sabato 31 maggio 2008

La nostra terra

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Catinaccio - Funivia rifugio Coronelle

"Non è vero che tutto il mondo è paese, se dicendo così si vuole intendere che un posto vale l’altro. Può darsi che io sia un po’ campanilista, ma secondo me un posto bello come la nostra regione è difficile trovarlo.

Per questo soffro e mi arrabbio quando vedo che questa straordinaria bellezza viene messa in pericolo dalle speculazioni di un’industria turistica incapace di pensare ad altro che al guadagno immediato; sfregiando l’ambiente, non solo si priva della sua principale risorsa e si autocondanna al fallimento, ma deruba noi e le generazioni future di questo meraviglioso regalo che Dio ci ha fatto: la nostra terra."

Cesarino Fava

mercoledì 28 maggio 2008

Bambole, non c'è una lira!

Pale di San Martino, arrivo della funivia Rosetta

La SIATI, società che gestisce gli impianti di risalita Colverde-Rosetta, controllata per l'87% da 7 comuni del Primiero (Trentino orientale), è in serie difficoltà economiche da diversi anni. Ieri è stato approvato il bilancio che vanta una perdita d'esercizio per la sola stagione 2007/2008 di 700mila euro, mentre i giorni scorsi gli operai, che stanno aspettando ancora gli stipendi di marzo, non si sono presentati al lavoro, mettendo a rischio la prossima apertura degli impianti per la stagione estiva. E in cassa non c'è un cent. 

I comuni  hanno deciso di metterci un'ennesima pezza ricapitalizzando la SIATI entro il prossimo 30 giugno con 1,5 milioni di euro di denaro fresco, sborsato di tasca loro, inizio di un percorso "che prevede l'appoggio della Provincia, probabilmente attraverso il Fondo per lo sviluppo locale, per arrivare a un risanamento radicale della società" (dal Giornale l'Adige di oggi).

Uno dei progetti di cui si parla da tempo è la fusione con la società "Nuova Rosalpina" di San Martino di Castrozza. Ma leggo nel numero on line di Questotrentino del 19 aprile di quest'anno: "Un imprenditore locale di Fiera di Primiero infatti rileva sulla stampa come le due società sciistiche interessate [al collegamento sciistico San Martino-Passo Rolle. N.d.f.] (Funivie Col Verde e la Nuova Rosalpina) abbiano uno scoperto complessivo di 15 milioni di euro. Ciò nonostante, hanno il coraggio di chiedere alla Provincia un finanziamento a fondo perduto di 10 milioni di euro e altri 5 di ulteriore capitalizzazione privata, ipotesi ovviamente impraticabile."

Questo ricordando che la Comunità Europea vieterebbe il finanziamento di società impiantistiche da parte del pubblico.

Comunque hanno promesso per oggi i quattrini degli stipendi, gli operai sono tornati al lavoro e al più tardi fra il 14 e il 21 giugno gli impianti riapriranno per la stagione estiva.

Tutto è bene quel che finisce bene e siamo tutti felici e contenti.

lunedì 26 maggio 2008

Due pesi e due misure

Un'oncia 'taliana o un'oncia todesca? In Italia, politicamente divisa in numerosi stati diversi, la confusione sul sistema metrico e le unità di misura è sempre stata grande. Non solo si usavano unità di misura differenti fra uno stato e l'altro, ma unità di misura con lo stesso nome avevano campioni diversi. Eppure loro si capivano benissimo.

In Trentino il casino era doppio: a periodi si variava dalle misure stabilite da Trento a quelle di Vienna, e nonostante l'unificazione ufficiale della fine del 1800, il popolo ha continuato per anni a  usare le sue, misurando a once, a staia, a piedi, a brozi, a braci, a segadóri. Ma quali, quelli 'taliani o quei todeschi?

Qualche esempio per farsi un'idea:
Trento:
Oncia =28,05 grammi
Libbra sottile (TN)=12 once=336,6 grammi
Libbra grossa (TN)=18 once=509,4 grammi

Piede=0,332 m.
Passo=5 piedi = 1,66 m.
Pertica=2,167 m.
Braccio (usato per il tessuto)=70,3 cm

Pertica=4,686 mq
Staio (rendita teorica di semente)=845,75 mq
Broz=birroccio=dimensione in mq pari ad un campo teorico campione che rende un birroccio di fieno, o di grano. Variabile da zona a zona
segador=1798,5 mq (resa di un falciatore/giornata)zappatore/giornata=540 mq

Mossa=1,0466 litri
Bazeda=6,54 litri
Staio=13,08 litri
Congiale=50 mosse=52,33 litri
Carro di vino=12 congiali=268 litri
Staio per grano=25 litri
Soma di grano=8 staia=200 litri

Vienna:
Oncia =35,04
Lotto=17,52 grammi
Libbra=56 kg

Piede=0,316 m.
Pertica=6 piedi=1,896 m.
Braccio=77,7 cm

Pertica=3,597 mq
Iugero=1600 pertiche=5755,2 mq
Campo=1000 pertiche=3597 mq

Krügel=0,54 litri
Mossa=1,42 litri
Emero=40 mosse=56,8 litri
Staio=61,486 litri

Aggiungo anche un paio di misure di superficie altoatesine, ancora in uso fra i contadini:

Klafter  = 3,59 m2
alte Tagmahd = 802,5 Klafter
Starland = 200,125 Klafter
neuer Graber = 150 Klafter

giovedì 22 maggio 2008

Niente Dolomiti in Cina

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Gruppo del Sella

Dal quotidiano Alto Adige del 18 maggio 2008:

«Gettata via una grande possibilità»
di Lorena Palanga

"Niente più nome “Dolomiti” per la stazione sciistica che sta sorgendo sui monti Sabei non lontano da Pechino. A spiegare il perché di questa decisione è Alessandro Marzola, l’imprenditore altoatesino che, insieme a Michael Seeber, sta portando avanti questo importante progetto. 

