Il profilo dello Schlern dall'altopiano del Ritten
Gambero rotto mi prende garbatamente in giro in un suo commento al post di ieri, perché uso il doppio nome, quello tedesco e quello italiano, citando le località altoatesine. Ha ragione: non vedo il motivo per farlo.
Visto che Saint Vincent non si chiama San Vincenzo e che Antey-Saint-André non si chiama Sant'Andrea, e che le traduzioni di Tolomei sono, oltre che fantasiose e spesso senza storia né senso, sgradevoli e colonialiste; dato che non vedo motivo perché Uttenheim debba chiamarsi Villa Ottone e visto che i Rosszähne letteralmete sarebbero "Denti di cavallo" e non "Denti di terra rossa", cercherò di usare i nomi originali, quelli in lingua tedesca o ladina, escluso per i centri più grossi che il nome italiano ce l'avevano prima dell'avvento di Tolomei. E non mi sarà sempre facile, spesso dovrò andare a cercarmeli.
Augh, Mosco ha parlato ;)
(ok, ok, in calce la traduzione, ma imparateli eh! ;)
Schlern=Sciliar; Ritten=Renon)
Squaw Mosco parlare con lingua diritta ;-)
RispondiEliminaCara Francesca, che tu mi creda o meno, non ti stavo prendendo in giro. Trovo anzi apprezzabile il tuo uso dei toponimi bilingui, assolutamente non scontato per un’italiana a Bolzano. Tengo a precisarlo perché anch’io, scrivendo, mi muovo con estrema delicatezza su questo terreno, più esposto a scariche della Nord del Gran Zebrù (Königsspitze) ;-)
Impossibile però stabilire una regola universale sull’uso dei toponimi mono-, bi- o trilingui: è piuttosto faccenda da valutare caso per caso, fermo restando quel buon senso che manca ai nostri politicanti, che ci marciano senza ritegno da tempo immemorabile.
Senza preconcetti ideologici: se non vogliamo appesantire di ovvio la nostra prosa (Brennero / Brenner, Merano / Meran), usiamo pure quello italiano, scrivendo in italiano, e quello tedesco scrivendo nella lingua di Goethe. In altri casi (tipo Magdeburger Scharte / Forcella di Montarso, da Festival della stronzata mondiale) è invece palese l’intento colonizzatore dell’italianizzazione del toponimo, ed è bene tenersene alla larga. In altri ancora, è nostro diritto decidere di voler rendere le nostre informazioni fruibili dal maggior numero di persone possibile, ed usarli entrambi è sacrosanto.
Faticoso? Forse. Prendiamolo come un’opportunità per pensare (e per ricordare).
Un caro saluto
Gambero rotto, grazie del sostegno e della comprensione, anche quello non e' da tutti :)
RispondiEliminaMa mi pare che il numero di Sudtirolesi che considerano abitare in questa provincia una fortuna e un'opportunita' invece che una condanna all'esilio stia pian piano, faticosamente, aumentando. In barba a chi ci marcia, da una e dall'altra. Almeno, spero.
So muss es sein!
RispondiEliminaIl matto (anche se appartenente al g.l. italiano)
Minimegamatto, hai letto "spaesati" di Lucio Giudiceandrea? si, la madonnina infilzata giornalista della Rai di bz.
RispondiEliminaA me e' piaciuto molto. parla delle responsabilita' del gruppo italiano per la non integrazione; della pochezza dei suoi politici e della mancanza di idee e di fatti. Non nega sbagli del gruppo tedesco, ma non era quello lo scopo del libro.