giovedì 29 ottobre 2009

Nevica a pois


Latemar da Deutschnofen/Nova Ponente 25 ottobre 2009

Un po' di neve della settimana scorsa è rimasta abbarbicata alle cenge e nei versanti meno soleggiati, ma la maggior parte si è rapidamente sciolta.

Però, guarda come si scioglie strana quella colata lì a destra. A macchie regolari. Mi si accende il neurone: cannoni. Hanno iniziato a sparare neve adesso! Con il terreno ancora caldo di questo tiepido ottobre, che senso avrà mai?

Dalla webcam di Obereggen, ecco la vista su una pista:

sopra, il 23 ottobre alle 12,32. Sotto, il 29 alle 12,12. Ovviamente un po' di neve se n'è andata, la temperatura continua ad essere primaverile, l'apertura degli impianti prevista per i primi di dicembre, quindi a un mese e mezzo dalla prima foto. Chissà peraltro se fra le due foto hanno sparato ancora.

Poi a me propinano "mi illumino di meno", le lampadine a basso consumo, la lavatrice classe AAA, il risparmio energetico, il permesso del sindaco per scaldare casa... tutte cose giuste, per carità, ma quante lampadine di energia sono servite per quei metri cubi di neve sciolta? Per pompare l'acqua fin lassù, per tenere accesi n. cannoni n. ore e per i gatti che l'hanno stesa? Adesso? Era necessario? Forse si, ma io mi sento un po' presa per il culo, e non solo dai cannoni.

E mi si scusi il linguaggio da scaricatore.

mercoledì 28 ottobre 2009

A colpi di gatto ;)

A gatto si risponde con gatto:

Giovanni Antonio Bazzi o de' Bazzi detto il Sodoma (Vercelli, 1477? – Siena, 15 febbraio 1549) Come San Benedetto ottiene farina in abbondanza e ne ristora i monaci - Monte Oliveto maggiore, chiostro grande.

Vedendo foto più recenti della mia pare che il restauro abbia fatto ricomparire la testolina del gatto.

Il Sodoma ha infilato animali in ogni affresco: uccelli, tassi, cani, e ancora gatti:

Come Florenzo tenta di avvelenare Benedetto, particolare

Vecchie foto le mie, vecchie Dias scansionate in tutta fretta anni fa.

martedì 27 ottobre 2009

Il bello, il brutto e l'irrimediabile

Albergo in Val di Sole (si vede che è decorato di rosa e azzurro?)

L'altro dì mi è arrivato "La Val", bollettino quadrimestrale del Centro Studi per la Val di Sole, che si apre con un editoriale di Alberto Mosca, studioso, scrittore e membro del direttivo dell'associazione. Mosca riferisce del convegno, organizzato da Italia Nostra il 19 settembre, che ha raccolto un'ottantina di persone in un magnifico vecchio palazzo solandro, attorno ad un argomento che, come ben sa chi mi legge perche' l'ho doverosamente già annoiato in proposito, mi sta parecchio a cuore: "Paesaggi sensibili - Il paesaggio storico, risorsa per il futuro: riferimenti alla Val di Sole”.

Incollo qui il suo editoriale, poi, a rate, che è roba lunga e noiosa, parte dei commenti usciti sui quotidiani a ridosso del convegno.

"I PIÙ BELLI E QUELLI CHE SONO ANCORA IN TEMPO

di Alberto Mosca

La Val di Sole è ancora in tempo: oggi si gioca il suo futuro, la scelta tra conservare e valorizzare il pro­prio "paesaggio sensibile" ovvero distruggere il pa­trimonio storico dato da secoli di storia e cultura. Questa, in estrema sintesi, una delle conclusioni cui è approdata la recente giornata di studio che Italia Nostra ha portato a Terzolas per parlare di "pae­saggi sensibili" e in particolare di "paesaggio storico, risorsa per il futuro" prendendo a riferimento la Val di Sole. Un tema sul quale torneremo. Tante sono state le brutture, le violenze, le distru­zioni di memoria portate avanti in questi ultimi anni, ma tanto rimane intatto e bisognoso di cura e rispetto, per dare a noi una cultura viva e consa­pevole e al turismo quella qualità così necessaria per vincere le sfide dei mercato odierno. Altrimenti avremo presto tante "pizzerie napoletane" (così è stata definita casa Framba di Cogolo dopo il de­vastante lavoro di "recupero" di qualche anno fa) e nessuna testimonianza tangibile di secoli di vita sulla montagna solandra.-"

