martedì 26 marzo 2013

Andar per fontane

DSC_3688_3Oggi mi sono fermata da un artigiano che lavora le pietre dei nostri monti: porfido di Sarntal, Granito di Brixen, marmo di Laas. Una bella azienda, bravi, esperti, appassionati, ce l’han contata su lunga, li ho guardati lavorare. Con una fresa a controllo numerico, ovviamente.

Ma il signor Gasser non si limita a creare cose nuove, raccoglie e sistema anche vecchie pietre lavorate: antichi portali scolpiti con ancora i cardini originali, cornici di finestre, pilastri, metri e metri di canali irrigui di granito, fontane, mangiatoie, abbeveratoi. Scavati a mano, con lo scalpello: ore e ore di pazienza, di lavoro, di perizia per costruire oggetti che potrebbero durare per sempre che languono dietro un capannone. E mi è tornato in mente McCarthy:

Fontana Cornaiano Foglie3-001

“Quando uscivi dalla porta sul retro di quella casa, da un lato trovavi un abbeveratoio di pietra in mezzo alle erbacce. C'era un tubo zincato che scendeva dal tetto e l’abbeveratoio era quasi sempre pieno, e mi ricordo che una volta mi fermai li, mi accovacciai, lo guardai e mi misi a pensare. Non so da quanto tempo stava li. Cento anni. Duecento. Sulla pietra si vedevano le tracce dello scalpello. Era scavato nella pietra dura, lungo quasi due metri, largo suppergiù mezzo e profondo altrettanto. Scavato nella pietra a colpi di scalpello. E mi misi a pensare all'uomo che l'aveva fabbricato. Quel paese non aveva mai avuto periodi di pace particolarmente lunghi, a quanto ne sapevo io. Dopo di allora ho letto un po' di libri di storia e mi sa che di periodi di pace non ne ha avuto proprio nessuno. Ma quell'uomo si era messo li con una mazza e uno scalpello e aveva scavato un abbeveratoio di pietra che sarebbe potuto durare diecimila anni. E perché? In cosa credeva quel tizio? Di certo non credeva che non sarebbe mai cambiato nulla. Uno potrebbe anche pensare questo. Ma secondo me non poteva essere cosi ingenuo. Ci ho riflettuto tanto. Ci riflettei anche dopo essermene andato da li quando la casa era ridotta a un mucchio dì macerie. E ve lo dico, secondo me quell'abbeveratoio è ancora li. Ci voleva ben altro per spostarlo, ve lo assicuro. E allora penso a quel tizio seduto li con la mazza e lo scalpello, magari un paio d'ore dopo cena, non lo so. E devo dire che l'unica cosa che mi viene da pensare è che quello aveva una sorta di promessa dentro al cuore. E io non ho certo intenzione di mettermi a scavare un abbeveratoio di pietra. Ma mi piacerebbe essere capace di fare quel tipo di promessa. E la cosa che mi piacerebbe più di tutte.”

Cormac McCarthy, Non è un paese per vecchi

230-0

Vecchia fontana con incisa la data. (foto catalogo Gasser)

Nel 1669 muore Rembrandt, la Repubblica di Venezia deve cedere Candia agli ottomani, Vermeer ha finito da poco La ragazza con l’orecchino di perla e un ignoto scalpellino termina e data la sua fontana.

Purtroppo non ci sta dove vorrei metterla, ma quanto mi piacerebbe! :)

2 commenti:

  1. Che bel post, carissima Francesca!
    Come sempre queste storie mi fanno tanto tanto piacere.
    Un caro saluto
    ana

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  2. Ciao Ana! :) quando torni in Italia?

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