Dolomiti di Sesto
9 "sistemi montuosi", 236.000 ettari, 100.000 dei quali nelle cosiddette "aree tampone" e 136.000 nei "cuori", 169 i residenti totali, 220 cime, 42 delle quali sopra i 3.000 metri e la totalità del territorio situato in alta quota. Belluno e Bolzano ne detengono il 72%, seguono Trento, Pordenone e Udine. Queste sono le Dolomiti candidate a diventare patrimonio dell'umanità per il loro straordinario valore estetico , naturalistico e paesaggistico, per la loro grande importanza nello studio della storia geologica della terra e come salvaguardia della geodiversità terrestre.
Dopo la firma da parte dei Presidenti delle Province interessate che hanno finalmente trovato l'accordo, il dossier, molto interessante da leggere, è stato consegnato a Roma. Il Ministero dell'Ambiente, dopo averlo sottoscritto (se non ha altro da fare visto il momento politico), il 1° febbraio lo presenterà all'Unesco.
Per essere inseriti nella lista dell'Unesco come patrimonio universale dell'umanità, i siti proposti devono già godere di qualche forma di tutela locale: non saranno quindi necessari ulteriori vincoli, i 9 parchi naturali presenti nel territorio delle Dolomiti ne garantiscono una protezione sufficiente.
Le 367 pagine del dossier descrivono il paesaggio (superlative natural phenomena, exceptional natural beauty and aesthetic importance) di ogni sistema montuoso, la flora, la fauna, la geologia (major stages of earth’s history), gli habitat importantissimi per la conservazione della diversità biologica e l'estrema importanza delle Dolomiti anche a livello scientifico e di studio del geomorfismo terrestre.
Nella prefazione si legge che "The Dolomites, as mountains, are particularly special". Parla dei colori, dell'"impressionante verticalità delle ripide pareti di roccia" e delle forti emozioni che sanno suscitare, le descrive come estremamente variegate e ricche di ecosistemi diversi, descrive boschi e ghiacciai, parla delle le valli che le circondano, abitate da popolazioni di 3 lingue e culture differenti.
Il dossier definisce eccellente lo stato di conservazione dell'area dolomitica proposta. Il turismo dolomitico è infatti abbastanza recente e per molti anni d'elite, e, sebbene anche qui il turismo di massa abbia portato inquinamento, automobili, strade e funivie, solo il 5% dei turisti arriva oltre i 1600 metri, le cabinovie presenti sono solo 2 (Marmolada e Tofane) e la maggior parte della gente rimane nelle aree non comprese nella domanda all'Unesco.
Cosa richiede l'Unesco? Che le Province proponenti si impegnino al rispetto dei principi della Convenzione dell'Unesco, ne promuovano le idee, sviluppino educazione ambientale e conoscenza delle Dolomiti, promuovano forme di sviluppo sostenibile, le valorizzino senza smettere di tutelarle seriamente, promuovano la cooperazione fra i vari istituti di ricerca che operano in zona. Verrà creato un comitato che si occuperà di coordinare le azioni degli enti interessati salvaguardando le diverse specificità di ogni sistema montuoso e c'è in programma per il futuro la creazione di una Fondazione.
A prescindere dal fatto che a mio avviso le Dolomiti non hanno questo gran bisogno di essere ulteriormente valorizzate e pubblicizzate né di essere "lanciate all'attenzione mondiale", che le aree inserite nella richiesta sono tutte ad alta quota e difficilmente antropizzabili, che l'inserimento nel patrimonio dell'umanità non impedirà la costruzione delle nuove piste, nuove telecabine, nuovi collegamenti e nuovi alberghi, che non sento la necessità di ulteriori comitati e fondazioni, che in sostanza mi sembri solamente un'operazione di facciata che nulla cambierà e nulla migliorerà, in fondo in fondo ne sono contenta ma se qualcuno mi chiedesse perché non ne ho la benché minima idea :-D
(in un post successivo l'elenco delle montagne inserite nel dossier)
fonti: giornale Alto Adige, dossier delle Province
Francesca,
RispondiEliminainnanzitutto grazie per il post e per il link al dossier che mi sono scaricato e leggerò con calma nei prossimi giorni. Cosa vuoi che dica un riconoscimento comunque di tale portata, almeno sul piano politico fa sempre piacere. Quello che mi colpisce è quando tu citi, tratto dal dossier: ".......Il turismo dolomitico è infatti abbastanza recente e per molti anni d'elite, e, sebbene anche qui il turismo di massa abbia portato inquinamento, automobili, strade e funivie, solo il 5% dei turisti arriva oltre i 1600 metri, le cabinovie presenti sono solo 2 (Marmolada e Tofane) e la maggior parte della gente rimane nelle aree non comprese nella domanda all'Unesco....."
