Incollo dal sito Folgaria235
"Partiamo da una constatazione che ci sembra difficile ignorare e più ancora smentire: da molto tempo a Folgaria è in atto un processo di aggressione al territorio che, a colpi di impianti e piste da sci e attraverso una crescita edilizia smisurata e folle, sta stravolgendo la bellezza di questi luoghi e li sta mano a mano togliendo a chi ancora li riconosce come suoi. Ma contemporaneamente - poiché non si può distruggere un ambiente senza corrompere la coscienza di chi vi abita - quale condizione che lo rende possibile, ci sembra si stia verificando la perdita di un’ identità specifica, di un patrimonio culturale condiviso e realmente vissuto, di un attaccamento alla natura fatto di rispetto e riconoscenza, di una memoria capace di conservare un’etica della vita in montagna improntata a valori più nobili della ricerca del profitto, più giusti della spietata concorrenza economica. Con uguale preoccupazione notiamo il progressivo allentamento di quei vincoli di solidarietà che soli possono tenere unita una comunità e soddisfare i bisogni dei suoi membri, e il crescente senso di sfiducia nelle possibilità di costruire un futuro individuale e collettivo che non debba per forza inserirsi nelle soffocanti logiche del turismo di massa. Il rischio è di vedere Folgaria smarrire la sua fisionomia, a forza di sostituire le malghe con i residence, i pascoli con i solarium in quota, i pezi e gli avezi con i piloni delle seggiovie, in una chirurgia antiestetica ai danni della natura che finirà inesorabilmente per renderla irriconoscibile. E molto più brutta. E’ un rischio che non vogliamo correre. Perché siamo convinti che si possa viverci anche in molti altri modi, capaci di darci emozioni più forti, sensazioni più sincere, soddisfazioni più vere. (...)"
Ancora soltanto due parole a motivare il nome che abbiamo scelto di dare a questa esperienza. Il numero 235 fa riferimento ai Folgaretani, erano appunto 235, che nel 1578 si recarono a castel Beseno per essere ricevuti dal conte Osvaldo Trapp, allora signore di Beseno, il quale avanzava nei confronti della comunità di Folgaria richieste ingiustificate e la rivendicazioni di tributi che già dal secolo precedente i Folgaretani non erano più tenuti a versare. L’incontro, che nei piani di Osvaldo sarebbe servito a dissuadere quel popolo di montanari dal resistere alle sue arroganti pretese, si risolse in una fiera e tenace difesa dei propri diritti, in un compatto e irremovibile rifiuto di cedere alle prepotenze del conte. Ai tentativi di dividere i Folgaretani al loro interno essi replicarono esigendo di essere ricevuti tutti insieme e alle minacce del Trapp seppero opporre il loro ostinato ed eloquente silenzio. Dopo averli accusati di comportamento indegno, chiese a tutti presenti di declinare le proprie generalità. Nessuno lo fece. Il conte non riuscì a sapere altro se non il loro numero: 235. Come quei 235, nel loro ricordo e ispirandoci al loro coraggio, intendiamo opporci a ogni tentativo messo in atto dai signorotti del 21° secolo di toglierci ciò che di più prezioso ancora conserviamo: la terra e quel sentimento che ad essa ci lega e in cui consiste anche oggi, dopo tanti secoli, l’essenza della dignità."
Auguri, ragazzi!
(Folgaria, splendido altipiano di boschi e pascoli nella parte sud-orientale del Trentino N.d.f.)
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