Alessandro Marzola, allora la vostra stazione sciistica in Cina non avrà più il nome Dolomiti... 
«Esatto. La decisione l’abbiamo presa nei giorni scorsi, dopo che non ci è giunta nessuna risposta dall’assessore provinciale al turismo e da quegli enti turistici ai quali avevamo inviato una lettera per chiedere la loro opinione sulla faccenda». 

Insomma non avete ottenuto l’appoggio sperato. Siete delusi? 
«No, non direi delusi. Semplicemente abbiamo preso atto del fatto che riguardo a questa faccenda vi era una sorta di indifferenza e siccome noi personalmente non otteniamo nessun vantaggio dal dare il nome “Dolomiti” alla nostra stazione sciistica, allora abbiamo deciso di eliminarlo, così da evitare altre inutili polemiche». 

Vi aspettavate tutto questo polverone? 
«Direi proprio di no. Il nome “Dolomiti” infatti è utilizzato in vari settori e non sono mai sorte polemiche». 

Perché avevate deciso di dare il nome “Dolimiti” al vostro progetto cinese? 
«Pensavamo fosse un’ottima opportunità per far conoscere le nostre zone in Cina. Noi abbiamo portato lì il nostro know how, i servizi e la qualità che offriamo nella nostra provincia, ma per vedere davvero i nostri monti e le nostre bellezze naturali, i cinesi avrebbero dovuto prendere l’aereo e venire in Alto Adige. Come dire, in Cina avrebbero avuto un assaggio, un aperitivo di ciò che avrebbe atteso loro nella nostra provincia». 

Insomma, un’opportunità persa per il nostro turismo... 
«Penso di sì. I cinesi stanno scoprendo lo sci e per le nuove classi dirigenti andare a sciare è un must, una sorta di status symbol. Sono disposti ad investire molto in questo sport e magari invece di andare a sciare in Francia, fra qualche anno avrebbero scelto come meta proprio le nostre Dolomiti». 

Il vostro obiettivo, quindi, era di promuovere il turismo in Alto Adige facendo conoscere i Monti Pallidi in Cina?  «Questo non era, ma è il nostro obiettivo e cercheremo di portarlo avanti anche senza il nome “Dolomiti”. Utilizzando questo termine infatti non avevamo assolutamente intenzione di svendere la nostra patria, fatto di cui hanno accusato, ma anzi di portare dei vantaggi per la nostra terra, facendola conoscere in un mercato ancora così lontano da noi»."

Il tutto in completa buonafede, suppongo. Che occasione persa!

mercoledì 21 maggio 2008

Trekking senz'auto

Il trekking si fa a piedi per definizione. O no? No. Da casa si parte in auto, e se non è un giro ad anello ci sta che si parta addirittura con due auto.
Il numero di questo bimestre della RdM, la storica pubbblicazione di CDA-Vivalda, è dedicato alla montagna senza auto. Sette proposte di località raggiungibili solo a piedi o con mezzi pubblici, o per lo meno dove è possibile muoversi e camminare senza dover usare per forza l'auto. Le proposte di RdM spaziano dall'Oberland alle colline senesi a Chamois. Due di queste località le conosco molto bene: Bolzano e la Val Venosta.


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Sas de Putja e Odle dall'altopiano del Renon
Aggiungo la mia: lo Spatuzzatrekk(*), anno 2006, con quella svitata di mia sorella adottiva Valeria. Una versione riveduta e corretta del "ferro di cavallo" di Sarentino, che fatto come viene proposto dall'APT non ha senso e non è nemmeno questo granché, soprattutto la prima tappa. Siamo partite da casa a Bolzano a piedi (Valeria da Milano in treno) e tornate a casa in bus.
Giro molto gratificante, sempre in vista delle Dolomiti, non troppo faticoso, divertente. Tappe "umane" con dislivelli accettabili e durata fra le 5 e le 7 ore.(**)
In estrema sintesi, ecco le nostre tappe. Lo so dovrei scrivere la relazione da un anno e 3/4...
1 tappa: casa bolzano -stazione a valle della funivia del Renon (piedi) - Collalbo-Klobenstein (funvia/trenino) - rifugio Corno del Renon/Rittner Horn Haus (m.2261, CAI Bolzano, tel. 0471/356207). A piedi, m.1.200 dislivello circa.
2. tappa: rifugio Corno del Renon/Rittner Horn Haus-Rifugio Croce di Latzfons/Latzfonser Kreuz Hütte (m.2311, privato, tel. 0472/545017) - Dislivello in salita: m.510 circa; Dislivello in discesa: m. 451 circa. A piedi
3. tappa: Rifugio Croce di Latzfons/Latzfonser Kreuz Hütte-Rifugio Forcella Vallaga/Flaggerscharte (m.2481, CAI di Fortezza, Telefono:0471/625251), per il Tellerjoch. Dislivello in salita: m. 550 circa. Dislivello in discesa: 350 circa.
(In teoria. Che nel 2006 il rifugio era chiuso! per forfait del gestore, e noi ci siamo zuppate la discesa supplementare di 1.100 metri fino a Durnholz/Valdurna per dormire al coperto, e il giorno appresso la salita di altri 1.100 metri. L'anno seguente il rifugio era apertissimo)
4. tappa: Rifugio Forcella Vallaga/Flaggerscharte-Passo Pennes/Penserjoch, pensione Alpenrose. (m.2215. tel. 0472647170.) Dislivello in salita 375 m. (sorvoliamo sui 1.000 e rotti da Durnholz al Vallaga...) m. 625 in discesa.

