C’è un monte, in val d’Ultimo, classica scialpinistica e bella escursione estiva, con uno strano nome: Hoher Dieb, Gran Ladro in italiano.
Koflraster See dalla cima dell’Hoher Dieb
Narra la leggenda che i pingui pascoli attorno ai Koflrasterseen, di proprietà dei paesi della val d’Ultimo, fossero invidiati ed appetiti dai pastori della vicina val Martello. Più di una primavera, infatti, arrivati con le greggi alla loro malga, quelli della val d’Ultimo la trovavano già caricata di animali dei confinanti. E ogni volta finiva in una zuffa che stabiliva, a suon di sassi, bastonate e di forconi piantati nel sedere, chi avrebbe pascolato in quella stagione.
Quell’anno però gli usurpatori, arrivati in gran numero, trovarono una brutta sorpresa: erano attesi dai legittimi proprietari armati fino ai denti. Si picchiarono, si legnarono, si presero a sassate, se le diedero di santa ragione per un paio di giorni, finché quelli di val Martello si arresero, raccattarono feriti e contusi e se la diedero a gambe levate. Tutti meno il loro capo, che rimase per sempre lassù trasformato per punizione, da chi non è dato saperlo e non trovo più la fonte della leggenda, in un enorme ammasso di pietre: il Gran ladro, appunto.
Qui in Alto Adige non c’è nulla di semplice: ogni atto ufficiale dev’essere bilingue, e anche i cartelli indicatori dei sentieri e delle località dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) essere bilingui. A volte sono molto bilingui: ecco cosa pubblicava il settimanale in lingua tedesca ff quest’autunno:
“fra Ulten e Vinschgau c’è un monte, che si chiama Gran Ladro. Un lettore di ff ci ha mandato la seguente traduzione:
Vista da G. Breitenberger” (Ringrazio l’amica Loriz che me l’ha fotografata e spedita)
Non si fa, eh, non si fa…. :P