martedì 20 gennaio 2009

Neve e parchi senza pattìne

MeteoBz le sta cannando una dietro l'altra. Sabato davano tempo discreto per domenica, infatti quando mi sono alzata per andare a fare quattro passi per monti, stava nevicando tutto attorno alla città.

Le previsioni di ieri dicevano, invece:

"Il tempo domani:
Su tutta la provincia si prevede tempo perturbato con diffuse precipitazioni, localmente anche abbondanti. Limite delle nevicate a circa 1000 m. Al mattino temperature comprese fra -3° e +2°. Nel pomeriggio valori massimi da 0° a 5°."

Bolzano sta a metri 262 s.l.m. E nevica da ieri sera, porca paletta! Gli regalo un altimetro. Uff!

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Bolzano, m.262 s.l.m., pomeriggio di oggi.

E siccome a equipaje piacciono i dilemmi, ecco che torna d'attualità l'argomento ungulati: un inverno così nevoso li mette in seria difficoltà. Ci sono metri di neve sopra i resti dei pascoli, scavare con le zampe fino all'erba è impossibile, spostarsi per cercare cibo, con la neve un bel po' sopra il petto, è difficilissimo e richiede un grande dispendio di energia, che bisognerebbe reintegrare, appunto, col cibo. Bel circolo vizioso eh?

E dunque, nutrirli con lanci di fieno o lasciar fare alla natura? Come funzionava quando non c'erano parchi, forestali, elicotteri? Perché nevicava anche "sti ani", non è una novità moderna. E nevicava tanto, per diversi inverni di fila, strano era un inverno con poca neve.

Funziona, racconta Luca Pedrotti, biologo del Parco Nazionale dello Stelvio, che in inverni nevosi ci siano perdite fino al 30-35% di capi. Ed è un fattore di regolazione delle popolazioni del tutto naturale. Dopo diversi inverni facili per i selvatici, questo è finalmente un inverno normale. E l'indice di fluttuazione di una popolazione non deve essere calcolato su qualche stagione, ma su tempi lunghi, e sul medio periodo questa si chiama selezione naturale. La buona, vecchia, selezione naturale.

Che, ragionando sui grandi numeri e in aree vaste dove l'antropizzazione non ha ancora stravolto il territorio, mi trova d'accordo. Ma pensare al singolo capriolo affamato che ti guarda implorante con una funivia, un residence, un villaggio turistico fra lui e il fondovalle dove la sopravvivenza sarebbe stata molto più semplice, stringe il cuore.

Pedrotti, pragmatico, smonta in parte questa teoria. «Non c’è dubbio che cento anni fa, in condizioni naturali, cervi e caprioli svernassero in fondovalle e che oggi queste migrazioni stagionali siano in parte ostacolate da barriere di origine antropica. Questo non significa però che i fondovalle siano diventati inaccessibili, perché non è così. In molti casi svolgono ancora questo ruolo, e non è un caso se in inverno è più facile vedere questi animali vicino a case e masi». «[il discorso] starebbe in piedi in casi molto particolari, ma non ne conosco. Certamente non allo Stelvio, e questo vale tanto per la parte trentina che per quella altoatesina. È vero comunque che quarant’anni fa gli inverni avevano mediamente indici di mortalità più bassi, ma questo semplicemente perché le densità medie di cervi e caprioli erano molto minori»(*).

Non ci vuole molto a capire che il dr.Pedrotti è contrario al foraggiamento artificiale, che non si limita, secondo lui, ad interferire in meccanismi naturali ma crea un'ulteriore serie di guasti ambientali: la concentrazione di tanti animali attorno alle mangiatoie provoca danni alla vegetazione e facilita la trasmissione di malattie. Se i cacciatori si stracciano le vesti e fingono un attacco di compassione chiedendo a gran voce che il parco foraggi, è solamente per non perdere quote di prelievo nella prossima stagione venatoria. E se loro ritengono giusto farlo, è legittimo, facciano pure, ma non nel territorio del parco. "[...] come fanno ad esempio tradizionalmente in Germania e anche in Austria, inducendo una dipendenza dall’alimentazione artificiale che snatura fortemente anche il carattere di selvaticità degli animali. A dirla tutta ci sono casi in cui si dovrebbe più correttamente parlare di misure a tutela del patrimonio zootecnico, visto che di selvatico - per esempio certi cervi bavaresi - hanno proprio poco. A mio modo di vedere preferisco quindi mille volte che sia l’inverno a fare selezione, piuttosto che i cacciatori. Perché quella dell’inverno è una selezione certamente naturale e certamente efficace e mirata, e quindi benefica.(*)"

Come andrà a finire, quante saranno le perdite, è difficile dirlo ad ora. Le nevicate precoci han sorpreso gli animali ancora in forma, dovesse la neve sciogliersi presto probabilmente ci sarà scarso o nessun incremento della mortalità. Se nevicasse ancora e l'inverno fosse lungo «Allora andrà verosimilmnete a finire come nel 2000-2001. Andremo a raccogliere le carcasse col camion(*)»

Bisogna ricordarsi, però, che caprioli e cervi non sono in via d'estinzione, anzi, in forte espansione.

