lunedì 23 maggio 2016

Selvaggia

Visto che per altre cose latito, dopo la ravanata che ho fatto per tornare on line, almeno le recensioni di libri attinenti agli argomenti del blog potrei metterle, no? Cominciamo, o ricominciamo, da qui:

Sarah Marquis
Selvaggia – Ho camminato fino alla fine del mondo

Editore: Sperling & Kupfer  (collana Varia)

anno: 2015
pp. 243, illustrato

Mille giorni e mille notti. Ecco quanto ha impiegato Sarah Marquis a compiere la sua impresa: attraversare sei Paesi, dalla Mongolia all'Australia, passando per il deserto del Gobi, la Gina (sic!), la Siberia, il Laos e la Thailandia. Camminando. Perché camminare è un'antica forma di meditazione, e Sarah, un passo dopo l'altro, ha fatto sua questa pratica. Ventimila chilometri davanti e uno zaino sulle spalle, Sarah ha visto paesaggi sontuosi, come il Lago Bajkal, e luoghi lussureggianti, come la giungla del Laos. Si è imbattuta in animali amichevoli e temibili belve, come i lupi della Siberia e i leopardi delle nevi nel deserto del Gobi. Ha incontrato personaggi minacciosi, ladri, narcotrafficanti, ma anche popolazioni accoglienti e calorose. Un viaggio incredibile in cui, contando solo sulle sue capacità, Sarah ha affrontato temperature gelide e caldi opprimenti, i pericoli della natura selvaggia e della solitudine. Ricompensata dalla bellezza dei luoghi e dal cammino interiore percorso, ci racconta in queste pagine la natura in tutta la sua grandiosità: meravigliosa e forte, emozionante, pericolosa e spettacolare.

Link al suo sito

La tipa è tosta eh, tostissima. Fa cose pazzesche che mi lasciano a bocca aperta, cose che, sapendo quanto pesa uno zaino per un trekking di 6 giorni, riesco a cogliere abbastanza bene. Mi rendo conto che condensare 2 anni e mezzo di viaggio in meno di 240 pagine non sia banale, ma di quelle 240 pagine ne ho trovate di veramente piacevoli su per giù la metà. Attraversare a piedi paesi così selvaggi e difficili, da donna sola, non credo sia rassicurante. Non sto commentando la sua impresa, che mi sembra grandiosa, né sto stroncando lei. Selvaggia, coraggiosa, sporca e stanca, lei mi è simpaticissima. Ma il libro mi è piaciuto poco poco. Probabilmente, suppongo, non ne ho la certezza, è tratto da testi eterogenei già pubblicati altrove (blog, articoli vari) alcuni ben riusciti altri meno. Per la gran parte lo stile è rigido, poco coinvolgente anche nei momenti drammatici; non si coglie lo scorrere del tempo, ci si rende conto con fatica che dal capitolo precedente sono passati mesi; dedica pagine e pagine ad alcuni paesi (Mongolia, Australia) e liquida in poco Laos (mi ero persino scordata che l'avesse attraversato), Thailandia, Siberia.
Resta per prudenza a debita distanza dagli esseri umani che trova, probabilmente a ragione, più minacciosi dei coccodrilli, quei pochi che incontra per necessità li presenta come sospettosi, poco cordiali, aggressivi. (Tesoro, sei tu ad essere molto strana e in casa altrui, mica loro). Ogni tanto salva dalla critica una donna, ma raramente.Ha scadenze da rispettare, non può e non vuole per prudenza prendersi il tempo di farsi conoscere e di conoscerli, scappa via. E noi ci perdiamo storie, abitudini, culture di paesi che conosciamo pochissimo e che, temo, alla fine conosca poco anche lei.

Bella e coinvolgente invece la parte australiana, cammino con lei fra animali, piante, fatica, paesaggi lussureggianti. Nel resto dell'avventura non riesco a starle al fianco.

Seccante il pippone vegetariano che cerca di far sentire a disagio gli onnivori. Trovo le prediche parecchio fastidiose sempre!

