mercoledì 17 settembre 2008

Si archivi il cervo!

Hirsch

Il cervo ucciso a Bolzano (Fonte: sito dei vigili del fuoco volontari di Bolzano)

Lo scorso 4 settembre il sostituto procuratore Benno Baumgartner ha depositato la richiesta di archiviazione dell’inchiesta relativa all'abbattimento del cervo sceso nel centro di Bolzano, che tante polemiche aveva sollevato nel luglio scorso. In sostanza il dott. Baumgartner, dopo aver analizzato documenti e testimonianze, si è fatto l'idea che l'animale fosse davvero troppo pericoloso e che l'abbattimento non abbia violato in nessun modo la legge.

In particolare non risulta violato l'articolo 544 del codice penale che considera reato chi uccide un animale "senza necessità": il sostituto procuratore non si è fatto influenzare dalle foto pubblicate sulla stampa locale e si è convinto che la necessità invece c'era. Secondo l'Istituto zooprofilattico provinciale il cervo era di notevole stazza, circa 140 chili di animale in giovane età ed efficienza, in grado di sfondare la rete protettiva stesa dai vigili del fuoco che avrebbe svolto, come si legge nella relazione dell'ispettore forestale Carmignola, solo un ruolo di «mero palliativo psicologico». Era già andata buca la prima volta quando si è tentato di bloccarlo con una rete in un cortile dove si era momentaneamente rifugiato: i due operatori del canile comunale sono usciti a razzo con i capelli dritti dalla fifa inseguiti dal cervo.

Tutto questo autorizza il magistrato a scrivere: «Perciò si può tranquillamente ipotizzare che ai due vigili del fuoco non sarebbe toccata miglior sorte se il cervo avesse deciso di fuggire anche dal parcheggio Mayr Nusser»(*).

Anche sedarlo, secondo Baumgartner, non sarebbe stata una soluzione, non sapendo come il cervo avrebbe reagito nei dieci minuti necessari al farmaco per fare effetto: non si può escludere infatti che avrebbe tentato di sfondare le reti e di fuggire finendo chissà dove e combinando chissà cosa. Peraltro, si legge sulla relazione, il dosaggio richiesto per sedare un animale in quello stato di  stress e di agitazione, avrebbe potuto ucciderlo.

"In conclusione il pubblico ministero definisce «paradossale» lo sdegno morale che l’intera vicenda provocò nell’opinione pubblica nonostante il cervo si fosse introdotto «nell’abitat umano creando effettivo pericolo per le persone...» dimenticando che ogni anno migliaia di cervi vengono abbattuti nei boschi dell’Alto Adige mentre brucano tranquilli..."(*)

La questione non si chiude comunque qui: la relazione sostituto Baumgartner dovrà essere valutata dal giudice per le indagini preliminari, e sicuramente le associazioni animaliste non resteranno a guardare.

Io continuo a pensare che sia stata scelta la soluzione più facile e meno faticosa, tanto era solo un cervo, quante storie, cosa vuoi che sia? E questo atteggiamento si legge chiaramente anche nelle parole del procuratore riportate dal quotidiano locale. Per questo motivo tutte le logiche spiegazioni mi suonano stonate e fastidiose, perché sotto ci vedo un arrogante: ma facciamola finita, era solo un animale!

(PS: la mia amica veterinaria provinciale di una città del centroitalia, 45 chili di peso con gli scarponi, ha sedato e catturato senza spargimenti di sangue un cavallo imbizzarrito, grosso 3 volte il nostro cervo, scatenato nel centro storico della città. Forse la situazione era diversa, non c'ero, ma il sospetto che si potesse fare in altro modo continua a ronzarmi in testa)

* Fonte: quotidiano Alto Adige del 5/9/08, articolo a firma Mario Bertoldi

1 commento:

  1. ancora ci penso a quel cervo, e mi pare fin troppo evidente che quello in pericolo era lui. che si era permesso di fare? invadere l'umano. il panico simbolico diventa pericolo reale.

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