giovedì 22 novembre 2007

Reinhold Messner verde acido

Il logo di Mountain Wilderness

La zuffa mediatica fra Messner e gli ambientalisti ha preso il via dalla presentazione a Castel Firmiano, dov'è ospitato il Messner mountain Museum, del suo nuovo libro: "Le Alpi. Fra tradizione e futuro". Il testo, edito da Tappainer, ha 264 pagine, 228 foto e costa 35 euro, è uscito proprio in questi giorni e divulga il Messnerpensiero su protezione e sviluppo delle Alpi.

L'Alto Adige, il più letto quotidiano di Bolzano, città nella quale, diciamolo, non succede tutto questo granché di interessante, sta dedicando da due giorni diverse colonne alla polemica dando voce sia a Reinhold, che ce l'ha un po' con tutti, politici, Verdi (nelle liste dei quali è stato eletto deputato europeo!), Al Gore, Mountain Wilderness e gli "ambientalisti di professione", con diverse ragioni e altrettanti torti, molte contraddizioni e, beato lui, diverse certezze, che alle repliche degli ecologisti.

"Il premio Nobel Al Gore gira il mondo facendo il profeta, ma non ha fatto firmare il protocollo di Kyoto quando era vicepresidente degli Stati Uniti" scrive il nostro. "Quelli di Mountain Wilderness (organizzazione della quale ha fatto parte anche lui per alcuni anni - N.d.f.) sono capaci solo di chiacchiere inconcludenti. Ogni giorno si inventano qualcosa di nuovo per finire sui giornali".

"Senza l'A22 le montagne dell'Alto Adige sarebbero state abbandonate come in Veneto. Ora serve il tunnel di base per attenuare gli effetti negativi di quest'arteria spostando il traffico su rotaia" sentenzia con sicurezza, su un argomento intorno al quale c'è in atto uno scontro fra titani, le certezze sono pochissime, fior di esperti hanno opinioni opposte, noti economisti si zittiscono a vicenda sbandierando cifre discordanti, non si capisce da dove salterebbero fuori i quattrini e sul quale i media tradizionali brillano per un assordante silenzio. L'unica cosa chiara è l'enormità del progetto e degli interessi che gli girano attorno. (Ci tornerò su questo argomento, che avrebbe bisogno di un blog tutto per lui altro che qualche post sparso).

"Troppa burocrazia" aggiunge Messner e "solo i contadini possono salvare le loro Alpi".

Qui l'articolo pubblicato ieri, 21 novembre, sul quotidiano Alto Adige, con le ragioni dell'alpinista e qui il commento del giornalista Mauro Fattor, critico già dal titolo: "Schematismo arrischiato".

In un prossimo post la risposta ambientalista, pubblicata sul quotidiano di oggi, non reperibile in rete. Solo il tempo di scansionarla (scannarla? scandirla?) e di caricarla.


2 commenti:

  1. riporto un commento del Presidente del Parco Orsierà Rocciavrè (provincia di TO): "bisogna proteggere la specie alpigiano monticans"... solo i contadini, gli alpigiani possono mantenere in vita la montagna. ...sempre che non cedano alle lusinghe di chi vuol comprare la loro terra per fare chissà quali "miglioramenti".

    RispondiElimina
  2. belle e sensate parole, marzia. Infatti questo passo del ragionamento di Messner e' condivisibile, se non cadesse dopo in contraddizioni e semplicismi.
    Premetto che non ho letto il libro e mi baso solo ed esclusivamente sull'articolo dell'Alto Adige, per cui puo' darsi che abbia detto tutt'altra cosa.

    Qui la Provincia Autonoma si e' resa ben conto dell'importanza dei contedini per presidiare e salvaguardare il territorio, viene loro incontro con ricche e giuste sovvenzioni e nel complesso l'Alto Adige e' ancora una terra abbastanza intatta.

    Salvo qualche devastazione a macchia di leopado, stazioni sciistiche gigantesche e, ora, i primi scavi per il mega traforo del brennero, che a Messner piace tanto. Ne parlero' ma e' un argomentone e non so da che parte iniziare

    RispondiElimina