lunedì 19 novembre 2007

Paganella: l'articolo dell'Adige

Mi dicono che qualcuno non riesce ad aprire il primo articolo linkato nel post precedente, lo incollo qui di seguito per chi non riuscisse a leggerlo. Di mio solo qualche ritorno a capo per facilitarne la lettura

La Sat abbandona la Paganella

Decisione senza precedenti dopo il sì alla Nuvola Rossa

di MATTIA FRIZZERA

ZAMBANA - La Sat abbandona il campo base. La sofferta decisione di abbandonare i sentieri sulla Paganella da parte del sodalizio alpinistico trentino viene spiegata senza mezzi termini da Claudio Bassetti , presidente della commissione tutela ambiente montano della Sat, durante la tavola rotonda di Campo base Paganella «Strategie e buone pratiche per un turismo sostenibile nelle nostre alpi».

«Dopo la decisione politica di allungare la pista "Nuvola rossa" distruggendo una valletta e asportando 39 mila metri cubi di materiale, quello della Sat è un grido forte che deve far riflettere. Si cancella un bene ambientale rimuovendo il sentiero 602. La sconfitta non è solo della Sat, il nostro è un grido forte contro una politica sempre più contraddittoria».

Una scelta che cozza contro la sbandierata idea di sviluppo sostenibile. «Siamo preoccupati - aggiunge Bassetti - dalla privatizzazione della montagna. La Paganella non è una bestia da soma!». Una decisione senza precedenti nei 135 anni di storia dell'associazione, che il consiglio direttivo ha preso «non certo cavalcando l'emozione, ma in maniera ponderata. Vediamo con preoccupazione anche la banalizzazione della montagna; in Paganella ad esempio c'è un eccesso di strade forestali ed è ormai possibile, visto che i permessi vengono concessi facilmente, andare da Andalo alla valle dei Laghi».

La decisione lascia un po' spiazzato il sindaco di Zambana Michele Moser , «perché la Sat poteva essere un alleato importante nel promuovere un modello diverso di Paganella». Commossa Maddalena Di Tolla , presidente di Legambiente, che sottolinea come «vadano dispersi 135 anni di competenze. Gli ambientalisti non sono contro l'economia, anzi vediamo casi molto positivi di turismo ecocompatibile in Arte Sella o nella chiusura della Val Genova alle auto».

Dopo aver citato i casi simbolo della «impiantizzazione» trentina, Folgaria e Tremalzo, la pars construens è affidata a Katia Piazzi , responsabile ricerche Legambiente turismo. L'esempio è quello di Werfenweng, località del salisburghese: cinquemila sciatori al giorno, in centro si viaggia solo su auto ibride, skibus a metano e si trova la «strada solare» più lunga dell'Austria. Risultato: pernottamenti più lunghi ed un +16% fatto registrare dall'economia turistica della zona.

Silvano Bottamedi , presidente dell'Apt Altipiano della Paganella, è impermeabile alle sollecitazioni lanciate nel dibattito. Legge freddamente un report: «Nei 5 comuni dell'altipiano ci sono 128 alberghi e 12 residence. Le presenze sono passate da 890 mila nel 2000 a 1 milione 40 mila nel 2006. L'ospite non critica la nostra offerta, è soddisfatto di ciò che proponiamo». Affermazioni subito smentite da Mariangela Franch , docente di Economia a Trento: «Alla lunga non possono convivere turismo tradizionale ed ecocompatibile».

Un auspicio infine di Moser: «Basterebbe si investisse in un turismo alternativo un decimo di quanto la Provincia mette a disposizione per gli impianti».


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