Hoher Zahn/dente Alto - Pflerscher Tribulaun/Tribulaun di Fleres - Gschnitzer Tribulaun/Tribulaun (di dentro) - Schwarzwand/Croda nera da sopra Passo Pennes


5 tappa: Passo Pennes-Riobianco/Weißenbach per il Giogo delle frane/Gröllerjoch, ai piedi del Corno Bianco di Sarentino/Sarner Wießhorn. Dislivello: 350 m. insalita, 1225 in discesa.
e quindi, da Riobianco, in bus di nuovo a casa. Ecologiche e contente :)
(*) spatuzze=scarmigliate
(**) son due giorni che cerco gli appunti precisi presi a caldo, che ho da poco riposto "qui così sono sicura di trovarli". Umpf! Quando li trovo finisco la relazione e la posto sul sito.

La strada di fondovalle

Da Egna a Moena ai tempi di Cesare Battisti:

fiemme_battisti

martedì 20 maggio 2008

SAT: Sentieri cancellati

cartelli2 Fonte bollettino SAT primo trimestre 2008: Sentieri cancellati definitivamente dal catasto Sentieri SAT e dall'elenco pubblico ex art. 3 L.P. 8/93:9 al 01-02-2008; lunghezza complessiva dei sentieri cancellati: m.45.570.

Sentiero n.: O 202/B
Gruppo montuoso: PRESANELLA - Giner - Nambino - Serodoli
Località di inizio sentiero o tratto: Ristorante Malghetto Copai
Località di fine sentiero o tratto: Bassetta della Viga
Lunghezza totale precedente: 2.130 m.
Lunghezza tratto cancellato: 2.130 m
Note: CANCELLATO TUTTO: come numerazione è stato cancellato. Una parte del percorso è stato conglobato nel sentiero 202

Sentiero n.: O 218
Gruppo montuoso: PRESANELLA - Giner - Nambino - Serodoli
Località di inizio sentiero o tratto: Malga di Pellizzano di Sopra
Località di fine sentiero o tratto: Val Lorés (b202)
Lunghezza totale precedente: 3.840 m.
Lunghezza tratto cancellato: 3.840 m
Note: CANCELLATO TUTTO: causa fenomeni franosi non risolvibli, è stato cancellato dal catasto

Sentiero n.: O 690
Gruppo montuoso: BONDONE-TRE CIME
Località di inizio sentiero o tratto: Rifugio Ambrosi (Baita Montesel)
Località di fine sentiero o tratto: Cima Palon (b.626)
Lunghezza totale precedente: 4.360 m.
Lunghezza tratto cancellato: 4.360 m
Note: CANCELLATO TUTTO. VIA FERRATA "Pero Degasperi" al Palon. Constatata la grave situazione di instabilità dell'intero versante a seguito del recente e vasto incendio, viene chiuso ed eliminato dal catasto. Le attrezzature verranno smantellate.

Sentiero n.: O 602
Gruppo montuoso: PAGANELLA-MONTE GAZZA
Località di inizio sentiero o tratto: Santel (b.603-610B)
Località di fine sentiero o tratto: pr. La Roda (ex Rifugio C.Battisti)
Lunghezza totale precedente: 22.530 m.
Lunghezza tratto cancellato: 5.730 m
Note: CANCELLATO UN TRATTO: cancellato nell'ambito della presa di posizione sui sentieri della Paganella.

Sentiero n.: O 604
Gruppo montuoso: PAGANELLA-MONTE GAZZA
Località di inizio sentiero o tratto: Andalo (stazione telecabina Dos Pela)
Località di fine sentiero o tratto: pr. Cresta S/E Cima Paganella (b. 602-605)
Lunghezza totale precedente: 4.850 m.
Lunghezza tratto cancellato: 4.850 m
Note: CANCELLATO TUTTO: cancellato nell'ambito della presa di posizione sui sentieri della Paganella.

Sentiero n.: O 605
Gruppo montuoso: PAGANELLA-MONTE GAZZA
Località di inizio sentiero o tratto: Molveno (Ponte sul Rio Lambin)
Località di fine sentiero o tratto: pr. Cresta S/E Cima Paganella (b. 602-604)
Lunghezza totale precedente: 8.850 m.
Lunghezza tratto cancellato: 8.850 m
Note: CANCELLATO TUTTO: cancellato nell'ambito della presa di posizione sui sentieri della Paganella.

Sentiero n.: O 606
Gruppo montuoso: PAGANELLA-MONTE GAZZA
Località di inizio sentiero o tratto: Andalo
Località di fine sentiero o tratto: Passo di S.Antonio (b.602-605)
Lunghezza totale precedente: 9.190 m.
Lunghezza tratto cancellato: 4.620 m
Note: CANCELLATO UN TRATTO: cancellato nell'ambito della presa di posizione sui sentieri della Paganella.

