Albergo in Val di Sole (si vede che è decorato di rosa e azzurro?)
L'altro dì mi è arrivato "La Val", bollettino quadrimestrale del Centro Studi per la Val di Sole, che si apre con un editoriale di Alberto Mosca, studioso, scrittore e membro del direttivo dell'associazione. Mosca riferisce del convegno, organizzato da Italia Nostra il 19 settembre, che ha raccolto un'ottantina di persone in un magnifico vecchio palazzo solandro, attorno ad un argomento che, come ben sa chi mi legge perche' l'ho doverosamente già annoiato in proposito, mi sta parecchio a cuore: "Paesaggi sensibili - Il paesaggio storico, risorsa per il futuro: riferimenti alla Val di Sole”.
Incollo qui il suo editoriale, poi, a rate, che è roba lunga e noiosa, parte dei commenti usciti sui quotidiani a ridosso del convegno.
"I PIÙ BELLI E QUELLI CHE SONO ANCORA IN TEMPO
di Alberto Mosca
La Val di Sole è ancora in tempo: oggi si gioca il suo futuro, la scelta tra conservare e valorizzare il proprio "paesaggio sensibile" ovvero distruggere il patrimonio storico dato da secoli di storia e cultura. Questa, in estrema sintesi, una delle conclusioni cui è approdata la recente giornata di studio che Italia Nostra ha portato a Terzolas per parlare di "paesaggi sensibili" e in particolare di "paesaggio storico, risorsa per il futuro" prendendo a riferimento la Val di Sole. Un tema sul quale torneremo. Tante sono state le brutture, le violenze, le distruzioni di memoria portate avanti in questi ultimi anni, ma tanto rimane intatto e bisognoso di cura e rispetto, per dare a noi una cultura viva e consapevole e al turismo quella qualità così necessaria per vincere le sfide dei mercato odierno. Altrimenti avremo presto tante "pizzerie napoletane" (così è stata definita casa Framba di Cogolo dopo il devastante lavoro di "recupero" di qualche anno fa) e nessuna testimonianza tangibile di secoli di vita sulla montagna solandra.-"
| |
Prima... | Dopo |
Casa Framba com'era non l'ho trovata, ma anche casa Mocatti a Monclassico rifatta in stile tirolese rende bene l'idea. (fonte Questotrentino che dedicò già nel 2006 all'argomento un articolo interessante: Vandali in casa |
"I relatori, assai qualificati, hanno mostrato via via l'evoluzione dei paesaggio urbano solandro dalla metà dei XIX a oggi, alcuni casi tra i più eclatanti di malgoverno dei paesaggio, in più di un caso trattati anche sulle pagine della nostra rivista. In questo senso giova ricordare che, nel lontano 1999 proprio La Val lanciò un dibattito, che si rivelò assai vivace e non privo di accenti infuocati, sulla "metamorfosi di un paesaggio", con un convegno dedicato e ricco di contenuti. Purtroppo in molti casi rimasti lettera morta. Ma il malgoverno dei territorio solandro, è emerso dalla giornata di studio di Terzolas, è per la maggior parte imputabile alla fine della tutela dei paesaggio a livello comprensoriale: consegnare ai comuni competenze così importanti e delicate, caricando le fragili spalle delle commissioni edilizie della tutela dei territorio ha provocato gravi scompensi, come dei resto ammesso dagli stessi funzionari provinciali presenti come relatori alla giornata di studio: con buona pace di chi, anche tra i nostri sindaci, si dice convinto che in questi ultimi anni non sia accaduto nulla di grave. Nella speranza che la nuova comunità di valle, ovvero ritornando ad un modello di gestione sovra comunale dei paesaggio, possa dare quelle risposte così necessarie. Le decine di esempi proposti, le immagini eloquenti, ben distribuite lungo tutta la valle, ci dicono che tanti errori sono stati fatti. Ma ci confermano altresì che parliamo ancora di episodi, frequenti sì ma che non sono la normalità."
Mezzana, Val di Sole.
"II messaggio finale dato dalla giornata è stato positivo: siamo a un punto di non ritorno, oltre il quale vi può essere la rovina totale o al contrario una presa di coscienza che ci permetta di essere i migliori gestori dei paesaggio solandro. Insomma, siamo ancora in tempo. A patto che amministratori, progettisti, committenti prendano coscienza dei propri ruoli, accantonando per sempre quel sistema paesano di commistione di interesse, quel sottobosco di convenienze che fanno l'interesse dei momento ma ci privano di un bene di lungo periodo. E a ben vedere il paesaggio è l'unico vero bene che rimane alla valle, sia in termini di identità che di vendibilità turistica. Nel frattempo, a pochi chilometri da noi, altri paesi trentini, Rango di Bleggio e San Lorenzo in Banale festeggiavano con oltre 70 delegazioni provenienti da tutta Italia il quarto "Festival dei Borghi più belli d'Italia". Profumi e sapori da tutte le regioni italiane (mancavano solo Valle d'Aosta e Sardegna) arrivati per celebrare la capacità di alcuni borghi "i più belli d'Italia" di mantenersi intatti nella fisionomia data loro dalla storia e dalla cultura locale."
Val di Sole, arredo urbano
"Borghi che nel passato hanno pagato e duramente, uno stato di isolamento e di arretratezza che ora diventa la loro principale ricchezza, una vera e propria miniera d'oro che li porta a essere conosciuti e valorizzati a livello nazionale. E nel corso del convegno legato al Festival, nella cornice di Castel Stenico, il prof. Massimo De Marchi, docente di geografia sociale all'Università di Padova, ha sottolineato argomenti che potremmo fare nostri, nell'ottica di un nuovo rapporto con il paesaggio. Esso deve diventare, ha spiegato De Marchi, "patrimonio sociale" degli abitanti di un luogo, grazie alla costruzione di identità, unione e partecipazione. Serve che il borgo diventi proprietà collettiva, paesaggio della cittadinanza: un paesaggio costruito che sia anche paesaggio sociale. Perché è di tutti, e tutti ne siamo responsabili."
Tutti ne siamo responsabili!