Qui rimango un po' più perplesso, cosa vuol dire elite. Elite è forse l'entourage di Marta Marzotto degli anni '70 a Cortina. O forse non è il caso di cominciare a parlare di una vera elite turistica: si cominci a frequentare le montagne solo se ti trovi un po' in sintonia con esse. In fin dei conti da sempre e sottolineo da sempre, le montagne sono verticali, il clima non è nonostante tutto quello marino, per cui chi ci vuole andare dovrebbe convivere un po' con il loro spirito. Un po' di sacrificio, un po' meno di strutture "turistiche", un po' più di spartanità.Santo iddio ( e non me ne voglia nessuno è solo un intercalare) perchè dobbiamo creare in un ambiente che per sua natura è "diverso" le stesse condizioni della città, della pianura e non mi dilungo oltre....
Così si finisce per snaturare tutto, per far perdere a ciascuno la propria identità. E non mi si dica che se no la gente in montagna non verrebbe più sono tutte balle.... C'è ancora tanta gente tra i giovani disposta a fare dei sacrifici a non ritrovare anche in altri ambienti la stesse proposte noiose delle città ecc. Forse dietro a queste cose ci sta la nostra incapacità di rimettersi in gioco...
Per cui io vorrei delle Dolomiti non come delle teche ... con la corince in basso (quella sotto i 1600) fatta di cemento armato a cui sono aggrappati tutti i come dei grandi inquinatori, mi piacerebbe vedere delle dolomiti patrimonio dell'Unesco polate di tanta gente da 0 a 3000 metri che si muove a piedi lungo i suoi vecchi sentieri, che sa apprezzare cose che in altri ambienti non vedrebbe mai e forse più. In fin dei conti è stato cosi per i nostri nonni ed anche genitori, non si capisce perchè non lo debba essere anche per i nostri figli. Cerchiamo di avere un po' di coraggio a fare delle proposte vere, cerchiamo per una volta di volare un po' alto...Ciao
Guido
Non ho letto tutto il dosser, ovviamente. Fra l'altro sono abbastanza presa dal lavoro in questi giorni e ancora per qualche giorno. Mi sono fatta l'idea pero' che come elite non si intanda i radical chic pieni di grana alla Marzotto & C. Secondo me elite e' inteso semplicemente i pochi che si fanno il culo a camminare, sudare, arrampicare, faticare contro i tanti che si stravaccano a merendare lato auto.
RispondiEliminaInsomma elite cultural-sportivo non economica. Le aree che entreranno nel patrimonio universale dell'Unesco sono tutte in alta quota, da quel che ho capito economicamente poco interessanti, difficili da raggiungere, selvagge, non sciabili e non edificabili. A chi interessano se non ad un'elite? :)
E' anche per quello che prima di esultare cerco di capire. Non ci vedo sto gran atto di coraggio a proteggere aree che sono difficilmente sfruttabili. Non so se riesco a spiegarmi.
Notteeee....
HO letto velocemente... sono perplessa sul fatto che le Dolomiti siano un'oasi... chi ha steso il dossier ha provato a passare per Moena in piena estate o in pieno inverno? ha visto cosa hanno fatto alla val Jumela? e il progetto Pinzolo-Madonna di Campiglio?
RispondiEliminaSon perplessa!
Misty
Misty, rispondo anche a te con quel che ho detto a Guido: la parte di Dolomiti che entrarà a far parrte del aptrimonio dell'unesco si puo' circoscrivere con le cime e le immediate vicinanze: niente valli, paesi, alberghi, strade. Insomma zone selvagge, difficilmente raggiungibili e poco antropizzabili se dicono che nell'area proposta ci sono solo la funivia delle Tofane e della Marmolada
RispondiEliminaMica scemi eh...
Appena ho finito questo periodo di corsa me lo leggo con calma pure io.
Sempre meglio che niente comunque.