Sentiero n.: O 610
Gruppo montuoso: PAGANELLA-MONTE GAZZA
Località di inizio sentiero o tratto: Maso Toscana (fraz. di Andalo)
Località di fine sentiero o tratto: Passo di S.Giacomo (b.602)
Lunghezza totale precedente: 13.150 m.
Lunghezza tratto cancellato: 8.530 m
Note: CANCELLATO UN TRATTO: cancellato nell'ambito della presa di posizione sui sentieri della Paganella.

Sentiero n.: O 610B
Gruppo montuoso: PAGANELLA-MONTE GAZZA
Località di inizio sentiero o tratto: Santel (b602-603)
Località di fine sentiero o tratto: bivio 610
Lunghezza totale precedente: 2.660 m.
Lunghezza tratto cancellato: 2.660 m
Note: CANCELLATO TUTTO: cancellato nell'ambito della presa di posizione sui sentieri della Paganella.

Ogni promessa è debito: dismessi i sentieri della Paganella.

Il Trentino di Cesare Battisti (1)

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Ravanando per casa del babbo ho trovato questo libro, pieno di dati, tabelle, considerazioni sul Trentino Alto Adige di fine '800 primi del '900. Autore, Cesare Battisti. Bellissimo.

Per esempio:

"EMIGRAZIONE. La popolazione del Trentino ebbe nel primo sessantennio del secolo scorso un graduale aumento, corrispondente ali' incremento naturale annuo della popolazione. L'emigrazione era praticata solo dalle popolazioni alpestri e in misura assai limitata. Era un' emigrazione specializzata, di pochi e non numerosi gruppi pro­fessionali, degli arrotini (moleti) di Rendena, degli spazzacamini di Val di Non o del Banale, dei calderai (paroloti) di Val di Sole, dei segatori (segantini) giudicatesi, dei carbonai di Val Vestine, ecc.. Il paese era insomma in grado di mantenere tutti i suoi figli. Ma soprav­venuto il distacco della Lombardia e della Venezia dall'Austria, il Trentino, che era una fiorente regione industriale, subì una enorme crisi economica, poiché i suoi prodotti trovavano sfogo solo verso il mezzogiorno. Le nuove barriere doganali e l'impossibilità di trovare nell'interno della monarchia, per ragioni geografiche e politiche, campi adatti di smercio, segnarono il crollo dell'industria trentina. Ne subì di contraccolpo una scossa anche l'agricoltura, in buona parte unita all'industria. Si aggiunsero, fra il 1870 e 1890, terribili calamità: le malattie del gelso e della vite, le inondazioni, e, come non bastassero le calamità di natura, lo sgoverno provinciale e la trascuranza assoluta dello Stato, sempre disposto a sacrificare le nazionalità meno numerose alle maggiori.

L'emigrazione s'impose come una triste necessità, le Americhe ospitarono stabilmente decine e decine di migliaia di trentini. Il paese non solo perdette l'incremento naturale annuo della popolazione, rispondente a circa il 9 per mille, ma costrinse all'esilio un numero maggiore dei suoi figli. Dal 1880 al 1890 la popolazione complessiva del Trentino diminuì da 351689 a 349203.

Nel 1900 era salita a 360179. Nel 1910 a 386437(*). Indizio questo di un piccolo miglioramento economico sopravvenuto. Con l'aumento dell'ultimo decennio il paese non è per anco arrivato a mantenere tutto l'aumento naturale della popolazione. Il fenomeno migratorio persiste quindi, in proporzioni ancora altissime (circa il 6% della popolazione), per quanto possa ritenersi ridotto della metà in confronto di quanto era quindici o venti anni addietro.

L'emigrazione è ora in prevalenza continentale, verso regioni tedesche; di emigrazione perma­nente non vi è più traccia. Anche quelli che si dirigono nelle Ame­riche tornano dopo pochi anni. I distretti dove l'emigrazione fu mag­giore in passato, e lo è tutt'ora, sono quelli alpestri.

Una statistica del 1911 ci offre i seguenti dati:

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IMMIGRAZIONE: Nel Trentino immigrano annualmente, dalla primavera all'autunno, circa 2000 operaie bellunesi, che si dedicano alla lavorazione della terra. Vengono dal Regno inoltre quasi tutti gli operai (circa 1000) addetti alle fabbriche di cemento, calce e laterizi. Certe professioni (barbieri, sarti e in minor numero fabbri) sono esercitare quasi esclusivamente da regionali."

(Segue...)

(*) 507.030 al 31.12.2006

lunedì 19 maggio 2008

Die Eismänner

E' una credenza dei contadini dell'area tedesca tramandata nei secoli: bella o brutta che sia la primavera, gli Eisheiligen, i santi di ghiaccio, (o Eismänner, gli uomini di ghiaccio) non perdonano. A metà maggio, giorno più giorno meno, piove, scendono le temperature di diversi gradi, si batton denti, e finché non è passata die kalte Sophie resta il rischio di gelate notturne e bisogna stare allerta.

I 5 gelidi santi maggiolini della tradizione tedesca sono:
Mamerto – l'11, Pancrazio il 12, Servazio il 13, Bonifacio il 14 e il 15 maggio la fredda Sofia (il sito Santi e Beati non è d'accordo sulle date di questi ultimi due).

Il meteo del mare del nord, delle pianure centrali o delle Alpi è molto differente e non paragonabile, le osservazioni degli ultimi 50 anni sembra non confermino questa convinzione, il calendario gregoriano ha spostato avanti le date di diversi giorni, insomma scientificamente la cosa non sta in piedi, sono balle, superstizioni da contadini ignoranti.

