lunedì 15 settembre 2014

Questo invece era un papà!

cinghiale

foto IL TRENTINO

PERGINE. Eccezionale abbattimento ieri mattina nei boschi a monte di Roncogno, una frazione del conoide della Marzola, sul territorio comunale di Pergine. E’ stato ucciso un cinghiale di grosse dimensione: un bestione di 219 chilogrammi centrato da Sandro Pallaoro, che ha alle spalle 40 anni di attività venatoria ed è autorizzato a questo tipo di caccia. Ieri mattina, poco dopo l’abbattimento, l’animale è stato “esposto” ad amici e cacciatori. «Altro che l’orso, quello sì faceva paura» ha detto Pallaoro.” Qui il resto dell’articolo

Adesso mi aspetto sit in sotto la Provincia, richieste di dimissioni, urli e strepiti, flash mob, boicottaggi, insulti… No? Era meno caruccio di Daniza? Peraltro era già stato ferito l’anno scorso, dice il veterinario, se n’è andato per boschi zoppiconi, soffrendo suppongo, ed era guarito da solo. Povera bestia! No?

venerdì 12 settembre 2014

Daniza e le altre

Peccato. Davvero, peccato. La questione Daniza non poteva finire peggio, è stata trattata, mi si scusi, col culo. Ma vorrei rinfrescare la memoria ai miei dodici lettori: mica è il primo orso del progetto Life Ursus a tirare le cuoia dopo l’anestesia. Nel 2008 leggiamo su “IL TRENTINO”: “Dovevano solo addormentarla per infilarle il radiocollare e tenerla sotto controllo, ma quando l'orsa - sorpresa mentre saccheggiava i cassonetti dei rifiuti di un albergo - ha sentito la freccia narcotizzante entrarle nel fianco è fuggita verso il lago di Molveno dove è morta annegata.”

Nel giugno del 2012 un altro orso, sedato e catturato per dotarlo di radiocollare, all’apertura della trappola viene trovato morto. Qui l’articolo sul quotidiano L’Adige, che parla di “tre decessi su undici catture” già allora, e solleva più di un dubbio sullo svolgimento delle operazioni. In Svezia, riporta l’articolista, dove le sedazioni per cattura sono frequenti (896 dal 1992 al 2006), il tasso di mortalità è dello 0,3% contando anche i casi non causati direttamente dall’anestesia.

E ora Daniza. Anche in questo caso, pare, non abbia retto l’anestesia. Quindi, se diamo ascolto al giornale L’Adige, gli orsi uccisi dalla sedazione sarebbero (almeno) 4. Fatlità? Incompetenza? Sono disgrazie o gli operatori sono capre?

m14

M14 (foto Alto Adige on line)

E gli altri? M14 investito ed ucciso sulla statale del Brennero. M2 ucciso a fucilate. M13 ucciso in Svizzera; Bruno, ovvero Jj1, abbattuto in Baviera; l’orso Dino (per la verità non credo facesse parte del progetto trentino, ma fa parte degli orsi uccisi dalla cretineria degli stessi uomini che dovrebbero tutelarli) ucciso in Slovenia perché lo si credeva malato: aveva il collare troppo stretto, non era più in grado di alimentarsi, si era ferito per cercare di toglierselo!

Un altro giovane orso muore investito sulla superstrada MeBo (causando, peraltro, uno sconquasso); un orso senza nome è stato trovato morto vicino a Caderzone nel 2012 e non si esclude il bracconaggio; di M11 si sono perse le tracce dopo essere sfuggito alla cattura autorizzata dal ministero dell’ambiente: non è improbabile che sia stato ucciso, lo sospetta la Provincia stessa;

M4 sta rischiando grossissimo, dopo aver fatto diverse razzie in Veneto ne stanno chiedendo l’abbattimento a gran voce; DJ13, catturata e detenuta al Casteller di Trento; poco tempo dopo è stato catturato e rinchiuso il suo cucciolo; la storia di Jurka, catturata, imprigionata in spazi angusti e finalmente spostata in un parco tedesco, ha occupato per mesi le pagine dei giornali;

orsa_jurka_1

 Jurka (foto Provincia Autonoma di Trento)

E com’è oggi (anzi, nel 2013), lo status della popolazione ursina? Qualche stralcio dalla pubblicazione annuale della Provincia:

Il numero minimo di animali considerati presenti a fine 2013 è pari a 40, dei quali 18 maschi, 20 femmine e 2 indeterminati (grafico n. 2) (sex ratio M-F 1:1,11 - n=38). Uno di questi esemplari è però una femmina adulta di cui è, sì, certa la presenza, ma non l’identificazione genetica: potrebbe trattarsi infatti di F9 oppure di KJ1G1, che hanno età diverse. In considerazione di ciò tutte le elaborazioni e i grafici di questo Rapporto (ad eccezione dei grafici n. 5 e 6) si riferiscono ai 39 esemplari individuati singolarmente, in quanto sono molto numerose le variabili che cambierebbero in funzione del (40°) diverso individuo preso in considerazione.
Questo ulteriore esemplare di sesso femminile sarà compiutamente preso in considerazione in futuro, se e quando la sua identità potrà essere accertata in modo completo
.”