Un po' di carne al fuoco eh? I cattivi che fanno i buoni, i buoni che condannano a morte i dolci cerbiatti, il parco che una volta tanto fa un ragionamento che, per quanto doloroso, è sensato e lontano dalla retorica buonista e lo riesco a capire; ma il singolo cervo in difficoltà mi commuove.

Regulus regulus (foto MPF; fonte wikimedia commons, licenza GNU)

E i miei pennuti? La mia mangiatoia in questo contesto come la posiziono? Mi accontento di giustificarmi dicendo che l'ambiente cittadino bla bla i piccoli numeri bla bla, così sono a posto con l'etologia e l'ecologia e la coscienza? O viceversa evito di uscire sotto la neve, domattina, lasciando fare a madre natura, così sono a posto con l'etologia e l'ecologia e la coscienza (e non mi becco il raffreddore)?

Non c'è niente di semplice a questo mondo, l'ecologia è un gran casino mentre tutti si sentono in diritto di pontificare, poche posizioni sono inattaccabili. E non tutte quelle che ci si avvicinano sono anche umane.

Be', sappiatelo, mi tengo le mie contraddizioni: Pedrotti ha ragione e io torto, ma me ne impipo. Domani aggiungo le noccioline, che con questo tempaccio, povere bestiole!

PS: è arrivato anche il regolo :)

(*) da un'intervista di Mauro Fattor a Luca Pedrotti, pubblicata sul Quotidiano Alto Adige dell'8 gennaio u.s.

Un po' dopo aver pubblicato il post, io che sono sempre sulla notizia e non mi faccio scappare niente :P, tramite Marzia scopro sul blog di Legno e fieno (che dovrei leggere più spesso, sisi), che si stanno già scannando fra ambientalisti e parco del Gran Paradiso per lo stesso motivo. E la blogosfera ambientale (che ambientalista può essere malinterpretato :P) si divide.

Lo specifico per correttezza: ho scoperto l'acqua calda ma almeno non ho copiato :)


13 commenti:

  1. forse bisognerebbe anche dire che l'elevata concentrazione di cervi nel parco dello Stelvio è tutt'altro che "naturale" ma indotta dall'uomo (caccia). I cervi, che non sono scemi, hanno capito da tempo che stando dentro il parco non corrono il rischio di essere fucilati come quelli che stanno fuori.

    Quindi se la concentrazione dentro il parco fosse meno alta, molti cervi potrebbero sopravvivere perché le risorse alimentari sarebbero sufficienti per molti esemplari.

    Invece sarà un massacro comunque: o è la neve, o sono i cacciatori mascherati da selecontrollori.

    Cioè si continua e si continuerà a fare pasticci tremendi con la natura, rimediando agli errori con una pezza peggiore del buco.

    Mentre noi giochiamo a fare esperimenti (vedi orsi) chi ci va sempre di mezzo, volenti o nolenti, sono gli animali.

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  2. L'elevata concentrazione di ungulati è, almeno nelle Alpi Occidentali, ovunque, non solo nei Parchi: parlo soprattutto di cervi e caprioli, visto che gli stambecchi sono in fase di "regressione" (mi scuso per il termine non ecologicamente corretto). Questo per una politica miope, frutto anche di un'opinione pubblica ignorante che blocca la gestione faunistica lanciando l'immagine del "Povero Bambi" e impedendo i piani di abbattimento.
    I cacciatori, che NON sono dei santi, operano comunque all'interno di regole e leggi. E comunque alla fine chi ci rimette è sempre il pastore/montanaro e non certo l'animale. Ma questa è una lunga storia.

