domenica 18 novembre 2007

Ciao nonna, sono sull'Everest

Everest (Foto RedWolf; fonte Wikipedia, licenza GNU)

Forse un po' di ragione Messner ce l'ha quando lamenta la perdita del senso di avventura, ma IMO il ripetitore per telefonini piantato a 6500 metri sull'Everest è l'ultimo dei problemi.

Sono anni che Sagaramāthā (il suo nome nepalese) è diventato anche un parco giochi per ricchi: pagando, salato, circa 100.000 dollari, in qualche modo ti ci tirano in cima o almeno ci provano; il campo base è una discarica, (a fine ottobre sono saliti 320.00 turisti solo quest'anno) ora delle Olimpiadi di Pechino ci arriverà un'autostrada. Il telefono satellitare funzionava già da un bel po' di tempo.

Eppure sull'Everest si continua a morire: tabella aggiornata a maggio di quest'anno dei morti o dispersi (11 nel 2006).


2 commenti:

  1. ...e non è nemmeno che il telefonino lì serva a qualcosa di particolare... già con i satellitari si comunicava. e così al campo base hanno potuto, impotenti, "assistere" a qualche morte in diretta sulla montagna. che, soprattutto a quelle quote, mantiene intatto il suo potere di spazzar via anche il più tecnologico degli alpinisti. per carità, onore a tutti i morti sulle montagne, purtroppo è già successo anche ad amici, ma io spero che nessuno riesca mai a domare ed addomesticare la Montagna

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  2. Marzia, quando avremo addomesticato e rovinato tutto, il nostro pianeta si dara' una scrollatina come un cane che si libera dell'acqua e ricomincera' daccapo. Senza di noi. Nell'economia del'universo non siamo poi cosi' importanti.

    A noi decidere cosa vogliamo fare, se ne abbiamo ancora il tempo.

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