Fatto sta che ogni anno con la mia amica tedesca, ombrello in mano e giaccavento addosso, ci diciamo: "per forza, sono gli Eismänner!" e prima della kalte Sophie non pianto il basilico nemmeno davanti alle statistiche di tutti i meteorologi del mondo.

Pflanze nie vor der Kalten Sophie.
(non piantar nulla prima della fredda Sofia)

Pankraz, Servaz, Bonifaz/machen erst dem Sommer Platz.
(Pancrazio, Servazio e Bonifazio/all'estate fanno spazio)

Vor Bonifaz kein Sommer, nach der Sophie kein Frost.
(prima di Bonifacio non c'e' estate, dopo la Sofia non c'è gelo)

Von Nachtfrost du nie sicher bist, bis Sophie vorüber ist.
(Non sei mai al sicuro dalle gelate notturne/prima che sia passata la Sofia)

Mamerz hat ein kaltes Herz.
(Mamerzo ha il cuore freddo)

PS: anche oggi piove

domenica 18 maggio 2008

No gh'é caren senza os

No gh'é caren senza os.
(Non c'è carne senza osso)

Caren fa caren e vin fa sanc
(Carne fa carne, vino fa sangue)

Done, ani e biceri/no se i conta mai
(Donne, anni e bicchieri non si contano mai)

En montagna, se no se 'n porta no se magna
(in montagna se non se ne porta non se ne mangia)

Gh'é pù dì che luganeghe
(Ci son più giorni che lucaniche)

Chi che l'é tes no 'l crede al famà
(Chi è sazio non crede all'affamato)

Sul tompestà no val benedizion
(sul grandinato non c'è benedizione che tenga)

A magnar candele se caga stopini
(a mangiare candele si cagano stoppini)

En te i pontaròi/se conosce i boni bòi
(I buoni buoi si riconoscono in salita)

L'arbor che no fa frut s'el taia
(l'albero che non fruttifica si taglia)

En campagna bisogn narghe/en botega starghe
(In campagna bisogna andarci/in bottega starci)

domenica 11 maggio 2008

Suonate pure! Io ho suonato abbastanza...

ciancigattiOggi sull'Alto Adige:.
"..scusatemi, ma ho dovuto proprio andarmene. Miei cari, amici miei carissimi, arrivederci. Arrivederci nell'amore e nella pace di Dio." E il suo viso sorridente, lo stesso che compare sulla prima di copertina del libro di Sandro Ottoni a lui dedicato.

Chi era Alois Steneck, in arte Cianci Gatti? Lo spiega benissimo la quarta del libro:

"Certo, l'armonica. Cianci Gatti è un virtuoso dell'armonica a bocca, sa trarne ciò che vuole: l'assolo più struggente come la complessità strumentistica di un'orchestra, la purezza di una goccia d'acqua che cade, un treno che sì allontana e mille altri suoni con cui crea le cornici per le sue interpretazioni. E tuttavia non c'è solo il i musicista e la sua passione mai sopita per la "piccola", c'è un talento più ricco e versatile di cui merita render conto. C'è l'artista di cabaret, inventore di scenette e di canzoni, il mimo, il cantante, l'attore comico, capace di interloquire e divertirsi con un piccolo pubblico in un'osteria o in un tabarin. C'è il "poeta di strada", come lui dice dell'amato Prévert. E allo stesso tempo l'altro Cianci: l'uomo di spettacolo, l'artista dei varietà e delle platee internazionali, la celebrità della Tv. Ma c'è anche la vita di Cianci, c'è il fascino di una narrazione che sembra un romanzo, che reca enigmi, che svolge un intreccio senza risparmio di colpì, che offre una conclusione e forse un'agnizione. C'è il testimone di un "epopea" italiana che si vorrebbe già dimenticata: gli anni del fascismo, la partecipazione alla guerra, Bolzano e il suo inesausto dramma confinario, l'orrore del suo lager, la fatica del dopoguerra, gli entusiasmi del "boom" e avanti..."

Qui una breve biografia.

Un altro pezzo di Bolzano che se ne va.

venerdì 9 maggio 2008

Lascialo andare per le tue montagne

230_1 Bruno Detassis, 24 giugno 1910, 8 maggio 2008.
(foto archivio Trento film Festival)

:(

Capra pezzata mòchena

capramochena1 Capra Pezzata Mochena (Pletzet Goes Van der Bernstol). In via di estinzione. (foto Michele Corti - www.assonapa.com)

Ampiamente presente fino agli anni 60 ora ha una consistenza stimata di circa 80 capi *, distribuiti fra la Valle dei  Mòcheni, l'altopiano di Piné, la zona di Pergine Valsugana (TN).

Originaria della Valle dei Mocheni è una capra di costituzione robusta, anche se non particolarmente alta al garrese né molto lunga. Ha il mantello nero quasi sempre pezzato e lunghezza del pelo variabile ma con prevalenza di soggetti a pelo lungo.

La Provincia Autonoma di Trento ha contribuito per alcuni anni con un premio in denaro per incentivarne l'allevamento e quindi salvaguardare il patrimonio genetico esistente. Ma 80 esemplari son pochi, ahimè.

(*) fonte: Provincia Autonoma di Trento, TrentinoAgricoltura

giovedì 8 maggio 2008

4 elements

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Un fotogramma dal film

Se qualcuno domattina si lamenta ad andare al lavoro, vada a dare un'occhiatina a "4 elements", il film che ha vinto il Trento Film Festival. (Si lo so avevo promesso di non parlarne più, ma questa sera sono andata a vederlo, potevo tacere?)