mancanti

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Orsi mancanti
Nel 2013 è stato possibile confermare i due casi di “emigrazione” già noti, riferiti al maschio KJ2G2, che gravita nell’area interessata dalla presenza di orsi dinarico-balcanici (zona di confine Italia-Austria-Slovenia) già dal 2011, e all’esemplare M8, che invece si è spostato così a oriente nel 2012 (si veda il box 4 a pagina 20 del Rapporto orso 2011 per maggiori dettagli sul fenomeno in corso). Entrambi sono stati identificati geneticamente nel 2013 nella porzione più orientale del Friuli Venezia Giulia ed hanno verosimilmente sconfinato anche negli attigui territori austriaco e sloveno (i dati genetici 2013 dei due Paesi confinanti non sono ancora disponibili mentre va in stampa questo Rapporto). I 4 esemplari non noti geneticamente nati nel 2011 (quattro cuccioli dell’anno) non sono stati identificati geneticamente nemmeno nel 2013 (oltre che nel 2012). Pertanto devono ritenersi “mancanti” da quest’anno. Nel computo degli orsi “mancanti” nel 2013 vanno inoltre considerati due esemplari morti. Il maschio M13, di 3,5 anni di età, è stato abbattuto il 19 febbraio 2013 in val Poschiavo dalle autorità elvetiche (Canton Grigioni - SVI) in quando giudicato pericoloso per via dei ripetuti comportamenti confidenti, nonostante le numerose azioni di dissuasione portate a termine.

Il maschio M2, di 5,5 anni di età è stato ritrovato morto in val di Rabbi il 28 settembre 2013, a seguito di un atto di bracconaggio (fucilata). Attualmente (febbraio 2014) sono ancora in corso le indagini da parte della Procura della Repubblica per individuare il responsabile. È stato inoltre possibile, sempre nel corso del 2013, identificare geneticamente il soggetto rinvenuto morto per cause sconosciute in provincia di Sondrio il 22 settembre 2012. Si tratta del maschio DJ1G1, che aveva 5,5 anni di età al momento della morte. A fine 2013 sono dunque 18 gli orsi morti (rinvenuti in 8 casi, e uccisi, volontariamente o non, negli altri 9), 17 quelli non rilevati geneticamente almeno negli ultimi due anni, 2 quelli ridotti in cattività e 2 quelli emigrati. Sono quindi in totale 38 gli animali mancanti a fine 2013.”

(qui il rapporto orso 2013 in pdf)

M2

Se non ho capito male, e non lo escludo per nulla, ne mancano all’appello circa la metà? Sorvolando sul lato emotivo della questione, sul fatto che ogni orso ucciso o imprigionato è una vita libera soppressa, sul fatto che tifo orso, mi domando: quanto accidenti ci costa, a noi contribuenti, fra gestione, indennizzi, personale, catture, veterinari, detenzioni, ogni animale gestito dal progetto? Quanto ci è costato ogni orso ucciso?

Quanti accidenti di soldi abbiamo buttato nel cesso per prelevare, insediare, poi monitorare, seguire, mettere il collare, pagare gli indennizzi, mobilitare un bel po’ di persone per dare la caccia, catturare, anestetizzare e ammazzare Daniza? E per seguire e proteggere i suoi cuccioli, ora che lei a difenderli dai fungaioli deficienti non c’è più?

Il progetto è stato fortemente voluto dalla stessa Provincia che dell’orso si è servita come propaganda di un wilderness inesistente ma che contemporaneamente ne devasta il territorio costruendo nuovi collegamenti sciistici (Pinzolo-Campiglio, nell’area di protezione e il progettato impianto verso il lago Serodoli, sempre in territorio dell’orso). La pessima gestione del caso Daniza le ha fatto scoppiare in mano un casino difficilmente risolvibile: da una parte chi vuole tutelare l’incolumità del proprio bestiame, chi vuol diventare famoso raccontando attacchi più o meno dimostrabili, chi ha paure più o meno razionali, dall’altra centinaia di migliaia di persone indignate pronte a boicottare il Trentino e i suoi prodotti per rappresaglia, come se fosse colpa dei trentini tutti. Probabilmente il tempo farà dimenticare l’emotività del momento e le minacce, ma il Trentino ne esce comunque con le ossa rotte e pagherà uno scotto pesante in credibilità e in simpatie.

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Quanto mi disgusta la morte di Daniza e di tutti gli altri orsi uccisi dall’insipienza umana, altrettanto mi nauseano gli atteggiamenti scomposti di chi, coperto dall’anonimato, scrive “dovete marcire tutti” “vi auguro la stessa sorte” e piacevolezze simili.