lunedì 10 marzo 2008

Elleboro

elleboro

Helleborus niger L. - Fiorito da un paio di settimane davanti alla finestra della cucina

Eccita i centri nervosi e istiga alla calunnia, porta cattiva fama, viene usato per fatture ed esorcismi, abbassa la temperatura corporea in modo abnorme, è efficace contro la malattia mentale: lo dimostra il fatto che guarì Ercole dalla follia. Anche il pastore e mago Melampo, col latte di alcune capre che si erano nutrite di elleboro, (o mettendo foglie di elleboro nell'acqua dove bevevano) guarì le figlie di Preto, re di Tirinto, alle quali per una maledizione era dato di volta il cervello. Non so se per premio o per punizione ne ottenne una in sposa insieme ad un pezzetto di regno.

La città di Anticyra, nel golfo di Corinto, era famosa per la fioritura di una grande quantità di ellebori ed era diventata una sorta di famoso centro psicoterapico: Marco Livio Druso ad Anticyra guarì dalle ricorrenti crisi epilettiche e Orazio ne consigliava agli alienati un soggiorno curativo. Anche D'Annunzio nella "Figlia di Iorio" gli attribuisce, per bocca di Aligi, la qualità di guarire dalla pazzia: "Anna Onna, su, svégliati, su, lèvati, e vammi in cerca d'ellèboro nero, che il senno renda a questa creatura!"

Plinio il Vecchio, pur facendo un gran casino fra elleboro e veratro albo col rischio di far fuori qualche incauto, nella sua "Storia naturale" ne descrive le numerose qualità medicinali.

Secondo gli inglesi invece le radici polverizzate renderebbero invisibili.

L’Helleborus Niger, raro altrove e frequente nelle Alpi nord-orientali, è un'erbacea perenne della famiglia delle Ranuncolacee, ha la radice a rizoma corto, legnoso e di colore nero da cui prende il nome.

In Trentino si trova facilmente nella parte sud-occidentale della regione e fa parte delle specie protette dalla Legge Regionale 28 giugno 1962 n. 10.

E' emmenagogo, narcotico, antitumorale, diuretico, cardiotonico in caso di scompensi cardiaci. Molto tossico, provoca vomito e forte diarrea, cefalea, vertigini, sonnolenza, collasso cardiaco e può portare alla morte.

Il consiglio di lavarsi le mani dopo averlo maneggiato non è del tutto esagerato.

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