguito basta leggere la storia dei ruderi nel vento."

Anche qui, in Trentino e in Alto Adige, non è che l'esperienza altrui sia servita a qualcosa. Appena rientrato in carica, il presidente della Giunta provinciale di Trento ha dato il via libera al contestatissimo collegamento fra San Martino di Castrozza e il passo Rolle, impianto che attraverserà una zona a protezione totale nel parco di Paneveggio. Le due società che gestiranno il nuovo impianto sono in rosso da un pezzo, quest'estate han dovuto batter cassa presso i comuni (soldi pubblici, sottolineo!) per pagare gli stipendi, ora la Provincia sgancerà un'altra vagonata di soldi per finanziare anche questo scempio: per ottenere il finanziamento per realizzare l'opera iniziale, (così detta perché dovranno poi seguire altri finanziamenti per la realizzazione della pista e il collegamento al Col Verde), dovranno saltar fuori cinque milioni di Euro privati. 

In rete trovo il rendering dell'impatto ambientale dell'impianto sui laghetti del Colbricon:

rendering_colbricon

Saranno il nuovo impianto, la nuova pista e il nuovo scempio a salvare l'ennesima situazione decotta, con i soldi dei cittadini? Di quelli favorevoli e di quelli contrari, peraltro, ai quali tocca pagare il biglietto della seggiovia con le tasse anche se a sciare non va o fa scialpinismo.

Parole, parole, parole... dal programma elettorale di Lorenzo Dellai, rieletto solo un mese e mezzo fa:

"[...] incentivare le imprese impegnate a sviluppare processi produttivi e prodotti a minore impatto ambientale;

[...]

Essere amici dell’ambiente
Le consolidate tradizioni del Trentino ed insieme i rischi derivanti dalle condizioni globali del pianeta spingono a rimettere al centro delle attenzioni la responsabilità verso l’ambiente. Tuttavia essere amici dell’ambiente non toglie la responsabilità di pensare attivamente allo sviluppo futuro del Trentino che deve saper convivere con le risorse straordinarie che ha a disposizione ed anzi deve saper inventare le strade per creare nuova ricchezza proprio grazie alla crescita di una “economia verde”.

I progetti in questo settore sono: [...] frenare la perdita di bio-diversità nell’arco alpino, valorizzando anche il ruolo delle aree protette; sostenere le iniziative dei comuni volte ad attivare reti ambientali; investire, in termini scientifici e imprenditoriali, nel campo delle energie alternative; elaborare un piano di legislatura orientato al recepimento dei protocolli della Convenzione delle Alpi e alla predisposizione di misure adeguate in relazione al cambiamento climatico; sostenere l’iniziativa del distretto “energia e ambiente”; lanciare un programma straordinario diretto a sviluppare iniziative imprenditoriali nel campo dell’industria verde e dei servizi ad essa collegati; potenziare le forme di sostegno alle imprese agricole di montagna; proseguire nell’attività di informazione e formazione dell’opinione pubblica; ridurre la produzione di rifiuti ed alla crescita della quota di raccolta differenziata, secondo gli obiettivi del Piano provinciale; rilanciare il patrimonio alpinistico (sentieri e rifugi) e avviare l’attività della “Accademia della Montagna” del Tonale, intitolandola alla figura di Bruno Detassis; approvare una legge provinciale in tema di tutela degli animali, previo confronto con le associazioni del settore."

Qui la delibera di autorizzazione della Provincia, qui il protocollo d'intesa.

Sul blog di Dello Sbarba il testo completo dell'articolo di Rumiz (nell'archivio di Repubblica non è ancora consultabile)

Qui un altro paio di rendering interessanti, qui "L'immagine ha il solo scopo di rappresentare in linea di massima l'ipotesi di messa in rete della skiarea del Col Verde con la pista del Passo Rolle."

5 commenti:

  1. Stavo aspettando un tuo post sull'articolo di Rumiz...non mi hai delusa.
    Silvia

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  2. ah, ecco, ne hai parlato anche tu... mettendo proprio quell'horror dell'alpe bianca! è una cosa oscena. ne ho già discusso anche qui, in un blog che forse ti potrà interessare http://camoscibianchi.splinder.com/

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  3. Temo sorti simili per i vari "parchi tematici" della costa romagnola i vari aquasù, splshgiù, le barche, acquarium, mega di qua e mega di la, italie lillipuziane, e mirabilworld misti. Con un vantaggio rispetto alla montagna: qui ormai sputtanr l' ambiente più di così è difficile e almeno quel danno non lo si può aggiunge, c'è già.

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  4. Davvero un fantasma che si è risvegliato, l'Alpe Bianca. E ci segnala che le lezioni del passato non servono ad indirizzare il futuro, purtroppo. Come dice DeGregori?
    "E' solo un po' di nebbia che annuncia il sole, andiamo avanti tranquillamente". Pochi che suggeriscono di dare un colpo di timone.

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  5. eh.. e chissà quando si riuscirà ad abbattere quello schifo che deturpa le mie valli.

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