Una squadra di operai, in Siberia, a mille miglia dalla civiltà, alle prese con un incendio che devasta i boschi. Fra zanzare e umidità, accampati alla meno peggio in tende fatiscenti, senza modo di lavarsi, scaldarsi o cucinare decentemente, dopo una giornata di durissimo lavoro fra le fiamme.

Alaska, un peschereccio in mezzo all'oceano, un tantino incazzato. Freddo, bagnati come pulcini, pesci morti o da ammazzare, granchi grandi come padelle, enormi gabbioni di reti metalliche da spostare dentro e fuori dall'acqua, giorni col pavimento che gioca alle montagne russe, tutto che balla, cigola, rumoreggia attorno. Spazio vitale, dove ricordarsi di essere uomini, una cuccetta.

Germania, una giornata in miniera. Qualche migliaio di metri nella pancia della terra a estrarre carbone. Solo l'idea mi fa venire l'ansia. Anche qui umidità, fatica, sudore, rischio, sporcizia, e rumore, rumore, rumore!

Ultimo elemento, l'aria. Pulita e leggera, ma che fatica volare! L'ultimo quarto del film mostra le torture alle quali si sottopongono gli astronauti per allenarsi in vista del lancio.

Che enorme fatica mettere le briglie ai 4 elementi di Empedocle. Fatica fisica, sudore, sporcizia, rischio, dolore. Che piccoli e pericolosi esseri siamo, capaci di sopportare l'incredibile e di costruire un razzo e spedire 3 uomini nello spazio.

80 minuti di film letteralmente volati. Pochissimo parlato, immagini potenti, situazioni al limite.

"In miniera, ti ci vorrebbe qualche anno in miniera!" Ho impressione che ci basterebbero 20 minuti, altroché qualche anno. Il pilota lavoro usurante? Il professore? Ma fatemi ridere!

mercoledì 7 maggio 2008

Swiss Miss

Come trasportare un pianoforte su un ponte tibetano. Con l'aiuto di un orango :D

stallioOllio Film: Swiss Miss, anno 1938, regia di John G. Blystone.

Dove c'è formaggio ci saranno anche sorci, pensano Stanlio e Ollio, e partono per la Svizzera con l'idea di vendere nella Emmental le loro magnifiche trappole per topi. Andato male il business si accontentano di lavorare come tuttofare in un alberghetto di montagna.

Fra le varie comiche disavventure, capita loro di dover trasportare fin lassù il pianoforte di un ospite importante.

Peccato che abbia trovato solo questo spezzone.

martedì 6 maggio 2008

Montagnalibri

Poi la smetto col festival eh ;)

Visto che per trovarla sul sito ufficiale ho ravanato mezz'ora, mi pare utile indicare la lista dei premi assegnati ai libri di montagna/natura nell'ambito di Montagnalibri, manifestazione che inaugura di solito il Film Festival.

Cardo d'oro del 37° Premio ITAS del libro di Montagna a "Il tramonto delle identità tradizionali - Spaesamento e disagio esistenziale nelle Alpi", di Annibale Salsa, Priuli & Verlucca Editori

Cardo d’argento” (per la saggistica) a “CANI, CAMOSCI, CUCULI (e un corvo)” di Mauro CORONA – A.Mondadori Editore – Segrate (MI).

Cardo d’argento” (per opere che rivelino interesse nell’ambiente montano) a “ALBERI Le colonne del cielo – Come riconoscere 100+1 alberi e arbusti delle montagne italiane” di Ugo SCORTEGAGNA – Linea Grafica Duck Edizioni – Castelfranco V.to.

Premio Speciale della Giuria” all’autrice Emanuela RENZETTI per “LA GRAMMATICA DELLA SALVEZZA – Ritualità popolare tra protezione e morte nel mondo alpino” – Priuli & Verlucca Editori – Scarmagno (TO).

(fonte: Sito ufficiale del Trento Film Festival - Comunicati stampa)

Saggezza

13

"Vàrdete sempro da tre robe:
dal cul del mul, dala boca del can
e da chi ga sempro
la corona 'n man"

"Chi aseni para e done mena
crede de rivar per disnar
no 'l riva gnanca per cena"

"Chi l'è stret de man
l'è stret de cor"

"La coscienza l'è come le gatìzole:
chi ge l'ha e chi no ghe l'ha"

"Al temp e ale femne
no se comanda"

"El cul, el temp e i siori
i fa quel che i vol lori"

"Se plöf per San Florian (4 maggio)
per 40 dì se bagna el gaban"

"Se la merda la monta in scranno
o la spuza o la fa danno"

"En cuna tuti bei
a noza tuti boni
en fossa tuti santi"

"En vilan fra do avocati
l'è come el sóres fra do gati"

corona=rosario
gatìzole=solletico
sóres=topo

lunedì 5 maggio 2008

Tutti i premi del film festival

filmfestivalLocandina del 56 Trento  Film festival  della Montagna

Gran Premio "Città di Trento" - Genziana d'oro e 5.000 Euro - al miglior film che in assoluto, possedendo elevate qualità artistiche, corrisponda agli obiettivi culturali cui il Festival si ispira.
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ELEMENTS
di Jiska Rickels (Olanda, 2006 / 85')

"un’opera di cui la giuria internazionale ha apprezzato soprattutto la forza dirompente della narrazione, affidata esclusivamente ad immagini e rumor, che mette in evidenza, con rara semplicità e sensibilità, come sia tuttora primordiale il rapporto fra l’uomo e l’ambiente. All’unanimità la giuria, che era formata da regista italiano Maurizio Zaccaro (Presidente), dal documentarista danese Tue Steen Müller, dalla regista svizzera Sylviane Neuenschwander dall’alpinista Elio Orlandi e dalla documentarista e scrittrice iraniana Siba Shakib, ha premiato questo documentario fra i 34 selezionati per il concorso internazionale."