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  3. lunga storia, caro marco (o johndeere che dir si voglia)... hai visto che, alla fine, sono stati i cacciatori a foraggiare cervi&C. appena fuori dal parco del GP?
    così evitano che si selezionino naturalmente oggi, per poterli gustare con la polenta domani. oltretutto, li attirano fuori dal parco...
    bah. la politica della montagna ai montanari, e basta ambientalisti che sproloquiano, animalisti che chiamano i veterinari perchè ci sono le pecore nella neve!
    scusate, ho il dente avvelenato ;-)

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  4. Non c'è niente di semplice a questo mondo [...] poche posizioni sono inattaccabili.

    Ed è precisamente in questa difficoltà che sta l'aspetto intellettualmente intrigante e stimolante, no?

    Però i dilemmi mi piacciono sino ad un certo punto: per l'esattezza sino a quando non andiamo in loop come criceti nella ruota.
    Apparentemente è possibile solo problematizzare, e d'accordo, facciamo pure i sociologi. Ma poi occorre anche fare, e qui non se ne esce: come ti muovi-parli-posti facendo-affermando qualcosa, sbagli.

    (Dubbio: ma se oggi li nutriamo con lanci di fieno domani lanceremo loro anche le ciaspole?)

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  5. E comunque ora lei, Terre Alte, si legge questi due post qui, poi interrogo:

    http://leonardo.blogspot.com/2007/05/salvare-le-api-fottersi-dei-panda.html

    http://ilpandadevemorire.wordpress.com/perche-il-panda-deve-morire/

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  6. si pero', equipaje, sei scorretta! Leonardo lo conoscevo gia' e molto spesso vorrei aver scritto io quel che scrive lui. 'staltro matto no pero', e non mi ci mancava che qualche altro posto dove perder tempo in rete :D

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  7. Il rapporto uomo/natura è quantomai imbarazzante e complicato perché troppo mediato da cultura ed educazione.

    Ci sto ripensando da tutto il giorno fra mangiatoie per gli uccellini, le mie amate gatte, e l'arrosto per la cena(1). E non mi escono che banalita'.

    O forse sull'argomento e' gia' stato detto tutto e non si puo' che ripetersi.

    Certo e' che:
    - se becco qualcuno che fa male inutilmente a un animale io cerco di fare parecchio male a lui.

    - nemmeno la foresta vergine ormai e' "naturale".

    A meno che non pensiamo anche alla nostra civiltà come naturale, un esperimento evulutivo che puo' finire molto male. In quel caso, l'universo si dara' una scrollatina e dira': "peccato, era un cosi' bel pianetino verdazzurro" e si girera' da un'altra parte. E tutto continuerà a funzionare esattamente come prima.
    Sipario, luci, buonanotte.

    (1) dio o chi per lui abbia perennemente in gloria i gestori del rifugio Giacoletti sul Monviso: dopo una notte in tenda sotto la neve a duemilaesette e una giornata intirizziti a camminare, il loro spezzatino di cervo era SUBLIME! cazzo, ogni tanto lo nominiamo ancora e ci vengon le bave.

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  8. ah, il che non vuol dire: sbattiamocene tanto andra' come deve andare eh, io intanto faccio i comodi miei!

    (forse non serviva questa precisazione, ma non si sa mai)

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  9. il mio molto modesto parere è: nutrirli.

    Perché la società "di un tempo" non esiste più e se vogliamo preservare gli animali dobbiamo adeguarci, certamente con cervello per non sconvolgere l'equilibrio ecologico.

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  10. Marco sei fortunato se i cacciatori che conosci agiscono all' interno di leggi e regole, la mia esperienza nelle terre basse non è la stessa.
    Cuore e ragione, siamo alle solite. Strangolerei (HEI solo per modo di dire eh!) Sagnolli che ha permesso la mattanza del cervo in centro città ma forse non lancerei il fieno per aiutare i bambi. Magari nascondendomi poi in un angolo o sotto terra per la disperazione, ma penso che abbia ragione chi dice di no all' alimentazione artificiale.
    Le mangiatoie? Riempile, riempile anche a costo del rafreddore, qui non si tratta di scelte ecologiche, è pura soddisfazione personale. C'è chi gioisce guardando i propri ucellini in gabbia e chi sente propri quelli liberi attorno a casa, e le nostre bestie bisogna accudirle!

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  11. Fatto sta che da lunedì si prenderanno un'altra botta: perturbazioni atlantiche in serie che potenzialmente potrebbe scaricare un altro bel pò di neve!

    Misty

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  12. Ma ciao Misty, popacia! Ben tornada! :)

    come val el cul...ops la schena?

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  13. @fra: la schiena va nettamente meglio :), il "cerone" che ho acceso a Pietralba sabato scorso ha funzionato :D :P

    Misty

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