domenica 15 febbraio 2009

Francesco Franzoi, custode di un mondo

francescoFrancesco Franzoi (foto Ruralpini)

C'è un casaro che produce un pecorino meraviglioso, il migliore che abbia mai assaggiato. Questo tizio ha un'azienda moderna e un caseificio a norma Cee costato un occhio della testa, lucido di acciai immacolati, sterile e perfetto, nel quale non ha mai prodotto una forma che sia una. E' lì per far contenti veterinari e ispettori, ma il formaggio viene fatto "alla vecia", secondo tradizione, in altro luogo. Quando lui dovesse smettere di far formaggi, o dovesse adattarsi alle normative, andranno persi mestiere, profumi, competenze.

Una settimana fa ai piedi del Lagorai hanno sepolto Francesco Franzoi, casaro, pastore, malgaro, custode di tradizione, sapori, cultura di quei monti. Con lo stesso modo di vedere le cose, anche se lavorava dall'altra parte d'Italia.

Lontano dallo stereotipo del malgaro chiuso fra i suoi crozi con poca cognizione del resto del mondo, era sindaco della Libera associazione malghesi e pastori del Lagorai e aveva idee ben chiare sui modelli economici compatibili con la salvaguardia delle comunità Alpine: «I modelli globali hanno svuotato il Trentino. Rese inutili le Alpi, portano al fallimento anche il resto dell' economia nazionale. Sussidiarietà, solidarietà e comunità sono l'unica risposta a liberismo, egoismo e xenofobia(*)». In una realtà nella quale il 74% dei giovani se ne va dalle valli alpine prima di aver compiuto i 25 anni e l'età media dei piccoli contadini è di 72 anni.

Nel contempo era una di quelle persone con i piedi ben piantati sulla loro terra, capace di rispondere "Fallo tu" (Fatel ti, col gas; immagino abbia detto) al funzionario che gli spiegava che non avrebbe ottenuto contributi europei per la gestione della malga se non si fosse deciso a fare il formaggio col fuoco a gas. "Qui siamo in mezzo alla legna. Chi pulisce i boschi altrimenti? E perché pagare un milione di lire di gas con tutta questa legna? Il formaggio poi, viene molto meglio col fuoco di legna(**)".

Malgaro da quando aveva 10 anni, in Cadore, in Svizzera infine in Lagorai, prima a malga Cagnon e malga Casalbolengheta, alla fine a malga Valpiana: difficile che chi ha scarpinato un po' su e giù per questi monti non l'abbia prima o poi incontrato.

"Senza di te, Francesco, chi penserà alla nostra montagna?(**)"  

cagnon_sopra

Lagorai, Malga Cagnon di sopra

fonti:
(*) articolo di Giampaolo Visetti su la Repubblica, 14/07/2008
(**) articolo di Renzo Maria Grosselli sull'Adige del 10/02/2009 (clicca sull’immagine per leggere l’articolo)

franzoi 
Storie di pascolo vagante

link:
Cisofilm: a malga Valpiana è stato girato il film Ciso con la regia di Marcello Baldi, morto da poco anche lui. Qui immagini della lavorazione, nelle quali compare anche Francesco. Qui una serie di gallery fotografiche. Quattro parole su Francesco, IMO, che a vedere dalle immagini li ha supportati e sopportati, non avrebbero dato fastidio.

7 commenti:

  1. Ciao Francesca!
    Mi ha commosso, hai fatto bene a portare questi due articoli, inoltre penso che questo identico problema esista anche da tante altre parti, al monte e al piano, per tutti i mestieri, anche quelli appunto legati alla lavorazioni di latte e carne, per cui le tipicità ormai non sono più tali, se vengono riprodotte industrialmente, con mezzi che "uccidono" sapore, odore e identità!
    Grazie!
    Un abbraccio!

    RispondiElimina
  2. Non avrei potuto parlarne meglio.

    Grazie

    RispondiElimina
  3. un lettore me l'aveva segnalato ed anch'io ne avevo parlato qui http://pascolovagante.splinder.com/post/19835219/Quel+che+si+dice+in+giro

    grazie anche a te per l'approfondimento alla notizia

    RispondiElimina
  4. Infatti, marzia, l'ho saputo da te e ti avevo linkato fra le fonti :)

    RispondiElimina
  5. Quel che posso fare io, Ivana, e' di fornirmi per il possibile dai contadini dei dintorni e dal macellaio che lavora con allevatori locali, evitando, sempre per il possibile, la grande distribuzione.

    Per motivi culturali e di economia locale oltre che per la differenza nei sapori anche se spesso costa di piu'.

    Ciao Ivana :)

    RispondiElimina
  6. ma perchè costa di più?
    cosa c'è dietro a quel "di più"?
    se riusciamo a capirlo, spenderemo volentieri quel PIU' :-)

    RispondiElimina