Prima... Dopo
Casa Framba com'era non l'ho trovata, ma anche casa Mocatti a Monclassico rifatta in stile tirolese rende bene l'idea. (fonte Questotrentino che dedicò già nel 2006 all'argomento un articolo interessante: Vandali in casa


"I relatori, assai qualificati, hanno mostrato via via l'evoluzione dei paesaggio urbano solandro dalla metà dei XIX a oggi, alcuni casi tra i più eclatanti di malgoverno dei paesaggio, in più di un caso trattati anche sulle pagine della nostra rivista. In questo senso giova ricordare che, nel lontano 1999 proprio La Val lanciò un dibattito, che si rivelò assai vivace e non privo di accenti in­fuocati, sulla "metamorfosi di un paesaggio", con un convegno dedicato e ricco di contenuti. Purtroppo in molti casi rimasti lettera morta. Ma il malgoverno dei territorio solandro, è emerso dalla giornata di studio di Terzolas, è per la maggior parte imputabi­le alla fine della tutela dei paesaggio a livello com­prensoriale: consegnare ai comuni competenze così importanti e delicate, caricando le fragili spalle delle commissioni edilizie della tutela dei territorio ha provocato gravi scompensi, come dei resto ammes­so dagli stessi funzionari provinciali presenti come relatori alla giornata di studio: con buona pace di chi, anche tra i nostri sindaci, si dice convinto che in questi ultimi anni non sia accaduto nulla di grave. Nella speranza che la nuova comunità di valle, ov­vero ritornando ad un modello di gestione sovra­ c
omunale dei paesaggio, possa dare quelle risposte così necessarie. Le decine di esempi proposti, le im­magini eloquenti, ben distribuite lungo tutta la valle, ci dicono che tanti errori sono stati fatti. Ma ci con­fermano altresì che parliamo ancora di episodi, fre­quenti sì ma che non sono la normalità."

Mezzana, Val di Sole.

"II messaggio finale dato dalla giornata è stato positivo: siamo a un punto di non ritorno, oltre il quale vi può essere la rovina totale o al contrario una presa di coscienza che ci permetta di essere i migliori gestori dei pa­esaggio solandro. Insomma, siamo ancora in tempo. A patto che amministratori, progettisti, committenti prendano coscienza dei propri ruoli, accantonando per sempre quel sistema paesano di commistione di interesse, quel sottobosco di convenienze che fanno l'interesse dei momento ma ci privano di un bene di lungo periodo. E a ben vedere il paesaggio è l'unico vero bene che rimane alla valle, sia in termini di identità che di vendibilità turistica. Nel frattempo, a pochi chilometri da noi, altri paesi trentini, Rango di Bleggio e San Lorenzo in Banale festeggiavano con oltre 70 delegazioni provenienti da tutta Italia il quarto "Festival dei Borghi più belli d'Italia". Profumi e sapori da tutte le regioni italiane (mancavano solo Valle d'Aosta e Sardegna) arrivati per celebrare la capacità di alcuni borghi "i più belli d'Italia" di mantenersi intatti nella fisionomia data loro dalla storia e dalla cultura locale."

