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Accorata lettera del Consiglio Centrale della SAT sull'ultimo numero del quindicinale "QuestoTrentino", per motivare la decisione di abbandonare la manutenzione dei sentieri sulla Paganella.
Qualche stralcio:
" [...] Con questa scelta vogliamo rilevare con forza non un possibile pericolo ma un dato di fatto: il sentiero è ormai diventato, in una visione post-moderna e quindi virtuale della realtà, un qualcosa di marginale e d’inutile.
Ecco allora le mountain bike su sentieri "impossibili", i quad, i fuoristrada, le moto non solo a Fuchiade o sul Lagorai senza che nessuno senta la necessità di intervenire con decisione.
[...]
Di fronte ad un’attenzione costante che impegna annualmente centinaia di volontari che prestano gratuitamente la loro opera per migliaia di ore, assistiamo ad una sorte di schizofrenia da parte pubblica, che da un lato parla (ed a volte opera) in favore della sentieristica, e dall’altra non mostra alcuna attenzione a scelte fatte e approvate.
Così la legge che disciplina la circolazione delle mountain bike su determinati sentieri è annacquata e sostanzialmente elusa, così il protocollo firmato con il Consorzio dei Comuni, (che nell’occasione ha dimostrato grande sensibilità), ignorato dai comuni stessi, così come l’intesa per l’adozione di uno standard unico per la segnaletica dei sentieri di montagna e nei fatti disatteso da molti enti locali.
Tutto ciò mentre assistiamo ad una privatizzazione strisciante di alcuni sentieri posti sì all’interno di proprietà private, ma di fatto disponibili per la comunità senza che nessuno, nella sfera pubblica, muova un dito per difendere diritti storici acquisiti.
La rinuncia ad operare ancora sulla Paganella, a cui tanta storia della SAT, dell’alpinismo, del Trentino è legata, deriva da una constatazione semplice:
La Paganella non è una bestia da soma.
Non ci può stare su tutto, un turismo che altera irrimediabilmente i luoghi, i paesaggi, le memorie e contemporaneamente un turismo che basa la propria azione sul concetto di sostenibilità. [...]
La SAT, dopo la decisione di devastare l’ennesima porzione della montagna, ha scelto di andare via, lasciare una montagna alla quale siamo legati da una storia quasi secolare. Con grande tristezza, ma con la convinzione che non sia più possibile accettare, senza reagire, decisioni politiche e logiche imprenditoriali che evidenziano limiti enormi di lungimiranza.
Questa decisione non sarà un episodio isolato; qualora accadessero casi analoghi di scarsa considerazione nei confronti delle reti sentieristiche, la SAT non sprecherà più il lavoro gratuito e volontario dei suoi soci."
Qui il testo integrale della lettera.
Bella pubblicazione, peraltro, QuestoTrentino: c'è tanto materiale interessante da perdersi.
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