venerdì 29 ottobre 2010

Un’antica tradizione

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Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!

Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, Canto VI.

Secolo XII.

(chiedo scusa, foto di navi in tempesta mi mancano. Beccatevi una barca in secca, rovesciata; che è comunque in topic)

mercoledì 27 ottobre 2010

Una bella e una brutta

La notizia bella la saprete tutti ormai: Tami è tornata, con una vetta in meno ma un bel po’ di esperienza in più rispetto alle previsioni. E qui si tira un bel respiro di sollievo.

La vetta non si sposta, e lei è giovane giovane e con un sacco di tempo davanti: avrà modo di prendersi le sue soddisfazioni.

 

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Nell’angolino in basso a destra, il rifugio Puez

Ci siamo passati tutti al rifugio Puez, una volta o l’altra. Chi a dormire, chi a bersi una birra lungo l’Alta Via N.2, chi salendo dalla mefitica rampazza in fondo alla Vallunga che è proprio lunga eterna, chi meno faticosamente con la funivia che taglia un bel po’ di fatica. E di solito trovava bel po’ di gente: il Puez è costruito in uno dei posti più belli delle Dolomiti e quindi è uno dei rifugi più trafficati. In mezzo al casino, efficiente e un po’ brusco, Oscar Costa a domare il gregge di escursionisti.

La mattina invece, se non si aveva fretta, quando gli escursionisti di giornata non sono ancora arrivati e quelli delle alte vie se la sono già data a gambe, allora Oscar si prendeva un po’ di tempo per 4 chiacchiere. Un discorso sui pastori che “qui sono ancora tutti dei nostri, non come altrove che ci sono solo romeni”, una dritta sul sentiero più panoramico, un caffè insieme.

Ecco, Oscar non c’è più. Lo hanno cercato per due giorni, ostacolati dalla nevicata precoce dei giorni scorsi, e l’ha trovato il fratello, poco sotto il sentiero che avrebbe potuto percorrere a occhi chiusi, con ferite alla testa, rannicchiato, assiderato, a trecento metri dal rifugio che la sua famiglia gestisce da decenni, che lui non ha mai lasciato, dove è arrivato con i genitori quando aveva appena 6 mesi.

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Il vecchio rifugio Puez

Stando alle ipotesi avanzate da chi ha rinvenuto il cadavere” riporta il quotidiano Alto Adige di oggi, “Oskar Costa sarebbe scivolato, forse addirittura in un laccio delle ghette, procurandosi gravi lesioni alla testa e perdendo quasi subito conoscenza”.

Era salito domenica mattina al rifugio, chiuso da fine settembre, per fare dei lavoretti: una scarpinata di un’ora e mezza da dove aveva lasciato l’auto. Verso mezzogiorno una telefonata alla moglie: “Sto scendendo” poi il silenzio.

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Rifugio Puez

«Oscar era un uomo che impersonava la montagna e il Cai. È stato eletto (presidente della sezione della Val Badia. N.d.f.) nel 1989 succedendo al padre Pire ed è sempre stato riconfermato all’unanimità.» dice con rammarico il segretario della sezione Fortunato Flatscher al quotidiano di oggi .

E il pensiero corre alla sua Alma, con la quale la montagna non è stata molto generosa: 5 anni fa è infatti morto Ivan, il loro figlio di 21 anni, andato a schiantarsi con lo slittino contro una motoslitta, in un posto quasi piano, su una pista larga 60 metri.

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mercoledì 6 ottobre 2010

Forza Tami!

Sono giorni che ci si sta chiedendo cosa succede lassù a Tamara Lunger, che voleva tentare la cima del Cho Oyu il 30 settembre. Poi è successo quel che è successo, 5 sherpa sono stati travolti da una valanga e uno è grave, è morto Walter, diverse spedizioni hanno rinunciato e sono tornate a casa; lei è su da sola, non ha spedizioni e grande organizzazione alle spalle e il suo blog, che finora ha cercato di aggiornare fra una difficoltà e l’altra con la collaborazione di mamma e sorella, tace da giorni. E quaggiù ci si preoccupa.

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La nuova via verso il Campo 2, che Tami e Jakob avevano in mente di aprire (Fonte, Blog di Tamara Lunger)

Ora leggo sul quotidiano Dolomiten che Tami ha partecipato al recupero della salma di Walter e, secondo quanto racconta suo padre al giornale, è stata un’esperienza “molto pesante per lei, ma anche molto importante, perché in questo modo ha potuto elaborare meglio l'accaduto''. Walter, ha raccontato Tamara ai suoi, è precipitato per circa 500 metri, l’hanno trovato già morto e pieno di ferite. Lei e i due compagni di Nones lo hanno portato giù per un lungo tratto prima che li raggiungessero gli sherpa per dar loro una mano a trasportarlo al Campo base.

Così Tamara, aggiunge Hansjörg, ha avuto modo di toccare con mano la natura di queste montagne e sperimentare da vicino che non sono uno scherzo. Ma pare che l’esperienza l’abbia rafforzata invece che abbatterla: in queste ore sta salendo insieme a un americano e a un messicano e l’8 ottobre conta di essere sulla cima.

Questa ragazzina ha un paio di palle così.

Incrociate le dita, premete pollici, alluci, toccate ferro, aglio fravaglio, tutto quel che avete miei 25 lettori, in questo blog scettico e razionale oggi è ammessa ogni forma di scaramanzia e di portafortuna. E tu vai Tami, che siamo in tanti quaggiù a sostenerti! :)

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(Fonte, Blog di Tamara Lunger)

Purtroppo non avremo notizie fresche in tempi brevi: il satellitare di Tamara ce l’hanno ora i due compagni di Nones: serve loro per organizzare il rientro della salma in Italia. Il loro era nello zaino di Walter, non ne è rimasto molto. Dovremo attendere che lei torni a Kathmandu o che trovi al Campo Base qualche anima buona che le dia modo di fare una telefonata.

 

martedì 5 ottobre 2010

Berg heil

   

« Se tu vens cà sù ta' cretis,
là che lôr mi àn soterât,
al è un splàz plen di stelutis:
dal miò sanc 'l è stât bagnât.
Par segnâl une crosute
jé scolpide lì tal cret:
fra chês stelis nàs l'arbute,
sot di lôr jo duâr cuièt.
Ciol sù, ciol une stelute:
je 'a ricuarde il néstri ben,
tu 'i darâs 'ne bussadute,
e po' plàtile tal sen.
Quant che a ciase tu sês sole
e di cûr tu preis par me,
il miò spirt atòr ti svole:
jo e la stele sin cun té. »

« Se tu vieni quassù tra le rocce,
laddove mi hanno sepolto,
c'è uno spiazzo pieno di stelle alpine:
dal mio sangue è stato bagnato.
Come segno una piccola croce
è scolpita lì nella roccia:
fra quelle stelle nasce l'erbetta,
e sotto di loro io dormo sereno
Cogli cogli una piccola stella:
ti ricorderà il nostro amore.
Dalle un bacio,
e poi poggiala sul tuo seno.
Quando a casa tu sarai sola
e di cuore pregherai per me
il mio spirito ti aleggerà intorno
io e la stella siamo con te. »

 

Berg heil, Walter; Berg heil, Erwin