Val di Sole, arredo urbano

"Borghi che nel passato hanno pagato e duramente, uno stato di isolamento e di arretratezza che ora diventa la loro principale ricchezza, una vera e propria miniera d'oro che li porta a essere conosciuti e valorizzati a livello nazionale. E nel corso del convegno legato al Festival, nella cornice di Castel Stenico, il prof. Massimo De Marchi, docente di geografia sociale all'Università di Padova, ha sottolineato argomenti che potremmo fare nostri, nell'ottica di un nuovo rapporto con il paesaggio. Esso deve diventare, ha spiegato De Marchi, "patrimonio sociale" degli abi­tanti di un luogo, grazie alla costruzione di identità, unione e partecipazione. Serve che il borgo diventi proprietà collettiva, paesaggio della cittadinanza: un paesaggio costruito che sia anche paesaggio sociale. Perché è di tutti, e tutti ne siamo responsabili."

Tutti ne siamo responsabili!

giovedì 15 ottobre 2009

ISPRA: Rapporto sul clima

ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

Gli indicatori del clima in Italia nel 2008. Anno IV
data pubblicazione: Settembre 2009

ISBN 978-88-448-0315-5

Testo in formato .pdf scaricabile 

"Il quarto rapporto sul clima in Italia illustra l’andamento nel corso del 2008 dei principali indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA, www.scia.sinanet.apat.it), realizzato dall’APAT (oggi ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in collaborazione e con i dati degli organismi titolari di molte delle principali reti osservative presenti sul territorio nazionale: il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, l’Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura (ex Ufficio Centrale di Ecologia Agraria), il Servizio Mareografico dell’ISPRA, nove Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA), il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS) e Meteo Trentino. Complessivamente, nel 2008 gli indicatori di temperatura e precipitazione sono stati derivati da circa 760 stazioni distribuite sull’intero territorio nazionale."

Non basta un inverno

Il Servizio glaciologico del CAI Alto Adige, dopo un sopralluogo ai ghiacciai in Martelltal/Val Martello, rileva che "Le elevate temperature registrate anche ad alta quota nei mesi estivi hanno vanificato gli effetti benefici delle abbondanti nevicate dello scorso inverno.(*)"

Non basta infatti un inverno con nevicate abbondanti, servono almeno 10 inverni nevosi per avere un aumento duraturo dello spessore del ghiaccio e il caldo superiore alla media dei mesi di luglio e agosto ha risparmiato solo qualche accumulo o nevaio in alcuni canaloni a quote inferiori al fronte del ghiaccio, ma probabilmente effimeri. Il CAI ha osservato che "è in aumento anche la copertura detritica sulla superficie glaciale che ne ha favorito lo scioglimento(*)"

Insomma non c'è nulla da festeggiare, la situazione è la stessa di prima, le forti nevicate invernali non hanno migliorato di uno iota la situazione preoccupante dei ghiacciai altoatesini.

Hochgall / Collalto (m.3435)-Rieserfernergruppe / Vedrette di Ries

"Nel 1873 il ghiacciaio Vedrette di Ries copriva con una spessa calotta di ghiaccio tutto il vasto anfiteatro tra il Monte Nevoso ed il Collalto. Attualmente in seguito ai processi di scioglimento il ghiacciaio si è ridotto a tre sole vedrette."(**)

(*)   fonte: Quotidiano Alto Adige del 9 ottobre 9009
(**) fonte: Parco naturale Rieserfernergruppe / Vedrette di Ries

 

Blog Action Day

 

giovedì 8 ottobre 2009

Una vecchia cornacchia versione beta :P

Nonostante bazzichi in rete da tempi immemorabili, mi ricordi il gopher, lavori in mezzo ai byte da quando i personal computer ancora non erano stati inventati (si, c'è stato un tempo in cui!), cara equipaje, altro che barbagianni 1.0! Visto che vesto quasi sempre in nero e che sono figlia di una strega, vecchia cornacchia, o meglio, gracchio alpino rel. beta mi si adatta meglio. Rilasciata ai tempi in versione test e abbandonato il progetto :P

Gracchio alpino

Non ho un account su facebook, non cinguetto con twitter, è abbastanza impegnativa la first life da non desiderare affatto metter piede nella second, il mio cellulare non soffre da iperlavoro visto che e' prevalentemente spento, le social network virtuali mi causano gravi orticarie, mi piacciono invece moltissimo quando son fatte di gente real che si ferma a contarsela il sabato al mercato o sbevazzando a cena da qualche parte. Ritengo che i blog siano molto sopravvalutati, soprattutto dai blogger. Il resto del mondo se ne frega che ha altro a cui pensare.

