giovedì 10 ottobre 2013

Vajont

scusatemi, mi autocito

10 ottobre 1963

Erto, agosto 2003

Lo so, è stato il 9. Ma Emma l’ha saputo il 10.

mercoledì 9 ottobre 2013

Cornuti e mazziati?

Seduti davanti a una birra alla Büllelejoch Hütte – Rifugio pian di Cengia, nelle Sextner Dolomiten - Dolomiti di Sesto, si ciacolava piacevolmente con una simpatica famiglia italiana con la quale ci si era raggiunti e sorpassati diverse volte lungo il sentiero. “Volevo far conoscere le Dolomiti alle figlie, non ci tornavamo da anni e mi mancavano.” diceva la signora “Sa, non ce lo possiamo permettere. Siamo 4 persone, fate voi i conti. Andiamo in Austria, costa tutto molto molto meno, rifugi compresi. Certo, non ci sono le Dolomiti, ma i monti sono belli anche oltre confine e, come si dice, si fa di necessità virtù.”

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Paternkofel – Monte Paterno Sextner Dolomiten – Dolomiti di Sesto

Mi tornava in mente questo episodio leggendo sul quotidiano Alto Adige il ragionamento di Hans Peter Stauder, Consigliere Comunale della Lista civica per Sesto, lista che, insieme ai Verdi e a molti cittadini del comune, contesta il collegamento sciistico Croda Rossa – Monte Elmo.

Vi risparmio tutta la storia, le battaglie che hanno spaccato il paese a metà, paese dove le persone delle due fazioni non si salutano più per strada, e vi dirotto sul sito di “Internazionale” dove Gerhard Mumelter ne fa un equilibrato riassunto. Al momento i lavori, iniziati in tutta fretta, sono fermi almeno fino al 4 dicembre, quando si riuniranno nuovamente i giudici del Tar che il 12 agosto ne ha imposto lo stop.

sesto

I lavori fermati dal Tar (foto Südtirol news via facebook)

Tornando al ragionamento di Stauder: noi sbanchiamo, roviniamo, minacciamo fauna e flora, costruiamo su un pendio a rischio idrogeologico e i turisti, se non son scemi, vanno a dormire in Austria. Il paese di Sillian, piccola stazione sciistica austriaca,  è a un’incollatura da uno dei “terminal” del carosello sciistico. Vuoi vedere che Stauder potrebbe non avere tutti i torti?

Per il momento i piangimerenda dell’alta Pusteria non dovrebbero lamentarsi e smettere di sventolare il vessillo della crisi:

Turismo di Ferragosto: l'Alta Pusteria va in controtendenza rispetto al resto del territorio altoatesino. Quassù i posti letto a disposizione, per la tradizionale festa di mezza estate, sono pochissimi. Dice la direttrice dell'associazione turistica di Sesto, Maria Luisa Hofer: «Le camere singole a disposizione si possono contare sulle dita di una mano. Non c'è una doppia libera, questa settimana e per buona parte della prossima. La tendenza vale per tutta l'Alta Pusteria visto che in ufficio, a chiedere dei posti liberi in albergo, arrivano anche da Dobbiaco, da San Candido e anche da Villabassa»”. Fonte: sito del quotidiano Alto Adige del 15 agosto 2013.

E questi turisti, santa pazienza, non vengono per sciare. Vengono perché l’alta Pusteria è magnifica, in valle e sulle cime, perché è, ancora, vivibile, perché ci sono un sacco di cose da fare anche senza sci ai piedi, perché un turismo diverso dallo sci è possibile.

E comunque non  mi pare che le opportunità per sciare, in Pusteria, manchino:

alta pusteria

Quella “V” tratteggiata sulla sinistra della plastigrafia (verso l’orto del Toro) indica i progettati impianti della discordia.

Dolomiti, patrimonio universale dell’umanità sciatrice. Gli altri si attacchino.

giovedì 3 ottobre 2013

Montagnalibri a Bolzano

Non ci andavo da parecchio tempo, a montagnalibri: la mostra dell’editoria di montagna collegata al TrentoFilmFestival nella sua edizione bolzanina. Ero sempre tornata scornata.

Quest’anno gran tam tam per l’inaugurazione: nuova sede, nel “Passage” del Museion (museo di arte moderna e contemporanea) invece che nella tensiostruttura di piazza Walther, sindaco, assessore, presidenti di CAI e Alpenverein, coro Rosalpina, ricchi premi e cotillon. “Da un contenitore easy collocato in un luogo centralissimo di Bolzano e che per il suo porsi in maniera così evidente e ingombrante richiamava tanta gente, comunque incuriosita e che entrava proprio per capire cosa veniva proposto all’interno del tendone, adesso sarà sicuramente un pubblico più motivato, più attento alle proposte culturali della città e che arriverà al Museion già consapevole di quello che troverà; chi invece non ne sarà informato speriamo rimanga piacevolmente sorpreso da questa novità. E' una sfida, ma anche una novità per il Museion stesso, che in questa occasione si apre verso la città per far sì che i suoi spazi vengano visitati e vissuti» dice al quotidiano Alto Adige Luana Bisesti, direttore della rassegna. WOW!