Ho notato alcune contraddizioni. Ad esempio: [...] incarna tutta l’ospitalità delle generazioni di donne mongole che l’hanno preceduta. quali? La frase le presenta come tutte ospitali, la maggior parte invece le descrive come virago sospettose e cattive.

Evitando (grassetto mio) la fonte di tutti i miei problemi, ovvero la gente, lascio che la Thailandia mi seduca con i suoi sorrisi, i suoi monaci, i suoi profumi e la sua generosità.. e chi è che ti sorride ed è generoso con te se la gente la eviti come la peste?

Ma questa volta avevo deciso di fare almeno il richiamo per l’antitetanica, per proteggermi dalla rabbia. Consisteva in tre iniezioni a intervalli più o meno lunghi, ma con lo stress della partenza non ho avuto il tempo di completare il ciclo, quindi avevo tutto l’interesse a non farmi mordere né leccare da nessun animale più o meno selvaggio. Antitetanica contro la rabbia?

Aggiungo: 66 volte la parola sorriso e i suoi derivati. Pietà! Se ne trovavo ancora uno volava il Kindle dalla finestra.

Ah, peraltro, i leopardi delle nevi mica li ha incontrati eh!

Edit: mi sovviene che il titolo vorrebbe evocare "Wild" della Cheryl Strayed. Bè, non ci siamo proprio.

lunedì 29 febbraio 2016

Messner e Simone Moro: in cauda venenum

 

Simpatico video dal CB (fonte Gazzetta dello Sport) che non riesco a incorporare!

Già nel 2010, quando Tamara Lunger raggiunse la vetta del Lhotse, Messner le fece sì i complimenti, ma subito dopo arrivò la spenta:

A Tamara vanno tutto il mio rispetto e i miei complimenti».  
quindi aggiunse: «Pochi giorni fa è salito sull’Everest un tredicenne: l’Everest e il Lhotse tecnicamente non presentano grandi difficoltà e con le corde fisse sono quasi come una ferrata. Di alpinistico c’è poco, di esplorativo più nulla».

Simone Moro ha portato a termine la prima invernale assoluta del Nanga Parbat, una montagnaccia sgradevole anche in estate, tanto simpatica da essere soprannominata “la montagna assassina” e Messner, raggiunto dalla Gazzetta, prima gli fa tanto di complimenti ma poi non resiste:

Il successo di questa bella salita, importante anche se non la si può definire storica, viene da una ottima logistica.” Eh no, importante ma non storica, bravo Moro ma non darti troppe arie.

Faceva fatica a fare i comlpimenti per una grande impresa senza metterci quella puntina di acido? Non erano ancora scesi al CB, non avevano ancora portato a casa le piume, poteva mica lasciar perdere? che la solfa la ripete da anni: Una volta qui era tutta campagna! Ai miei tempi sì era alpinismo mica adesso! Le mie sì sono imprese storiche, signora mia, altroché!

Per chi non lo conoscesse, Moro è un tipino che va su e giù dall’Everest come io dalle passeggiate del Guncina, ha fatto quattro 8000 in invernale, è pilota di elicottero, fa parte di un team di elisoccorso nepalese specializzato in operazioni ad altissima quota, ha effettuato un recupero a circa 7000 metri, record assoluto. E’  medaglia d’oro al valor civile con questa motivazione:
«Con grande coraggio, rinunciando al compimento di un’ardua impresa alpinistica, interveniva in soccorso di un giovane rocciatore inglese precipitato lungo la parete di un monte, a circa 8000 metri di altitudine e con un elevatissimo rischio di valanghe. Dopo notevoli difficoltà, con il buio e il freddo, raggiungeva il ferito, il quale giaceva immobile ed in stato di shock, con il viso insanguinato e quasi assiderato. Quindi lo legava a sé e tirandolo di forza, con estenuante e lunghissima fatica, riusciva a portarlo in salvo. Nobile esempio di elette virtù civiche ed esemplare spirito di solidarietà. 22 maggio 2001 - Lhotse-Everest (Nepal)».

