Fra una settimana aprono i vari mercatini di Natale della regione. Scopiazzati dai tradizionali mercatini di area tedesca stanno figliando come conigli. Partito nel 1990 a Bolzano ormai non c'è città che non abbia il suo e non solo in Alto Adige: Bassano, Bussolengo, Firenze, Torino, Spoleto e via andare.
I cittadini di Bolzano ne hanno piene le tasche, da anni. I fine settimana di dicembre sono un vero delirio, la gente si barrica in casa, arrivano fino a 600 (!) pullman di turisti, al mercatino si sgomita e ci si pesta sui calli per comprare bocce per l'albero che costano come un pranzo in un buon ristorante, angioletti fabbricati in Cina, crocchette per cani e puttanate varie che si trovano a prezzi inferiori nei normali negozi. Il tutto in una città "stretta dalla morsa del traffico" e "soffocata dalle polveri sottili" per tutto l'anno, nella quale la politica schizoide degli amministratori pubblici, mentre da una parte impone pesanti limitazioni al traffico privato mettendo pannicelli caldi senza pensare un razionale piano per la mobilità, dall'altra incentiva la costruzione di posteggi in pieno centro e invasioni consumistiche.
Due anni fa, finita la kermesse, si discuteva di "ripensare la manifestazione", addirittura di chiuderla. Infatti, coerentemente, dall'anno scorso il mercatino è raddoppiato.
Dado Duzzi (eh, si chiama così, che ci vogliamo fare?), presidente dell'Azienda di Soggiorno di Bolzano, sbertuccia i concorrenti di Trento e di Arco: gli uni perché inaugurano il mercatino una settimana prima di Bolzano e non rispettano, per puri fini commerciali, la "tradizione" del periodo dell'avvento, gli altri perché organizzano passeggiate fra le bancarelle a dorso di cammello: "ci copiano ma non hanno tradizione".
Ma guardasse a casa sua! 17 anni di puro marketing si possono chiamare tradizione? Bolzano è stata la prima a scopiazzare, e allora? Il cammello arcense è tradizionale come gli oggetti made in China, le bancarelle di cibo per cani, i presepi che c'entrano, con la tradizione nordica, come i classici cavoli a merenda.
Augh, Moscone Bianco ha parlato!
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