ESC_6748-1Bolzano, il Museion

Le caratteristiche della rassegna rimangono immutate, quindi proporremo al pubblico circa un migliaio di novità editoriali da tutto il mondo e che riguardano la montagna a 360 gradi, ma non a caso ho parlato di di sfida perché cambia totalmente l’approccio.”

RIWOW!

Io sono una nota rompiglioni mai contenta, ma mi son portata appresso il mio compagno, molto più disponibile nei confronti del resto del mondo. Approfittando di una presentazione che ci interessava, prevista per la sera nella stessa location, siamo arrivati un paio di ore in anticipo per guardare le proposte librarie. Basteranno due orette per vedere “Guide (escursionistiche, alpinistiche, turistiche, sciistiche e scialpinistiche, ciclistiche e di mountain bike, naturalistico-ambientali, di canyoning), manuali, studi e ricerche (su ambiente, flora, fauna, geologia, mineralogia, speleologia, geografia, cartografia, meteorologia, glaciologia, archeologia, storia, guerra in montagna, economia e fenomeni sociali, politiche ambientali, turismo, arte, artigianato, cinematografia, estetica, etica, etnografia, folclore, medicina, religione, toponomastica, gastronomia, canto popolare), libri fotografici, di storia alpinistica, di spedizioni, di narrativa, cataloghi: sono diverse centinaia i volumi esposti e presentati da 400 case editrici di più di 30 Paesi per questa edizione di MontagnaLibri, panoramica tra le più complete a livello mondiale sui libri di montagna.”?

Altroché! mezz’ora dopo ci stavamo chiedendo: e mo’ quest’ora e mezza che avanza come la riempiamo? Se questa è la panoramica fra le più complete, non c’è moltissimo sull’argomento. Cercavo indicazioni per un libro di geologia: ce n’era mezzo. L’altra metà del libro parlava di leggende (ufffaaaaaaaa!!!). Flora, un paio. Qualcosa in tedesco, inglese, francese… e gli altri 26 paesi? Se c’erano mi sono sfuggiti o avevano una proposta a testa. I soliti bei libri fotografici che costano un botto e mezzo (tutti uguali, come dice con qualche ragione un mio amico bravo pittore e fotografo)… massì qualcosa c’era, un po’ più del solito (un migliaio? boh!), ma gridare d’entusiasmo per la più completa etc, direi, per l’ennesima volta, no.

Qualcosa di molto diverso, invece, l’ho notato: guardare e non comprare. Nel tendone ogni anno una libreria locale curava il banco dei libri in vendita. Ogni volta diverso, secondo le proposte della libreria organizzatrice. Questa volta, niet. Per l’occasione mezzo tavolino nel book-shop del Museion, che non si occupa di montagna ma di editoria d’arte (e di taglieri, sottopiatti, cartoline, bambolotti) e basta. Probabilmente altro non si poteva fare, lo spazio di vendita all’interno della struttura quello era, stop.

Insomma, anche a parere del mio accompagnatore, più fumo che arrosto. Come al solito, d’altronde.

Abbiamo riempito il tempo bevendoci un buon bianco e sfogliando:

Di questo lavoro mi piace tutto”, L’artistica Savigliano Editore, della nostra grande Marzia Verona. Molte storie le avevo lette sul blog, mi è piaciuto tenere in mano il suo libro e ritrovare i suoi ragazzi. E’ sempre brava, vivace e appassionata.

Un bel “Dren-giong. Il primo libro di Fosco Maraini e i ricordi dei suoi amici”, edizione Corbaccio. Ma di Maraini ho “Ore Giapponesi”, parecchio più bello, quindi non ho nemmeno sbavato dalla voglia.

La ragazza del mulo”, di Italo Zandonella Callegher, Mursia editore. Le storie di guerra su per i nostri bricchi mi sono sempre molto piaciute. E il Popera ce l’abbiamo avuto sopra la crapa quest’estate. Comprerò, temo.

Infine ho passato un bel po’ di tempo sull’interessante “Valanga” sottotitolo: “Riconoscere le 10 più importanti situazioni tipo di pericolo valanghe”, di Rudi Mair e Patrick Nairz, Athesia editore. Dal che ho rafforzato la mia convinzione: con pericolo superiore a 2, è molto difficile valutare con sicurezza la possibilità di restarci sotto, soprattutto in un posto nuovo. Le occorrenze segnalate nel testo (non l’ho scorso tutto, però) sono per la maggior parte con pericolo da 3 in su, e con pendii superiori ai 30° di pendenza. Ma ho visto anche segnalati 2 morti con pericolo 2. Non dico caminetto, plaid e gatto sulle ginocchia, ma un bel po’ di prudenza sì.

Nel frattempo, finalmente si è fatta l’ora della presentazione. Della quale mi lamenterò per voi domani :D