Eppure non se la tira. Simone Moro eh!  ;)

Cold, fonte Youtube

venerdì 8 gennaio 2016

Inverno eccezionale o memoria corta?

L’altra sera finalmente ha nevicato. Un po’ eh, mica sto granché, giusto quel tanto per dare ai turisti l’impressione di essere in inverno. Inverno strano, eh? O forse no. Ravanando nell’archivio fotografico di tanti anni per monti si scopre che forse così strano poi non è.

6 gennaio 2002, dal monte Cola verso l’Hoabonti e il Gronlait, Lagorai:

DalMonteCOla

Verso il Carè Alto dalla Rosta del Bondone, fine gennaio 2002

carè alto

e qui sotto siamo in febbraio, sul Fravort, stesso anno

fravort4

poi un poco nevicò, ma a metà marzo il passo Portella era così:

passo_portela

Questa invece è la vista dal Cornetto del Bondone il giorno della befana del 1999. Neve? un cavolo.

L’anno prima, dicembre 1998, dai laghetti Colbricon verso le Pale. Qualcosa c’è ma mica sto granché.

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Avanti indietro per il calendario, 27 febbraio 2000, malga Valsorda, Lagorai:

valsorda

un bel salto in avanti: 2007, gennaio inoltrato, da malga Sette Selle verso il Sasso Rotto. Sembra bello imbiancato ma lo strato di neve è sottile, un po’ di sole e spuntano terra e sassi

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Qui siamo sullo Stivo (Val, c’eri anche tu): una bella carrellata verso le cime del Bondone, primi di marzo sempre del 2007. Come si vede non ha poi nevicato molto nemmeno più avanti nella stagione.

bondone

E la foto che segue è quasi archeologia: fine febbraio 1989, 27 anni fa (notare l’abbigliamento vintage). Val di Sole, poco sotto passo Valletta, m.2500 circa. Neve? Zero, niet, nisba, picche, niente! (cit.). Ricordo un ermellino, bianco poverino, che spiccava sul marrone del terreno, perfetta preda per il primo rapace che passava di là.

febbraio_valletta (2)

In mezzo ci sono stati anche anni molto nevosi, ho anche belle foto bianche e altri inverni senza o con poca neve che non ho immortalato.

Che voglio dire con questo? Che tendiamo, secondo me, a ingigantire il presente, che ci sta assillando al momento, e a minimizzare o scordare il passato che, appunto, è passato. Anche l’estate scorsa, la più calda di sempre? Forse si, ma di qualche decimo di grado. Ma a noi pareva caldissima, tremenda, insopportabile, mai stato così caldo, nemmeno nel 2003!

(comunque ora speriamo che nevichi, e che piova, che faccia il suo dovere, altrimenti l’estate prossima sarà, davvero, la più arida di sempre)

OT: HELP! Blogger non supporta più il client Windows Live Writer per accedere ai blog: non rispetta più gli standard di sicurezza di Google, e Microsoft non lo aggiorna più. Qualcuno mi suggerisce un'applicazione che funzioni con la piattaforma Blogger, un po' meno demenziale e incasinata di quella che mette a disposizione Google sul browser? Che già pubblico poco, se devo tirare bestemmioni ogni volta per allineare questo e quello, chiudo baracca. fffff!


EDIT: Nuntio vobis magno cum gaudio: RISOLTO! Evviva evviva evviva! 
Per merito di un amico più sveglio di me, dopo millemila altri tentetivi, trovato Live Writer Open il figliolo di Windows Live Writer. Stessa interfaccia, stessa comodità, stesso tutto. 
Zeus, Shiva, Ganeśa o chi altro preferite vi abbia in gloria, amico e openprogrammatori :D:D

(chiedo scusa alla mia commentatrice Vera, i suoi 2 commenti a questo post sono svaniti nella blogosfera…)