… “con la neve alta così” cantava Rita Pavone ai tempi.
Qui, se non cambia qualcosa, la neve alta così ce la sogniamo e “nella valle noi NON scenderemo con ai piedi un paio di sci”.
Non piove né tantomeno nevica, l’inversione termica impedisce ai cannoni sparaneve di funzionare, sulle piste crescono le margherite.
Secondo una ricerca effettuata dall’Eurac, la temperatura media in Alto Adige è aumentata di un grado e mezzo negli ultimi trent'anni, due nell’ultimo secolo, molto di più rispetto alla media europea. E le previsioni non sono per nulla tranquillizzanti: per il 2050 è previsto un ulteriore aumento della temperatura media di almeno 1,2 gradi centigradi, fino a 2.7°.
Queste sopra sono le Odle (Col Raiser, Seceda, per capirsi) pochi giorni fa, con un aspetto ancora splendidamente autunnale. In basso a sinistra si intravede un mucchietto di neve sparata accanto ad un impianto. Carezza rinvia le gare di coppa del mondo di snowboard e di biathlon, con la perdita economica che possiamo immaginare.
Aperti i mercatini, anche gli impiantisti pensavano di aprire la stagione in Dolomiti: anche in questo caso, pive nel sacco:
questa la webcam sul Sassolungo dell’altro ieri.
Se le Dolomiti piangono, l’Austria non ride:
questa qui sopra la situazione a Seefeld (fonte Repubblica on line).
Se gli escursionisti godono di queste domeniche limpide e tiepide, l’economia della regione, basata per gran parte sul turismo dello sci, si sta seriamente preoccupando. E quindi a me viene da chiedere: con queste previsioni ha senso investire capitali enormi per ampliare piste, incrementare la portata degli impianti, collegare comprensori, costruire bacini artificiali per l’innevamento programmato quando si parla già oggi di penuria idrica, con lo 0 termico che insiste fisso sopra i 2.800 metri di quota e puntare ancora e ancora sullo sci?
Forse ha senso: tanto se gli impiantisti vanno in rosso pagherà come sempre Giovannino, inteso per mamma Provincia, che alla fine siamo sempre noi.