venerdì 23 novembre 2007

«Reinhold, ormai stai dalla parte dei forti»

Logo BBT (tunnel del Brennero)

Come promesso, ampi stralci della risposta, abbastanza pacata per la verità, degli "ambientalisti di professione" alle esternazioni di Messner pubblcata sul quotidiano Alto Adige di ieri 23 novembre e non reperibile in rete.

di Massimiliano Bona

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Peter Ortner, presidente dell’Heimatpflege, arriva subito al punto. «Messner è un bravo alpinista, e questo gli è unanimente riconosciuto, ma non può certo essere considerato un verde nell’animo, un protezionista. I primi dissidi sono iniziati ai tempi dell’Alemagna (autostrada di Alemagna N.d.F.), osteggiata da tutti gli ambientalisti ma non da lui. Poi si sono acuiti quando, negli anni Settanta, vi fu la proposta di realizzare il parco Puez-Odle in val di Funes. Furono in 5.000 a firmare per il parco e lui rimase isolato. Il suo sostegno al Bbt (tunnel del Brennero N.d.F.) è cosa nota, mentre mi spiace il suo sostegno all’impianto di risalita tra Martello, Madriccio e Solda. Siamo ai margini di un parco, ma anche in questo caso il re degli Ottomila è su altre posizioni. Sta dalla parte dei potenti e non l’ho mai considerato un Verde».

Pierluigi Gaianigo, figura storica del Wwf bolzanino, è perplesso. Preferirebbe non parlare, ma poi - pungolato - non fa nulla per nascondere il suo pensiero. Che non è positivo, a parte la breve premessa. «Non voglio sminuire il mito di Messner, personaggio indubbiamente affascinante e grande alpinista, ma a volte si lascia davvero andare a giudizi sommari e affrettati. Non ha ancora capito, probabilmente, che in talune circostanze il silenzio è d’oro. Poi cosa vuol dire fare gli ambientalisti di professione? Io sono prima di tutto un medico, che si batte da anni per cercare di preservare ciò che mi circonda».

Gaianigo, quindi, affonda la stilettata. «Messner non è mai stato un ambientalista vero. I musei, ormai, li ha già realizzati e forse si sente riconoscente nei confronti del partito da sempre al potere, che ha consentito che ciò avvenisse. Non so fino a che punto, oggi, il suo pensiero, possa essere considerato libero da condizionamenti».

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Markus Lobis (leader di Transitinitiative N.d.F.): «Quando leggo, ciclicamente, le sue esternazioni mi viene istintivamente da ridere. Il suo pensiero cambia, non è prevedibile, un po’ come il tempo nell’era dei cambiamenti climatici. Devo dire che non mi stupisco più e che soprattutto non riesce nemmeno a sorprendermi. Non riesco a capire il messaggio che vuole lanciare e soprattutto fatico ad individuare il suo nuovo target di riferimento. Ha contribuito, con il suo pensiero, alla crescita del movimento Verde, ma con il passare degli anni ha confermato di non essere portato per il gioco di squadra. Degli altri si interessa poco o nulla, preferisce andare avanti per la sua strada. È una scelta legittima, che mi lascia però indifferente».

Cristina Kury, per diversi anni sua compagna di partito, mette le mani avanti. «Nel 2000 abbiamo firmato una sorta di patto di non belligeranza: Messner è libero di dire ciò che vuole e noi, come gruppo Verde, non intendiamo replicare alle sue esternazioni per evitare di dare vita ad una spirale senza fine».

Poi, però, anche la consigliera provinciale qualcosa dice: «Nel periodo che ha trascorso al Parlamento europeo il suo pensiero è mutato, è stato in qualche modo influenzato. E lui di riflesso è cambiato. Ciò non toglie che i rapporti, tra noi, siano ottimi. Le discordanze ci sono sempre state e sempre ci saranno. Però su alcuni grandi temi siamo ancora sulla stessa lunghezza d’onda. Un’ultima considerazione: non mi sento un’ambientalista di professione».


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