La cosa più simile a una social network che abbia mai bazzicato è usenet, della quale apprezzo la libertà e l'autogoverno, in particolare it.sport.montagna, nel quale, ad onor del vero, ho stretto grandi e durature amicizie. Forse è per questo che i forum proprietari mi stanno sui maroni? Nei confronti di facebook poi ho una preconcetta antipatia rafforzata dai tour fatti per mezzo di account in prestito. E io ai miei pregiudizi tengo moltissimo!

Non sono proprio 2.0 direi. Non è che me ne vanti eh, ma mi pare di perdere quintalate di tempo in cazzabubbole già così, figuriamoci se mi socialnetworkizzo o mi 2.0izzo!

E ce lo vogliamo mettere che parlare di me mi piace più o meno come andare dal dentista? Anzi, il mio dentista è di gradevolissimo aspetto e anche simpatico (la sua siepe di lauroceraso un po' meno, mi fa ombra ai pomodori).

Insomma tutta questa pippa nella quale racconto un bel po' di fatti miei per dire che, ringrazio molto per il pensiero, ma, da vecchia gracchia alpina in beta release, non faccio il meme dei 10 fatti miei :D

(10 blogger ai quali non passo il cerino acceso tireranno un sospiro di sollievo :D)

mercoledì 7 ottobre 2009

Il rovescio della medaglia

Lunedì tempo autunnale, aria di pioggia, giretto breve a un lago piuttosto bello che si raggiunge, ahinoi, anche con un'oretta di cammino in semipiano dall'arrivo di una funivia.

Kratzberger See

Ebbene, al fazzoletto di carta n.50 ho smesso di contare, ma non di indignarmi: "tanto la carta è biodegradabile, tanto è solo carta..." Sparsi come da Pollicino lungo il sentiero, a mucchietti ai lati o sotto gli alberi, a montagnole appena un metro più in là. E non parliamo degli incarti delle barrette o delle caramelle, delle bucce di banana sulla riva del lago.

Egregi escursionisti della domenica o del ferragosto, per favore, rimettete i vostri fazzolettini nella tasca dalla quale li avete tolti prima di soffiarvi il naso! Lungo il sentiero sono proprio brutti da vedere. Egregie signore escursioniste, dopo aver fatto pipì mettete il fazzolettino usato come carta igienica in un sacchetto di plastica insieme alle altre scoazze (seh!) e riportatevelo in valle: se fa schifo a voi, figuratevi a noi. Egregi escursionisti di entrambi i sessi, per favore, evitate di depositare il vostro mucchio lato sentiero, suvvia, spostatevi un po'. Chiedere di riporre il fazzolettino come sopra pare eccessivo, immagino. Almeno, imparate dai gatti, che dopo averla fatta la nascondono accuratamente.

E, perdio, portatevi a casa le vostre scoazze! Che ci vuole? O siete gli stessi che, ai semafori, vuotate il posacenere sull'asfalto?

Gli stessi che prendono a calci i funghi velenosi o che non conoscono, che fastidio daranno mai (una strage, lunedì), che raccolgono le castagne con le quali i contadini campano, o le prugne nelle proprietà private perché tanto sono lì e non c'è il legittimo proprietario alla finestra col fucile caricato a sale.

Ecchediamine! Da una parte la natura sottovetro, dall'altra una bella serie di incivili in libera uscita. Mi vien da chiedere chi abbia torto!