Premio del Club Alpino Italiano - Genziana d'oro e 3000 Euro
– al miglior film di montagna e alpinismo
AU DELÀ DES CIMES
di Rémy Tezier (Francia, 2008 / 75' )

"Incetta di riconoscimenti e premi per l’atteso film del regista francese Rémy Tezier “Au delà des cimes”, che vede protagonista l’alpinista Catherine Destivelle ripresa mentre sale sulle cime del Monte Bianco non per un exploit ma per esaltare la bellezza dell’andare in montagna in compagnia di persone che condividono questa passione. Il film si è aggiudicato la genziana d’oro del Club Alpino Italiano per il miglior film di montagna e alpinismo,il premio del pubblico per la categoria alpinismo, il premio della stampa e la clip del film è stata la più cliccata sul sito della rassegna cinematografica. "

Premio della Città di Bolzano - Genziana d'oro e 3000 Euro - al miglior film di sport alpino, esplorazione o avventura
HEIMATKLÄNGE
di Stefan Schwietert (Svizzera, 2007 / 81')

"Il premio Città di Bolzano al miglior film di esplorazione e avventura è andato al documentario svizzero “Heimatklänge” di Stefan Schwietert, protagonisti un gruppo di musicisti che grazie ai loro canti e concerti sviluppano la tradizione svizzera locale dello jodler in un’espressione straordinaria e universale che può essere capita da tutti."

Genziana d'argento e 1500 Euro
- al miglior cortometraggio
IL NEIGE À MARRAKECH
di Hicham Alhayat (Svizzera, 2006 / 15')

Genziana d'argento e 1500 Euro - alla migliore produzione televisiva
JOURNEY OF A RED FRIDGE
di Lucian Muntean e Nataša Stankovi? (Serbia, 2007 / 52')

Genziana d'argento e 1500 Euro - al miglior contributo tecnico-artistico
SCHAFSKÄLTE
di August Pflugfelder (Germania, 2007 / 44')

Premio della Giuria
DAUGHTERS OF WISDOM

di Bari Pearlman (Stati Uniti d’America, 2007 / 68')

"Il Premio Speciale della Giuria è andato al film Daughters of wisdom della regista americana Bari Pearlman che è riuscita nell’intento di mostrare nuovi aspetti del Tibet e del Buddismo offrendo un’idea realistica della vita delle monache e donne tibetane che lottano per avere una vita migliore."

I premi  del Pubblico
sono stati assegnati al film Au delà des Cimes per la categoria   alpinismo e al film del regista Arijon Gonzalo “Stranded -I’ve come   from a plane that crashed on the  mountains” per la categoria  lungometraggi.

LA GIURIA
La giuria internazionale chiamata a valutare le opere in concorso e ad assegnare le “genziane” d’oro e d’argento è formata dal regista Maurizio Zaccaro (Presidente), dal documentarista danese Tue Steen Müller, dalla regista svizzera Sylviane Neuenschwander dall’alpinista Elio Orlandi e dalla documentarista e scrittrice iraniana Siba Shakib.

Premi collaterali assegnati da giurie esterne:

Il Premio Andrea Morelli, tradizionalmente attribuito all’opera che racconta la scoperta del pianeta con la bici, la vela, a piedi ed il cuore, è stato attribuito al film Grande traversata della Alpi - Gta – Weitwandern in Piemont, di Achim Burkart e e Gül Yavuz (Germania 2007).

Il Premio città di Imola, al miglior film, documentario o fiction di autore italiano e prodotto in Italia è andato a Martha. Memorie di una strega, di Giovanni Calamari (Italia, 2007).

Il Premio Mario Bello, al miglior film di alpinismo realizzato da alpinisti che divulgano le loro imprese attraverso il mezzo cinematografico, anche con ridotti mezzi di produzione. Assegnato a The Wall, di Lim Il Jin (Sud Corea, 2008). Un film di alpinismo di ottimo livello nel quale una montagna e un gruppo di scalatori, volutamente anonimi, sono protagonisti di un intrigante mix di performance estreme e di un viaggio interiore. La parete e la scalata come metafora della vita.

Il Premio “Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina”, attribuito al film che, in aderenza a dettami di rigore antropologico, illustri nel modo migliore gli usi e costumi della gente di montagna. La Giuria ha assegnato il premio all’opera: Ossignùr! La
Montagna assistita
di Sandro Gastinelli, Marzia Pellegrino (Italia, 2008). Con semplicità, con garbo, con intelligenza il film propone una testimonianza laica ed efficace per la comprensione di un aspetto non secondario della condizione alpina di oggi.

Il Premio Solidarietà Cassa Rurale di Trento, all’opera che meglio sappia interpretare le situazioni di povertà, ingiustizia, emarginazione ed isolamento sociale che, nella solidarietà e nell’aiuto reciproco, possano trovare il loro riscatto, come avvenne alle origini del movimento cooperativo nelle vallate e nelle montagne del Trentino. La giuria ha deciso all’unanimità di assegnare il premio al documentario: Dalai Lama Renaissance, del regista Khashyar Darvich, (Stati Uniti d’America, 2007).

