giovedì 8 aprile 2010

Dietro casa

Cima san cassiano

Cima San Cassiano, Alpi Sarentine / Kassianspitze, Sarntaler Alpen

Dietro casa. Dopo aver scalato le più impegnative montagne del mondo, o dopo aver sciato in cento posti diversi, si va a morire dietro casa, su cime facili, su discese semplici, durante scialpinistiche che più classiche non si può, sicure, note, da fare ad occhi chiusi.

Probabilmente è una questione di semplice statistica: dove si va più spesso? dietro casa, ovviamente. Ma non credo sia tutto lì. Dietro casa si abbassano le difese, si sta meno attenti, ci si sente molto sicuri di se’, ci si fida troppo. Si va anche se stanchi, tanto è qui vicino; se cambia il tempo, tanto si torna presto; se c’è poca visibilità, tanto si conosce a memoria; se non si sta benissimo, tanto son 3 orette in tutto.

Pericolo valanghe 3, ma cima Bocche è talmente nota e sicura… Così sicura e tranquilla che un esperto alpinista cresciuto poco lontano, maestro di sci, conosce la salita, punteggiata da molti scialpinisti della domenica, come le sue tasche. Così tranquilla che può fare una via alternativa, su per il canalino. E morirci.

E dietro casa è morto un grande alpinista, uno dei nostri grandi, Luca Vuerich, himalaysta, compagno di arrampicata di Romano Benet e Nives Meroi, compagno di vita della sorella di Nives, Leila. Morto scalando una cascata, a pochi chilometri da casa, e ancora non riesco a mettermela via.

E Reinhold Messner, dov’è che si è rotto un piede? Scavalcando di notte il muro di casa, ovviamente. mentre Cesare Maestri, (non trovo il riferimento, cito a memoria) si rompe le costole cadendo da una sedia mentre appende un quadro in casa.

E quando si smonta da una notte di lavoro, dove si va a fare una sciata, quando si è già stanchi, non c’è tempo per andare lontani, si vuole arrivare a casa presto e andare a letto? Dietro casa, su una classica, tranquilla scialpinistica. Una cimotta che si vede dalla finestra della cucina, che si è fatta d’estate, d’inverno, con tutte le condizioni meteo, cui si è pedalato attorno in mountain bike, una cimotta semplice sopra il rifugio gestito dagli amici… Pericolo 3 anche questa volta, in aumento, dice meteobolzano. Ma cima San Cassiano è tranquilla, che vuoi che succeda?

Succede che a sera a casa si preoccupino, che allertino il 118, che lo vadano a cercare non sapendo nemmeno bene dove. E che lo vedano dall’elicottero il giorno dopo, con la testa nella neve, con gli sci ancora sullo zaino, mezzo sepolto dalla valanga. Da quella valanga che non doveva cadere, non lì per lo meno, non addosso a lui.

Una morte in montagna mi emoziona sempre. Ancora di più quando succede dietro casa, in un posto conosciuto, a una persona conosciuta.

Volevo fare un ultimo post per quest’anno sulle valanghe, e poi non parlarne più. Non volevo fosse questo.

Buon riposo, Sepp, che la terra ti sia lieve.