lunedì 29 febbraio 2016

Messner e Simone Moro: in cauda venenum

 

Simpatico video dal CB (fonte Gazzetta dello Sport) che non riesco a incorporare!

Già nel 2010, quando Tamara Lunger raggiunse la vetta del Lhotse, Messner le fece sì i complimenti, ma subito dopo arrivò la spenta:

A Tamara vanno tutto il mio rispetto e i miei complimenti».  
quindi aggiunse: «Pochi giorni fa è salito sull’Everest un tredicenne: l’Everest e il Lhotse tecnicamente non presentano grandi difficoltà e con le corde fisse sono quasi come una ferrata. Di alpinistico c’è poco, di esplorativo più nulla».

Simone Moro ha portato a termine la prima invernale assoluta del Nanga Parbat, una montagnaccia sgradevole anche in estate, tanto simpatica da essere soprannominata “la montagna assassina” e Messner, raggiunto dalla Gazzetta, prima gli fa tanto di complimenti ma poi non resiste:

Il successo di questa bella salita, importante anche se non la si può definire storica, viene da una ottima logistica.” Eh no, importante ma non storica, bravo Moro ma non darti troppe arie.

Faceva fatica a fare i comlpimenti per una grande impresa senza metterci quella puntina di acido? Non erano ancora scesi al CB, non avevano ancora portato a casa le piume, poteva mica lasciar perdere? che la solfa la ripete da anni: Una volta qui era tutta campagna! Ai miei tempi sì era alpinismo mica adesso! Le mie sì sono imprese storiche, signora mia, altroché!

Per chi non lo conoscesse, Moro è un tipino che va su e giù dall’Everest come io dalle passeggiate del Guncina, ha fatto quattro 8000 in invernale, è pilota di elicottero, fa parte di un team di elisoccorso nepalese specializzato in operazioni ad altissima quota, ha effettuato un recupero a circa 7000 metri, record assoluto. E’  medaglia d’oro al valor civile con questa motivazione:
«Con grande coraggio, rinunciando al compimento di un’ardua impresa alpinistica, interveniva in soccorso di un giovane rocciatore inglese precipitato lungo la parete di un monte, a circa 8000 metri di altitudine e con un elevatissimo rischio di valanghe. Dopo notevoli difficoltà, con il buio e il freddo, raggiungeva il ferito, il quale giaceva immobile ed in stato di shock, con il viso insanguinato e quasi assiderato. Quindi lo legava a sé e tirandolo di forza, con estenuante e lunghissima fatica, riusciva a portarlo in salvo. Nobile esempio di elette virtù civiche ed esemplare spirito di solidarietà. 22 maggio 2001 - Lhotse-Everest (Nepal)».

Eppure non se la tira. Simone Moro eh!  ;)

Cold, fonte Youtube

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