Premio Studenti Università di Trento e Innsbruck, ad un’opera di particolare valore culturale realizzata da un autore di età inferiore ai 33 anni è stato attribuito dalla giuria del premio “Studenti Università di Trento e Innsbruck” all’opera Un noël au Tibet (Francia, 2006) di Jean Baptiste Warluzel, Falk Van Gaver, Constantine Slizewicz: Il film presenta una piccola realtà, nel cuore del Tibet, tracciando un umile e sensibile ritratto senza stereotipi delle abitudini tradizionali.

Premio della Stampa “Bruno Cagol”, all’opera che più si avvicina allo spirito della cronaca giornalistica è stato assegnato al film AU DELÀ DES CIMES di Rémy Tezier.

Premio dell'Alliance for Mountain Filmfestival
"Il regista e giornalista spagnolo Sebastian Alvaro, è il vincitore per il 2008 del Premio dell'Alliance for Mountain Filmfestival, l'associazione che riunisce i principali festival mondiali del cinema di montagna e che attualmente riunisce 17 Festival. Il Premio viene assegnato annualmente alle personalità che si sono distinte nella promozione e nella crescita del cinema di montagna.

Sebastian Alvaro giornalista e regista dal 1984 è il direttore della fortunata serie telelvisiva della Tv spagnola “Al filo de lo imposibile”. Le tematiche presentate nei documentari realizzati dal team di operatori di questa fortunata serie sono l'alpinismo, l'arrampicata, paracadutismo, immersioni, rafting in tutti i cinque i continenti. Sebastian Alvaro ha girato centinaia di documentari, ha guidato un gruppo fino sulla vetta dell'Everest e di altri ottomila e attraversato l'Antartide."

(fonte: Sito ufficiale del Trento Film Festival - Comunicati stampa)

Verbali della giuria per i premi speciali

domenica 4 maggio 2008

Salutoni dalle Dolomiti

sciliar

Sciliar - Cartolina del 1905 circa
Disegno di Michael Zeno DIEMER, (Monaco 1867, Oberammergau 1939)

Fonte: Giuseppe Tomasoni, "Dolomiti in cartolina" Arca Editore, 2001

venerdì 2 maggio 2008

"Parlo bene e razzolo male"

Irruento e inarginabile Mauro Corona, intervistato al TrentoFilmFestival da Kay Rush. Il suo mestiere è togliere: togliere movimenti arrampicando, legno scolpendo e parole scrivendo. Parlando non pare.

corona 
Un fotogramma dell'intervista

A me come scrittore non piace molto, come personaggio mi pare meno autentico di quanto voglia far apparire, ma come scultore, accidenti, cappello!

Saper dire di no.

"Devi saper dire di no se vuoi uscirne vivo."

destivelle

TrentoFilmFestival: Kay Rush intervista Catherine Destivelle

giovedì 1 maggio 2008

Compagno trattore

Cento anni fa, il primo maggio 1908, nasceva Giovannino Guareschi. Credo di avere imparato a leggere con le sue storie, su uno squinternato libro del mio babbo. Ho iniziato a chiedere in giro cosa volesse dire "andare in montagna con il mitra"  leggendo lui. Forse non sarebbe molto contento, Giovannino, della piega che ho preso... o forse, alla lunga, si.

Per ricordarlo, un pezzettino dal film "Il compagno don Camillo". Molto da primo maggio :)

Latte, yugurt, vacche e contadini

pratopiazza

Pratopiazza, Parco Naturale Fànes-Sennes-Bràies. A sx i Cadini di Misurina, a dx il Cristallo

Mi sono sempre chiesta quanta produzione di latte ci sia in Alto Adige, per poter essere così massicciamente presente sul mercato italiano con yogurt formaggi e latte. Mi ha sfiorato spesso il dubbio che non fosse tutta roba nostra. Ecco qui qualche rassicurante risposta.

In Alto Adige lavorano 5.700 allevatori che nel 2007 hanno portato a lavorare in latteria 376.380.134 chili di latte OGM free. Di questo, l'1,2% è certificato bio.

Di questo latte sono stati ricavati 94.000.000 di chili di yogurt, pari a 2 milioni di vasetti al giorno (250.000 chili, vi risparmio la fatica di fare il conto! 94 milioni diviso 365 fa 257.534,25. Circa ci siamo con i numeri), collocando l'Alto Adige in cima alla classifica dei produttori italiani con un forte incremento rispetto all'anno precedente (+5%). Fortissimo incremento anche la richiesta di latte e yogurt di capra (+68%) e di panna (+18%). Tutti prodotti esclusivamente con latte di provenienza altoatesina.

800 persone lavorano nel settore lattiero caseario che fattura circa 353 milioni di euro anno.

I 5.700 produttori hanno percepito compensi per 68,8 milioni di euro. Più del 60% degli allevatori altoatesini hanno piccole aziende con pochi capi di bestiame: producono infatti piccole quantità giornaliere di latte, tra i 51 e i 250 chili al giorno.

Nel 2007 i costi di produzione hanno avuto un incremento del 10%, legato ai rincari di mangimi e cereali e dell'energia portando il prezzo medio dai 40,44 cent del 2006 ai 44,86 cent del 2007, e la tendenza per il 2008 pare la stessa.

(fonte: dati forniti durante l'assemblea della Federazione delle latterie Altoatesine e pubblicati dal quotidiano Alto Adige di oggi)