giovedì 17 dicembre 2009

Gemellaggi

Mentre il presidente dell’Azienda di Soggiorno di Bolzano Dado Duzzi (ma ci si può chiamare Dado, mi domando?) si fa prendere da un attacco orgasmatico e dichiara «Una cosa fantastica, come non si vedeva ormai da anni!» ai numeri del torrido ponte della Madonna quando solo la domenica “centomila visitatori. 3.500 camper, 270 pullman, migliaia le auto che ieri hanno preso d’assalto la città tanto da costringere i vigili urbani a chiudere gli accessi al centro dalle 10.30 alle 16.45)(*)” […] “Anche perché - spiega Duzzi - moltissimi trascorrono il weekend qui. Gli alberghi di Bolzano sono pieni e lo stesso dicasi per San Genesio, Renon, Nova Levante, Nova Ponente, Oltradige: «Le richieste - spiega il presidente dell’Azienda di soggiorno - sono state di gran lunga superiori alla reale capacità ricettiva(*)”  lo stesso quotidiano pubblica una lettera di tutt’altro tenore:

BOLZANO DELUSIONE

Frenesia turistica: Dolomiti come Rimini? 

Mi si stringe il cuore. Un amico, che sa quanto io ami la bellezza dell’Alto Adige, mi ha spedito una scansione di un vostro articolo di domenica 6 dicembre firmato da Umberto Tecchiati e anche un indirizzo blog da andare a vedere: terrealte.blogspot.com. 

Sono una riminese, quando qui finisce la baraonda, scappo a riprendere fiato sui vostri altopiani e sulle vostre montagne. Di anno in anno però il fiato faccio sempre più fatica a riprenderlo. L’Alpe di Siusi ormai dà più tristezza che gioia, ruspe al posto delle vacche, alberghi al posto delle baite, chiese fuori contesto...  Infine gli ultimi scempi fatti attorno a Carezza, il fiato me lo hanno spezzato in gola definitivamente. 

Noi riminesi abbiamo massacrato un territorio che di bello aveva già poco di partenza e adesso ci arrampichiamo sugli specchi per cercare di renderlo turisticamente appetibile, sperando di veder diminuire l’emorragia di visitatori. Ci stiamo rendendo conto che non basta più essere i maestri dell’accoglienza che da sempre siamo, ma che occorre anche circondare con un contorno ambientale gradevole la gentilezza che diamo a chi viene in Romagna. 

All’Alto Adige qualche decennio fa forse mancava un po’ d’esperienza nel “trattare l’ospite” oggi mi pare non sia più così. Colto però da frenesia turistica ha iniziato ad emulare anche il modo romagnolo di sperperare il territorio. È un bene che una volta perso non si recupera più. State distruggendo quello per cui in molti veniamo da voi.  Vedere di anno in anno peggiorare la montagna è raggelante, fa dubitare della lungimiranza di amministratori che da sempre “qui in Italia” li si considerava esempi di sensibilità ecologica da copiare. 

Il prossimo autunno non tornerò. Non è piacevole assistere agli effetti del cancro su un corpo amato.  Non consiglierò più a chi viene da me d’estate di venire da voi l’inverno.  Quando si dà un consiglio non si vuol fare brutta figura.

Roberta Bacchini”

Caro Dado, capisco la Sua esultanza: oltre a essere presidente dell’Azienda di Soggiorno ha anche un baracchino che vende speck nella “baracchinopoli”, com’è stato definito il mercatino di Natale da uno spiritoso bolzanino, quindi affari d’oro per sé e per i mercanti della città: lei ha portato a termine al meglio il suo compito contingente.

Chissà se chi si è fatto 150 chilometri di coda in autostrada avrà voglia di tornare, magari l’estate prossima, per una settimana sull’Alpe di Siusi, se continuerà a collegare l’Alto Adige con la serenità o se lo collegherà agli angioletti Thun, allo speck Dadoduzzi, al vin brulè caro e nemmeno sto gran buono (alla fragola e alla mela, il vin brulè!), al casino galattico nel quale a malapena si riesce ad avvicinarsi alle bancarelle prendendosi a gomitate. Ma fra qualche anno forse Lei non sarà più all’Azienda di Soggiorno e quindi chissene..?

Non riesco ancora a capire se abbia senso puntare sulla quantità e non sulla qualità, sul tutto subito prosciugando le risorse della città e del territorio invece che sul “un poco per volta, ce n’è per tutti”. Ricordo quell’anno in cui l’8 dicembre un turista, dal mio tabacchino, si lamentava che in città non ci fosse più un biglietto dell’autobus, una bottiglietta di minerale, nemmeno un würstel!

Quest’anno non so, ho smesso di fumare: mi sono barricata in casa e ho atteso che passasse la buriana.

La foto ci si avvicina vagamente

Il tramonto sul Rosengarten è stato meraviglioso: il cielo era di quel violetto gelido prettamente invernale che sfuma nel rosa pallido, la montagna era di limpido cristallo. Mi piacerebbe sapere in quanti se ne siano accorti.

(*) Quotidiano Alto Adige del 7 dicembre

4 commenti:

  1. ahimè, pochi...
    la gente sa ancora guardarsi intorno o vede solo più lo schermo di TV, telefono, ecc???

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  2. A ferragosto i turisti pur di esserci si adattavano a dormire sui dondoli e sui divani dell'ingresso, questo ancora alla fine degli anni '80. La mattina entravo in albergo, per iniziare il lavoro, facendo lo slalom tra i dormienti. Oggi molte delle piccole pensioni in "terza linea" quelle subito a valle della ferrovia hanno chiuso, e gli alberghi rimasti non sempre fanno il tutto esaurito durante le sempre più brevi ferie di ferragosto. Piccole località una volta poco frequentate stanno lievemente incrementando le presenze a discapito delle località più grandi e più...? e più...? degradate? sfruttate? rovinate? confusionarie? Un termine forse li comprende tutti:
    sputtanate.
    Che cosa volete fare altoatesini? piangere tra qualche anno sul latte versato?

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  3. marzia, mi sa che ti sei risposta da sola :(

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  4. e' sempre cosi', Vera, una parabola che si ripete con regoalrita' nei luoghi dove non si punta al turismo di qualita' e dove non si riesce a fermarsi.

    Si parte col turismo d'elite, la località diventa di moda, arrivano i bisonti e l'elite se ne va. I bisonti influenzano l'offerta turistica, l'ambiente ne soffre e alla lunga anemmeno i bisonti ci tornano piu'. In compenso restano i ruderi e le macerie.

    Incrocio le dita.

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