Trentino, ruderi di una malga abbandonata
190.568: chilometri quadrati delle Alpi
13,9 milioni: abitanti sulle Alpi
13 mila: specie vegetali sulle Alpi
87 mila: chilometri di strade di montagna sulle Alpi
2136: chilometri di piste da sci sulle Alpi nel 1977
6943: chilometri di piste da sci sulle Alpi nel 2007
2024: impianti di risalita sulle Alpi
10 milioni: posti letto turistici sulle Alpi
5954: Comuni sulle Alpi
-60%: popolazione nelle frazioni alpine dal 1980
-32%: popolazione in quota nelle valli alpine dal 1980
300: km quadrati di pascoli falciati in Trentino nel 1980
190: km quadrati di pascoli falciati in Trentino nel 2007
440 euro: premio UE annuo per sfalcio a ettaro fino al 2006
260 euro: premio UE annuo per sfalcio a ettaro dopo il 2006
3123: aziende agricole di montagna in Trentino nel 1990
950: aziende agricole di montagna in Trentino nel 2007
36 mila: vacche in alpeggio in Trentino nel 1970
8 mila: vacche in alpeggio in Trentino nel 2007
45 mila: vacche in Trentino nel 2007
700: malghe attive in Trentino nel 1970
300: malghe attive in Trentino nel 2007
90 mila: ettari a pascolo in Trentino nel 1980
35 mila: ettari a pascolo in Trentino nel 2007
57 anni: età media popolazione sulle Alpi
72 anni: età media piccoli contadini sulle Alpi
470 mila: abitanti del Trentino
5 milioni: turisti in Trentino
305 mila: soci Cai in Italia
24 mila: soci Sat in Trentino
12%: pernottamenti nei rifugi sotto i 18 anni
-50%: superficie ghiacciai alpini negli ultimi 100 anni
-30%: superficie ghiacciai alpini negli ultimi 20 anni
fonti: ANAS, Cipra, Cai-Sat, Istat, Pat, Wwf, Federcaccia
ma soprattutto, fonte:
Visetti Giampaolo
Ex Italia. Viaggio nel paese che non sa più chi è
Editore: Baldini Castoldi Dalai (collana Le boe)
anno: 2009
pagine: 240, brossura
€ 17
ISBN 978-88-6073-598-0
Analisi disperante e spietata di una nazione spaventata, sempre più povera e sempre più sola, che si è venduta il territorio, il paesaggio e l’arte; che ha perso la maggior parte dei suoi abilissimi artigiani e la capacità del lavoro ben fatto, ma ha anche chiuso le fabbriche e, come in Piemonte, sta chiudendo i centri commerciali; che ha spopolato la montagna ma l’ha ricoperta di impianti di risalita. Giovani e vecchi uniti dalla mancanza di futuro, dall’assenza della famiglia, dalla solitudine e dal silenzio. E, spesso, dalla bottiglia.
Me lo sto divorando come se fosse un giallo mozzafiato, con un senso di disagio crescente, con imbarazzo, quasi fastidio fisico.
Visetti, giornalista di Repubblica, ex direttore dei quotidiani locali L’Adige, Trentino, Alto Adige e Corriere delle Alpi, attraversa tutta l’Italia, in lungo e in largo, e dedica un capitolo per ogni regione, uno per le due provincie autonome Trentino e Sudtirolo (non lo chiama MAI Alto Adige), mettendo a fuoco la particolare problematica di ognuna allargando lo sguardo sul resto del territorio. Difficoltà endemiche che la crisi ha peggiorato, punti di forza che si sono trasformati in enormi problemi, insicurezza, povertà, xenofobia mentre i giornali si occupano delle nozze di Briatore e del crocifisso in aula.
Ogni capitolo però contiene anche un seme di speranza: due ragazzi che riaprono una malga abbandonata e si dedicano alla produzione di formaggi, il nuovo bisogno di spiritualità, il nuovo turista soft che cerca agritur, rapporti umani e camminate nei boschi (e non li trova), invece che piste, impianti di risalita e wellness.
Insomma, accatatevillo!
grazie della segnalazione
RispondiElimina...anche se questi numeri incutono un po' di timore... non che siano delle scoperte, ma... vedere certe cose tradotte in numeri rende meglio l'idea!
numeri impressionanti, marzia, soprattutto se preceduti da quelli dell'invecchiamento dell apopolazione in liguria, del disastro delle aziende agricole in Lombardia e seguiti da quelli dell'alcolismo in Friuli, dell'abbandono scolastico in Calabria, della disoccupazione in basilicata, della poverta' in veneto, dei teatri chiusi, dei minori abbandonati, dell'emigrazione da sud a nord... un libro che fa spavento, fossero veri solo la meta' degli esempi che riporta.
RispondiEliminamala tempora currunt, altroche'
Terribile conferma del declino del "saper fare", a cui non si è sostituito un "saper vivere" che doveva (voleva?) essere un superamento della cultura industriale e artigianale. Davvero, Francesca, mala tempora currunt.
RispondiEliminae' un libro devastante, gianpaolo. Ci siamo venduti tutto, territorio, cultura, sapere e anche l'anima.
RispondiEliminaBrutto, brutto, brutto.